CONVENIENTIA
In greco harmonìa (ἁρμονία), homologìa (ὁμολογία). Vitruvio adopra tre volte questo termine: 1, 2, 3: "membra operis convenientia, sunt altitudinis ad latitudinem ecc."; v, 4, 9: "convenientiae ex natura vocis congruentis habent finitiones et ei conventus ecc.", dove compaiono i due sinonimi latini di congruentia e di conventus nel senso di concordanza di suoni; v, 6, 1: "musica convenientia astrorum". Solo pertanto nella prima citazione si ha un termine architettonico che mette in rilievo la vicendevole simmetria delle parti dell'opera. Nel linguaggio filosofico, il termine ricorre frequente, nel significato di sympàtheia (συμπάϑεια); in divinazione, nei fenomeni naturali e astronomici (Cicerone); in latino si alterna con constantia, coniunctio, conservatio. Assai noto il luogo del De officiis, 1, 4: nella valutazione degli oggetti che si percepiscono con gli occhi - e, quindi di tutte le opere d'arte - solo l'uomo, a differenza degli animali sente, la pulchritudo, la venustas (la grazia), la convenientia partium: solo l'uomo ha il senso della proporzione e della simmetria.