ALBEMARLE, conti e duchi di
Il nome di questa contea inglese (anche Aubemale, Aumerle) è una variante, nata in Inghilterra, del latino Alba Marla, cioè la città francese di Aumale (v.), che era nel secolo IX una signoria alle dipendenze dell'arcivescovo di Rouen. Nel 1066, ne fu investito Odo (poi conte), figlio di Stefano II conte di Champagne e cognato di Guglielmo il Conquistatore. Il figlio di lui, Stefano, succedette al padre anche nei feudi inglesi di Holderness di Bytham (Lincolnshire), ecc., e morì lasciando un solo figlio, Guglielmo il Grosso, di cui fu erede Hawisa (o Hadwida), sposa successivamente a Gulglielmo di Mandeville, terzo conte di Essex, a Guglielmo I di Fors (Fortz, des Forts, de Fortibus: il villaggio di Fors nel Poitou) e a Baldovino di Béthune, che furono tutti conti di Albemarle. Morto quest'ultimo, Guglielmo II de Fortibus ereditò i dominî materni, il cui possesso gli fu confermato due anni dopo, ad eccezione della contea di Aumale, che, perduta con la Normandia dagl'Inglesi, veniva da Filippo II Augusto, re di Francia, infeudata ad altri. Guglielmo fu un caratteristico avventuriero feudale della turbinosa epoca di Giovanni Senzaterra. Partecipe al movimento dei baroni che estorse al re la Magna charta, si destreggiò tuttavia tra re e baroni, finché non incorse nell'ira di Guglielmo di Burgh, il Gran Giustiziere. Dichiarato ribelle e scomunicato, dové nel 1220 restituire alcuni castelli reali, indebitamente conservati; riconciliatosi col re e con la Chiesa a patto di compiere un pellegrinaggio in Terrasanta, si ribellò di nuovo, e solo la caduta dell'alleato e compagno Falkes de Breauté lo indusse ad entrare al servizio del re Enrico III che, dopo il 1225, lo insignì di varî uffici. Partito finalmente per la Terrasanta, moriva in mare nel 1242. Da Guglielmo III, suo figlio, che ebbe parte notevole negli avvenimenti del regno di Enrico III, nacquero Tommaso, morto nel 1262 senza prole, e Avelina, che non ebbe figli dal matrimonio con Edmondo Plantageneto, conte di Lancaster; sicché, tacitate le pretese di Giovanni di Eston, discendente da Anicia, figlia minore di Roberto il Grosso, i dominî tornarono alla corona.
Furono poi fatti duchi di A.: Tommaso di Woodstock, duca di Gloucester (1385), e Tommaso Plantageneto, secondogenito di Enrico IV (1411); conte Riccardo di Beauchamp, conte di Warwick (circa 1423). Il titolo ducale, concesso poi da Carlo II al generale Monk (v.), si estinse nuovamente nel 1688 alla morte del secondo duca, Cristoforo. Ma lo fece rivivere Guglielmo III, il 10 febbraio 1696 (1697 nuovo stile), per Arnold Joost van Keppel, nato nel 1669 e venuto con lui dall'Olanda. Colmato di favori dal re e suo fiduciario, maggior generale e cavaliere della Giarrettiera, egli fu apprezzato anche dalla regina Anna, da Giorgio I e da Marlborough, sotto il quale combatté. Alla sua morte (1718), lasciò un figlio, William Anne (1702-1754), secondo conte di A., generale, governatore della Virginia (1737), cavaliere della Giarrettiera (1749), membro del Consiglio della corona e uno dei reggenti durante il viaggio di Giorgio II in Hannover. Nacquero da lui George, terzo conte di A. (1724-1772), generale e cavaliere della Giarrettiera (1771); Augustus, visconte Keppel (1725-1786), ammiraglio, comandante la flotta della Manica nella giornata del 27 luglio 1778, infausta benché non per sua colpa, Primo lord dell'Ammiragliato nel gabinetto Rockingham (1782), creato visconte lo stesso anno; e Federico Keppel (1729-1777), vescovo di Exeter. Dal quarto conte di A., William Charles, nacquero Augustus Frederick, quinto conte, e George Thomas (1799-1891), sesto conte, successo nel titolo al fratello nel 1851. Riluttante agli studî, egli fu fatto entrare nell'esercito, e partecipò alla battaglia di Waterloo ed agli altri avvenimenti di quella grandiosa campagna. Prestò poi servizio nell'isola Maurizio, nella Colonia del Capo, e, dopo un breve soggiorno in Inghilterra, fu mandato in India. Di lì ritornò in patria per terra, attraverso la Persia, il Caucaso e la Russia, pubblicando nel 1825 una relazione del suo viaggio (Journey from India to England), continuò a prestar servizio militare nella riserva e giunse fino al grado di generale. Nel 1829, durante la guerra russo-turca, attraversò la penisola balcanica. Rappresentò poi, ai Comuni, il collegio di East Norfolk, dal 1832 al 1835, e quello di Lymington dal 1847 al 1849; nel 1846 era stato segretario particolare del primo ministro lord John Russell. Aveva intanto pubblicato il racconto del viaggio balcanico (A Journey across the Balkans), e pubblicò in seguito altri scritti, tra cui l'autobiografia Fifty Years of my Life, spesso ristampata. Degli altri suoi fratelli, merita menzione sir Henry Keppel (1809-1904), che, dopo una lunga carriera nella marina (notevole la sua partecipazione alle operazioni in Cina, nel 1857), giunse al grado di ammiraglio della flotta, fu intimo amico di re Edoardo VII, e venne mantenuto in servizio attivo fino alla morte.
Da George Thomas nacque William Coutts (1832-1894), settimo conte di A., ma più noto come visconte Bury (dal secondo dei titoli paterni). Prestò servizio nell'esercito, anche in India, fino al 1853; nel dicembre del '54 fu inviato al Canadà, e pubblicò una storia dell'America settentrionale, con particolare riguardo a questa regione (Exodus of the Western Nations, 2 voll., Londra 1865). Ritornato in Inghilterra nel 1857, prese parte alla vita pubblica, dapprima come liberale. Eletto e sconfitto più volte in parecchie elezioni per collegi diversi, ascese nel 1879 alla Camera dei Lord come barone Ashford, e fu sottosegretario alla guerra dal marzo 1878 all'aprile 1880 sotto il Disraeli, nel 1885-86 con lord Salisbury. Dalla Pasqua del 1879 si era convertito al cattolicesimo. Entusiasta dell'istruzione militare volontaria, pubblicò le Suggestions for an uniform code of standing orders on the organisation.... of Volunteer Corps, Londra 1860; un trattatello sull'omeopatia in veterinaria (The rinderpest treated by homøopathy in South Holland, Londra 1865) e, in collaborazione con G. Lacy Hillier, un volumetto sul ciclismo (Cycling, 5ª ed., Londra 1895). Il suo figlio primogenito, Arnold Allan Cecil divenne ottavo conte di A.
Bibl.: O. G. C(okayne), Complete Peerage; Dictionary of National Biography, XI, nonché First supplement e Second supplement, s. v. Keppel e XXI, p. 367 segg. per William de Fortibus.