coraggio
Il termine (dal provenzale coratge) torna, sempre in poesia (ma mai nella Commedia), dodici volte: undici volte in rima al singolare e in un caso al plurale (coraggi). Ha il significato originario di " cuore ", " animo ", in Rime LXIII 11 e di': " Meuccio, que' che t'ama assai / de le sue gioie più care ti manda, / per accontarsi al tu' coraggio bono "; LXXXIII 38 'l saggio non pregia om per vestimenta / ... ma pregia il senno e li genti coraggi; Rime dubbie XXIV 3 In due voler' travagliami il coraggio, / e combattuto son da lor sovente; Fiore XLIII 11, XLIX 12, LXVII 14, CXLVIII 10, CLXXVI 6.
Con il significato più specifico di " volontà ", " intenzione ", " disposizione " dell'animo, in Fiore XCVI 9 'l salvamento vien del buon coraggio, e CXIV 5 coraggio / di volere studiar in chericia. Lo stesso valore in CXXXV 12 e tuttor sì vi mostra buon coraggio, / e servirebbevi a dritto e a torto / come que' ch'è cortese e prode e saggio: il Petronio annota che l'espressione buon coraggio corrisponde al Roman de la Rose 12292 " bele chiere ".
Ha il significato di " opinione ", " parere ", " pensiero ", in Rime XLII 9 Poi piacevi saver lo meo coraggio, / e io 'l vi mostro di menzogna fore.