CONTRIZIONE (dal lat. contritio)
È definita dal concilio di Trento (sess. XIV, c. 6) "dolore dell'animo e detestazione del peccato commesso, col proposito di non più peccare in avvenire". Si distingue in imperfetta, che è l'attrizione (v.), e perfetta: a quest'ultima hanno riguardo comunemente i teologi quando parlano di contrizione semplicemente. In contrapposto all'attrizione, il motivo della contrizione è il puro amore di Dio: essa è cioè l'odio al peccato commesso in quanto è offesa di Dio sommo bene, astrazione fatta dal danno che tale offesa reca al peccatore; è quindi un puro atto di carità verso Dio. È insegnamento concorde dei teologi che l'atto di contrizione (perfetta) cancelli la colpa e ridoni la grazia al peccatore; salvo tuttavia rimane il suo obbligo di confessione sacramentale. Vedi anche penitenza.