CORATO (A. T., 27-28-29)
Città della provincia di Bari, sul pendio orientale delle Murge di NO., tra la fascia litoranea barese, fittameme coltivata a colture arboree, e la superficie propriamente murgiana, data fino a qualche decennio fa quasi esclusivamente a pascoli e a seminativi. Oltre che a questa sua particolare disposizione lungo la linea di distacco fra due diverse zone economiche, Corato deve la sua origine alla breve area di terreni argillo-sabbiosi su cui sorge e che forma una delle poche oasi plistoceniche fornite di falde acquifere in mezzo alla vastissima superficie carsica della Puglia centrale. La città dispone per l'appunto di una falda di acque freatiche, la quale, gonfiata nei primi tempi d'esercizio dell'Acquedotto Pugliese dall'afflusso delle acque di rifiuto che venivano assorbite nel sottosuolo permeabile, si sopraelevò nel 1921 e nel 1922 di alcuni metri, invadendo gli scantinati di molte abitazioni e compromettendone la stabilità. La città è costituita da un nucleo più antico, a forma circolare, e da un anello di costruzioni moderne che lo avvolge; è notevole centro d'istruzione secondaria (liceo-ginnasio e scuola di avviamento). Il comune di Corato è uno dei più grossi comuni rurali del Mezzogiorno d'Italia, e fortemente accentrato (nel 1921, 48.956 abitanti, di cui 47.930 nel centro urbano). Il suo territorio è vasto 167,73 kmq. ed è ricco di orti, vigneti, oliveti e mandorleti; nelle aree più lontane dal centro, verso l'alta Murgia, domina il seminativo. La ricca produzione agraria ha fatto sorgere e sviluppare industrie vinicole e olearie.
Bibl.: C. Colamonico, Le cause del sopraelevamento della falda acquifera nel sottosuolo di Corato, Bari 1922.
Monumenti. - Pur ricordata nel sec. XI da Guglielmo Appulo nel poemetto sulle gesta dei Normanni, Corato non conserva che poche vestigia medievali. La chiesa di S. Maria Maggiore, dipoi ampliata e quasi rifatta, fu costruita nel sec. XIII, come accenna anche il gran portale, sormontato da un archivolto ogivale che incornicia un austero altorilievo. È possente la sua torre campanaria pure dimezzata: bifore e trifore dànno slancio alla scura costruzione romanica. Notevole la chiesetta di S. Domenico (sec. XIV), con tozzo campaniletto romanico in vòlte gotiche a costoloni. Interessanti i particolari ornamentali di alcuni edifici civili, come la finestra del Palazzo Catalano (primi del 1500), due grandi portali presso piazza S. Francesco, il palazzo Ottinera a bugnati a punta di diamante di derivazione catalana. Maestoso il monumento a Matteo Renato Imbriani del Gallori. A tre chilometri da Corato, l'epitaffio ricordante la disfida di Barletta (1503); e nel suo territorio Castel del Monte (v.).