SLOCOMB, Cora
– Nacque a New Orleans, in Louisiana, il 7 gennaio 1862, figlia unica di Cuthbert Harrison (1831-1873), senior partner della Slocomb, Baldwin & Co., e di Abigail Sarah Day (1836-1917), seguace del culto quacchero.
Durante la guerra civile americana, il padre si distinse come ufficiale della 5ª compagnia del Washington Artillery di New Orleans, di cui fu promosso capitano e comandante nel 1862. Arricchitosi nel mondo della finanza e delle assicurazioni mercantili, Cuthbert Slocomb si impegnò in molteplici attività umanitarie e filantropiche, soprattutto a favore dei ceti popolari, i più esposti alle conseguenze delle alluvioni che colpivano periodicamente la Louisiana. Durante uno di questi cataclismi, contrasse il virus che lo condusse alla morte quando Cora era appena undicenne.
In quegli anni, il processo di emancipazione delle donne stava compiendo grandi passi avanti negli Stati Uniti. Le giovani americane disponevano di una certa libertà di movimento nelle relazioni sociali e personali. Non si trattava soltanto delle conquiste conseguite dal movimento femminista delle suffragiste nelle grandi e ricche città della East Coast, quanto del generale riconoscimento di diritti, anche in Stati periferici come lo Wyoming, il primo al mondo a concedere il diritto di voto alle donne nel 1868. Cora seppe trarre profitto da questi fermenti culturali e sociali.
Avendo ricevuto un’educazione accurata, particolarmente attenta allo studio delle lingue straniere e di impronta cosmopolita, a diciotto anni parlava correntemente francese e tedesco e aveva già compiuto numerosi viaggi in Europa.
A ventun anni fu ammessa all’Accademia di Monaco per studiare pittura con il maestro Frank Duveneck, originario dell’Ohio. Dotata di talento artistico, dipinse numerosi e apprezzati acquerelli e realizzò delicati schizzi per illustrare i romanzi che lei stessa scriveva.
Nella primavera del 1887 conobbe a Roma il conte Detalmo Savorgnan di Brazzà, appassionato di ingegneria civile, inventore e filantropo nonché fratello dell’esploratore del Congo, Pietro. Accomunati dall’anticonformismo, dalla passione civile e dall’attenzione per il mondo dei più poveri, il 18 ottobre si sposarono a New York. Due mesi dopo, Cora si trasferì in Italia stabilendosi con il marito nel castello di Brazzà, nel comune udinese di Moruzzo in Friuli-Venezia Giulia, alternando questa residenza con quella di palazzo Brazzà a Roma. In Friuli avviò una vasta opera filantropica, imprenditoriale ed educativa introducendo nella società locale, ancora legata a schemi feudali, i valori del lavoro e dell’iniziativa individuale peculiari della società e della cultura nordamericane.
L’8 settembre 1891 Cora e Detalmo organizzarono nel parco del castello la prima Esposizione agricola locale di emulazione fra i contadini. L’allestimento della mostra coinvolse sette comuni limitrofi di Udine con lo scopo di far conoscere i progressi agricoli e le principali produzioni friulane. In questa occasione la contessa istituì il premio sulla Creatività.
In una fase di profondi mutamenti economici e sociali come quella della seconda rivoluzione industriale, contrassegnata dall’avanzata dei grandi opifici e dal processo di catching up del Paese, nel 1891 istituì la prima della sette scuole-cooperative femminili per l’insegnamento dell’arte del merletto a fuselli, da lei introdotto in Friuli, il ricamo e la tessitura, con l’obiettivo di elevare le misere condizioni di vita delle donne nelle campagne. Credeva che l’indipendenza economica potesse contribuire ad accrescere la loro autostima e a favorirne l’emancipazione. Un anno dopo la fondazione della prima scuola, già un centinaio di ragazze, dai sette ai venti anni, avevano imparato l’arte dei fuselli.
Le sue iniziative si estesero presto nelle diverse regioni italiane per opera di una rete di nobildonne e dame borghesi che ne seguirono con entusiasmo gli orientamenti filantropico-imprenditoriali con l’obiettivo di sottrarre le giovani alle più brutali forme di sfruttamento del lavoro a domicilio.
Grazie alla raffinata formazione culturale, Cora creò disegni originali per i merletti, in cui l’antico si fondeva con il moderno, assai apprezzati in Europa e, soprattutto, negli Stati Uniti. Durante la grande World’s Fair: Columbian Exposition di Chicago del 1893, la contessa fu premiata con una medaglia d’oro per la collezione di preziosi ricami e merletti, affidatile dalla regina Margherita e da altre nobildonne italiane, da lei esposti nello spazio dedicato all’Italia come Italian lace exhibit e Queen’s laces. In quella occasione Cora pubblicò anche A guide to old and new lace in Italy, exhibited at Chicago in 1893 (Chicago 1893) e svolse un appassionato discorso su Life of the italian woman in the country parlando delle contadine friulane. Il campionario esposto a Chicago fa adesso parte della collezione di merletti del Museum of arts di Filadelfia.
Le sette scuole da lei create si distinsero ottenendo riconoscimenti a livello internazionale: due medaglie d’oro alla grande Esposizione di Parigi del 1900 e speciali onorificenze a Londra (1904), Liegi (1905) e in altre città d’Europa. Nel 1903, per organizzare la vendita di merletti e manufatti, fu creata a Roma la società cooperativa Le industrie femminili italiane (IFI). Nel corso della prima assemblea Cora fu eletta presidente del consiglio di amministrazione, mentre il marito Detalmo assunse la carica di segretario. Con la fondazione della cooperativa l’attività imprenditoriale della contessa compì un salto di qualità.
Le IFI erano organizzate in ventiquattro comitati regionali, oltre che in numerosi sottocomitati, sparsi in tutta la penisola e a capo dei quali operavano abili ‘patronesse’ che riuscirono a creare stabili ed estesi mercati mediante una rete ben ordinata di succursali, di rappresentanze, di agenzie che avevano già funzionato con profitto a Milano e Torino. I loro prodotti conseguirono un enorme successo, in particolare, alla Esposizione universale di Milano del 1906.
Tutti i manufatti prodotti dall’organizzazione erano stoccati presso i magazzini della sede principale delle IFI a Roma e da qui esportati in tutto il mondo e, innanzitutto, negli Stati Uniti dove sorsero punti di vendita a New York, Saint Louis, Baltimora, Washington e New Orleans. A New York venne anche fondata una scuola di merletti simile a quelle create in Italia, per aiutare le figlie degli immigrati italiani procurando loro lavoro.
Sempre con l’obiettivo di favorire l’occupazione femminile in Friuli, fondò a Fagagna (Udine) anche una fabbrica di giocattoli: bambole vestite con costumi tradizionali friulani, colombe bianche da appendere sulle culle e animali di peluche. Lei stessa disegnava i modelli e ne importava i materiali dagli Stati Uniti. Con lo scoppio della prima guerra mondiale la fabbrica chiuse i battenti per le difficoltà incontrate nell’approvvigionamento delle stoffe.
Inoltre, la contessa organizzò la rete di diffusione e di distribuzione in tutta Europa, fino a includere Pietroburgo, delle viole di Brazzà, grandi, bianche e di intenso profumo, create dal cognato Filippo Savorgnan di Brazzà e coltivate dalle donne del posto lungo i filari delle viti. Promosse, altresì, l’industria dolciaria Delser di Martignacco per la produzione artigianale di biscotti, messi in commercio con il nome di Brazzà, rimasti sul mercato italiano sino alla fine degli anni Cinquanta.
Fu anche un’attivista del movimento per la pace e la non violenza. In occasione dell’Esposizione di Chicago era stata eletta presidente del Committee on peace and arbitration dell’American council of women (ACW), la più antica associazione di donne degli Stati Uniti. Nel 1897 partecipò al meeting dell’ACW come delegata di New York della Universal peace union. In quell’anno progettò anche la bandiera della pace Pro Concordia Labor, a sostegno del binomio pace-lavoro in una prospettiva patriottica, e formulò le Sette regole dell’armonia per contribuire alla diffusione dello spirito e del pensiero di pace fra i bambini da parte di genitori e insegnanti. Una di tali regole era rivolta alla difesa, tutela e protezione degli animali e, più olisticamente, alla conservazione e difesa di «tutte le creature del mondo animale e vegetale».
La sua attività di scrittrice trasse ispirazione dalle stesse tematiche. Nel 1896, aveva pubblicato a Boston la commedia A literary farce e il romanzo An American idyll, con illustrazioni di sua mano, sullo scontro fra razza, cultura e genere (bianchi e indiani, scienza e natura, uomo e donna).
Il sostegno da lei dato al rispetto dei diritti umani la determinò a lottare contro la pena di morte. Negli Stati Uniti, grazie al suo impegno e a una rete di potenti amicizie, riuscì a far assolvere Maria Barbella, una giovane semianalfabeta immigrata dalla Basilicata accusata di omicidio, prima donna al mondo condannata alla sedia elettrica.
Fra le ultime iniziative della contessa va ricordato il progetto per l’istituzione, a Santa Margherita del Gruagno (Moruzzo, Udine), di una scuola estiva internazionale di arte, musica, lingue, agricoltura, economia domestica e lavori manuali. Tuttavia, questo ambizioso programma non fu mai realizzato così come non ebbe modo di implementarsi il programma economico-educativo destinato a dare slancio all’economia calabrese all’indomani del terremoto del 1905, basato sulla formazione professionale di donne e bambini indigenti, da lei delineato nel testo Relief for Calabria (Reggio Calabria 1906).
Nel 1906, venne colpita da una improvvisa malattia mentre rientrava a Brazzà dalla Calabria, dove aveva contribuito a organizzare i soccorsi dopo il sisma. Ricoverata in una casa di cura per malattie mentali, non riacquistò più piena coscienza di se stessa né dei propri familiari.
Le iniziative imprenditoriali ed educative attivate dalla contessa continuarono ancora per qualche tempo. Nel 1916 venne allestita a Udine la I Mostra del giocattolo italiano. Le creazioni di Fagagna, incoraggiate a suo tempo dall’imprenditorialità di Cora, riscossero un buon successo. Invece, il 31 ottobre 1921, dopo trent’anni, la scuola di Brazzà di Santa Margherita cessò di esistere e la sua eredità si trasferì alla scuola di merletti a tombolo di Fagagna.
Morì a Roma il 24 agosto 1944. L’avevano preceduta il marito Detalmo, di diciotto anni più grande, deceduto nel 1920, e la loro unica figlia, Idanna, che aveva sposato il generale Giuseppe Pirzio Biroli, scomparsa nel 1940.
Opere. The Italian woman in the country, in M. Kavanaugh Oldham Eagle, The congress of women. Held in the woman’s building, world’s Columbian Exposition, Chicago, U.S.A., 1893, Chicago 1894, pp. 697-703.
Fonti e Bibl.: Firenze, Archivio privato di Idanna Pucci.
I. Pucci, Il fuoco dell’Anima, Milano 1994; Ead., La signora di Sing-Sing. No alla pena di morte, Firenze 2002; M. Toppazzini Tondello, C. S. di Brazzà Savorgnan, Moruzzo 2002; Le Industrie femminili italiane, a cura di G. Porpora, Perugia 2004, pp. XLIII-XLVI; A.G. Fiorentin, L’Art Nouveau di un’americana in Friuli. C. S. di Brazzà, in La Panarie, n.s., XXXVIII (2005), pp. 81-90; B. Polese, Dalla Scuola merletti in punto ad aria alla Scuola dei merletti di Burano: note e riflessioni in margine all’opera di C. S. Savorgnan di Brazzà, in Arte/Documento. Rivista e collezione di storia e tutela dei beni culturali, 2007, n. 23, pp. 221-223; A. Castagnoli, L’imprenditoria femminile nell’Italia unita, in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Tecnica, Roma 2013, pp. 401-406; R.L. Barnum, History and minutes of the National council of women of the United States, 1888, https://iiif.lib.harvard. edu/manifests/view/drs:2574304$1i (17 luglio 2018); F. di Brazzà, Slocomb di Brazzà Cora, in Dizionario biografico dei Friulani, http://www. dizionariobiograficodeifriulani.it/?s=slocomb (7 nov. 2018); C. Pirzio Biroli, La mia bisnonna Cora Slocomb (1862-1944), http://www.castellodibrazza.com/spazio-brazza/il-museo-storico-pietro-di-brazza-savorgnan/una-grande-famiglia/mia-bisnonna-cora-slocomb-1862-1944 (7 nov. 2018).