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CONTRABBASSO

di Gino ROSI - Francesco VATIELLI - Enciclopedia Italiana (1931)
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CONTRABBASSO (fr. contrebasse; sp. contrabajo; ted. Kontrabass; ingl. contrabass, double-bass)

Gino ROSI
Francesco VATIELLI

È lo strumento di registro più basso tra gli archi. Non è esatto attribuirne l'invenzione a Michele Todini, liutaio che dimorava a Roma negli ultimi decennî del Seicento; già anteriormente diversi organologi ne fanno menzione. In sostanza il contrabbasso fu una trasformazione, sul modello degli archi attuali, delle viole di registro basso, delle quali esso conserva non pochi caratteri nella struttura e nella linea. Queste viole di registro basso erano conosciute in Italia sotto il nome di violoni o contrabbassi di viole. Il violone aveva sei corde (qualche volta anche cinque), accordate a terze e a quarte verso il basso (re, la, mi, do, sol, mi). Alcuni esemplari furono costruiti da celebri liutai italiani. Il Dragonetti possedeva un contrabbasso che era stato fabbricato da Gasparo di Salò. I contrabbassi erano dapprima usati, specialmente nelle musiche di chiesa, per accentuare con la loro robusta sonorità la parte di basso nei cori. Nel sec. XVII si usava in Francia esibire concerti burleschi per simili strumenti, e il Mersenne ricorda che uno di questi era così ampio da contenere nella sua cassa armonica un ragazzo che cantava.

Le esigenze della pratica musicale condussero all'uso di contrabbassi a quattro e poi anche a tre corde intonate a intervallo di quarta (mi, la, re, sol, oppure la, re, sol), e anche, ma raramente, di quinta (sol, re, la). Non di rado si abbassa il mi al do. Il meccanismo a rotelle di cui sono muniti i cavicchi, il quale meccanismo così opportunamente facilitò il movimento del contrabbasso, fu applicato per primo da un costruttore berlinese (C. L. Bachmann) verso la metà del Settecento.

Il Bottesini, nel suo grande Metodo, discusse a lungo sull'opportunità di aggiungere alle tre corde del contrabbasso una quarta, poiché, se l'estensione se ne avvantaggia di qualche nota più bassa, la sonorità dello strumento ne soffre. Tuttavia il contrabbasso a quattro corde è il più frequente ormai nella pratica odierna, anzi si usano perfino contrabbassi a cinque corde.

Quanto alla notazione, il contrabbasso è strumento traspositore, cioè l'effetto risulta un'ottava sotto alla nota scritta.

Uso orchestrale. - Quantunque la principale funzione del contrabbasso in orchestra sia stata sempre - analogamente ai violoni nei cori di chiesa - quella d'un rinforzo dei bassi, sin dai primi del Settecento esso fu usato anche per ottenere speciali effetti: p. es. il Marais nella sua opera Alcion (1706) lo adoperò per la descrizione della tempesta. In gran parte della musica melodrammatica del sec. XVIII, il contrabbasso venne usato a raddoppio - in ottava bassa - dei violoncelli: anzi per gli uni e gli altri valeva in partitura un solo rigo.

Nell'orchestra beethoveniana il contrabbasso acquista una sua ben distinta personalità (marcia funebre della Terza sinfonia, trio dello Scherzo nella Quinta sinfonia, recitativo che inizia il finale della Nona sinfonia). Anche Verdi e Wagner se ne servirono per suscitare sensi di terrore e di morte (duetto fra Rigoletto e Sparafucile nel 2° atto di Rigoletto, entrata di Otello, all'ultimo atto dell'opera omonima; leitmotiv di Hunding nella Valchiria, di Fafner nell'Oro del Reno, marcia funebre di Sigfrido nel Crepuscolo degli Dei). Il contrabbasso si unisce spesso con strumenti di suono acuto per ottenere effetti di comicità (con ottavino nel Falstaff, 1° atto, alle parole "Se Falstaff s'assottiglia") o anche di ansia e di mistero (con flauto e timpani, nel racconto di Talmài nel 2° atto di Dèbora e Jaele di Pizzetti). Una funzione del tutto particolare può avere il contrabbasso in piccoli complessi orchestrali, ove ogni strumento acquista individualità raramente consentita nell'uso in massa, per es. nella Histoire du Soldat di Stravinskij.

Vedi anche
violoncello Strumento musicale ad arco, con 4 corde accordate per quinta (do1, sol1, re2, la2), appartenente alla famiglia del violino, della viola e del contrabbasso, nella quale occupa il posto del tenore o del baritono, con un’estensione dal do1 al mi5. Derivato nel 16° sec. dalla viola da gamba di registro basso, ... liuterìa Arte di costruire strumenti musicali a corde, sia ad arco sia pizzicate; per estensione, bottega o laboratorio in cui si costruiscono viole, violini, violoncelli, contrabbassi, chitarre, tiorbe, mandolini. Questa professione ebbe quasi certamente origine tra i Tirolesi, ricchi di legno adatto. Celebri ... partitura In musica, notazione complessiva delle parti, vocali e strumentali, di un pezzo di musica. La p. è ordinata in modo che al gruppo degli strumenti ad arco si sovrapponga quello delle percussioni, e a questo quello dei fiati; nell’ambito poi di ogni gruppo gli strumenti più acuti sono sovrapposti a quelli ... struménti musicali Oggetti per la produzione di suoni musicali. Nelle varie tradizioni culturali l'uomo ha prodotto suoni attraverso gli oggetti più svariati. Il suono viene prodotto dalla vibrazione dell'aria, e la sua qualità dipende dal modo in cui avviene tale vibrazione e dal modo in cui essa risuona nella struttura ...
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Altri risultati per CONTRABBASSO
  • contrabbasso
    Enciclopedia on line
    Strumento cordofono appartenente alla famiglia degli archi (violini, viole e violoncelli). Alto circa 1,80 m, può avere 4 o 5 corde accordate per quarte ed è uno strumento traspositore in quanto l'effetto risulta un'ottava sotto alla nota scritta. Entrato in uso verso la fine del 17° sec., accanto al ...
Vocabolario
contrabbasso
contrabbasso (meno corretto contrabasso) s. m. [comp. di contra- e del sost. basso, come nome di strumento musicale]. – 1. a. Strumento a tre, quattro o cinque corde appartenente alla famiglia degli archi (col violino, la viola e il violoncello)...
contrabbassista
contrabbassista (meno corretto contrabassista) s. m. e f. [der. di contrabbasso] (pl. m. -i). – Suonatore o suonatrice di contrabbasso (nel sign. 1).
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