convincere
. Vale " vincere " nel senso di " confutare " (com'era nell'originario significato del latino vincere), in Cv IV II 16 e poi, quelli convinti, la veritade mostroe.
In Cv IV III 10 la vertude de la veritade, che ogni autoritade convince, l'idea della dimostrazione irrefutabile che è a base del confutare, comporta una misura di superiorità di chi convince su chi è convinto: la forza della verità supera ogni autorità, del filosofo e dell'imperatore, nel rigettare le definizioni della nobiltà come antica ricchezza e belli costumi e come possessione d'antica ricchezza (§ 7; cfr. I §§ 4-9). In questa accezione il verbo è in Chiaro Novella gioia 22 " Di nullo bene è prode / chi lo convince e lassa ". Il verbo appare anche come variante erronea (convincerebber in luogo di comincerebber) in Pd XIII 90; cfr. Petrocchi, ad l.