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contrario

Enciclopedia Dantesca (1970)
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contrario (contraro)


Questo aggettivo, frequente sia in prosa che in verso, presenta due significati fondamentali (" avverso ", " ostile ", e " opposto ", non sempre tuttavia nettamente distinti) e una certa varietà di costrutti: è adoperato infatti, riferito a persone o a cose, come attributo, come predicativo e come sostantivo; con costrutto assoluto, o seguito da preposizioni (‛ a ' o ‛ di '); infine, in locuzioni avverbiali.

Vale " avverso ", in Vn XII 6 questa gentilissima, la quale è contraria di tutte le noie; Cv IV IV 8 forza, che a la ragione pare esser contraria; XXII 5 (ancora predicativo); con costrutto assoluto, come attributo, in Cv I I 12 lo stomaco... è pieno d'omori venenosi contrarii, e in If V 30 come fa mar... se da contrari venti è combattuto; come predicativo (se non si tratti di sostantivo), in Cv II Voi che 'ntendendo 27 Trova contraro tal che lo distrugge / l'umil pensero (ripreso due volte in IX 1). I valori attributivo e predicativo si alternano nelle occorrenze di II Il 3 (due volte) e VII 9 (due volte).

Ancora in questo significato, come sostantivo, in Cv I IV 12 se le cose de la sua ragione si volgano ciascuna in suo contrario (qui c. è l'ἐναντίος, contrarius, usato nel linguaggio logico a indicare ciò che è contraddittorio rispetto a un'affermazione: v. anche III XV 9).

Più numerosi i casi in cui c. vale " opposto ": Vn XXXVIII 6 e ciò pare contrario di quello che io dico... l'uno detto non è contrario a l'altro (si noti l'uso delle due preposizioni nello stesso periodo); Cv IV X 10 le divizie... non possono dare nobilitade... con ciò sia cosa che naturalmente siano vili, e per la viltade siano contrarie [" opposte ", ma anche " nemiche "] a la nobilitade; XXI 9 celestiale anima discese in noi... in loco lo quale a la divina natura e a la etternitade è contrario, esplicita e letterale traduzione da Cicerone (Senect. XXI 77); ancora predicativo, in IV XXIV 15 e XXVII 15 (per cui cfr. Off. I XIV 43); Pg XXVIII 87 cosa ch'io udi' contraria a questa, e, come attributo, Pd III 17 dentro a l'error contrario corsi / a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte.

Con il costrutto assoluto prevale l'uso attributivo: If VII 45 colpa contraria li dispaia (gli avari e i prodighi: analogo concetto in Pg XXII 54); Pg XIII 40, XX 102, XXIX 139, XXXI 47 in contraria parte / mover dovieti mia carne sepolta; Cv IV XXIII 12 e I III 10.

Frequente, in questo significato di " opposto ", l'uso sostantivato: Rime LXXXIX 13 fu' io così ratto / in trarre a me 'l contrario de la vita, cioè la morte; Cv I VI 3 sono signori di sì asinina natura che comandano lo contrario di quello che vogliono (unici esempi di sostantivo con ‛ di '); I II 10, XI 11, XII 10, II X 8 ne le corti anticamente le vertudi e li belli costumi s'usavano, sì come oggi s'usa lo contrario; III III 9, VIII 16 e 18, IV VIII 2 (due volte) e 9, XII 3, XXV 1, XXIX 6 e 10; If XXXII 94, Pg XVII 120, XVIII 15 ogne buono operare e 'l suo contraro; XXII 54; Pd II 87 S'elli è che questo raro non trapassi, / esser conviene un termine da onde / lo suo contrario più passar non lassi; XIX 129. Così anche nell'unica occorrenza del Fiore, ove Amante si lamenta del fatto che gli accade sempre l'opposto di ciò che desidera: ogne contrario è presto a ciò ch'io voglio (XLVIII 3).

Si avvicina all'uso avverbiale il passo di Cv III Amor che ne la mente 73 Canzone, e' par che tu parli contraro / al dir d'una sorella [la ballata Voi che savete, Rime LXXX] che tu hai (ripreso in IX 2), che D. commenta più oltre: io intendo purgare la canzone da una riprensione, la quale a lei potrebbe essere istata contraria... Dico adunque in prima: ‛ O canzone... e' par che tu sii contraria ad una tua sorella '... E dico che par contrara a quella, dicendo: tu fai costei [la donna] umile, e quella [la ballata] la fa superba (IX 1 e 4, due volte): il commento riconferma il valore di " opposto " con cui l'aggettivo è adoperato.

La locuzione ‛ per c. ' vale semplicemente " invece ", " all'opposto " (Cv I XI 18 Sempre lo magnanimo si magnifica in suo cuore, e così lo pusillanimo, per contrario, sempre si tiene meno che non è; IV XIV 8), mentre ‛ in c. ' assume - fatta eccezione per Cv IV XXVI 12, dove vale ugualmente " invece " - sfumature diverse di significato, secondo il contesto: in Cv III XV 8 e 9 lo desiderio naturale... è misurato secondo la possibilitade de la cosa desiderante: altrimenti andrebbe in contrario di se medesimo... In contrario andrebbe: ché, desiderando la sua perfezione, desiderrebbe la sua imperfezione, la frase vale " agirebbe a suo danno, contro il suo interesse "; ancora con il verbo ‛ andare ', in senso proprio: quello che dirittissimo vae a la cittade... compie lo desiderio... e quello che va in contrario [" nella direzione opposta "] mai nol compie (IV XII 19); ciascuno dei tre sodomiti con cui D. ha parlato, rotando... il visaggio / drizzava a me, sì che 'n contraro [" nel senso inverso "] il collo / faceva ai piè continüo vïaggio (If XVI 26). Ancora figurato, in Pg XIII 20 Tu [sole] scaldi il mondo... / s'altra ragione in contrario non ponta [" non spinge a seguire altra via ", Grabher, che legge, come molti, pronta: ma il significato non cambia: cfr. Petrocchi, ad l.] esser dien sempre li tuoi raggi duci.

Vocabolario
contràrio
contrario contràrio agg. [dal lat. contrarius, propr. «che sta di fronte», der. di contra «contro»]. – 1. a. Opposto, contrastante: opinioni, qualità, idee c.; io sono di parere c.; questo atto sarebbe c. alla mia natura; ogni colore si...
a contrario
a contrario ‹a kontràrio› locuz. lat. («[movendo] dal contrario»). – Nella logica, ragionamento a c., argomentazione dialettica di tipo analogico che consiste nel ricavare da ipotesi contrarie conseguenze contrarie. Si contrappone al ragionamento...
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