convergenza nella crescita
convergènza nella créscita locuz. sost. f. – Espressione utilizzata per indicare l’ipotesi secondo cui i paesi più poveri mostrano tassi di crescita più alti di quelli più ricchi, raggiungendo nel tempo il loro stesso livello di PIL pro capite, nota anche come ipotesi di catching up (raggiungimento). L’ipotesi di convergenza deriva dai modelli di crescita ispirati dal lavoro dell’economista R. Solow, nei quali il livello di tecnologia determina la produttività di un Paese, ossia il grado in cui vengono sfruttate le risorse economiche di lavoro e capitale (i paesi più poveri sono tali perché dispongono di tecnologie meno avanzate di quelle usate dai paesi più ricchi). Viene inoltre ipotizzato che l’uso della tecnologia abbia rendimenti di scala decrescenti e che la conoscenza tecnologica possieda le proprietà di un bene pubblico. I paesi meno sviluppati riuscirebbero quindi nel tempo non soltanto a sfruttare le opportunità del progresso tecnologico mondiale, ma anche a trarne, visti i rendimenti per essi più alti, maggiori possibilità di crescita. Le analisi empiriche non sembrano tuttavia mostrare evidenza sufficiente per corroborare l’ipotesi di convergenza, in quanto i paesi più poveri non sembrano mostrare tassi di crescita di lungo periodo più alti e risultano divergere piuttosto che convergere. Le risposte a questo paradosso sono differenti: da una parte gli economisti dello sviluppo endogeno hanno introdotto il concetto di convergenza condizionale e considerano il capitale umano di un Paese uno dei fattori chiave della crescita (l’ipotesi di convergenza risulta valida solo per paesi che mostrino un determinato livello di capitale umano); altri economisti sottolineano, invece, come il progresso tecnologico non sia né automatico né soggetto a rendimenti decrescenti, per cui paesi che rimangono indietro dal punto di vista tecnologico rischiano di vedere aumentare, piuttosto che diminuire, le differenze con quelli sviluppati.