CORAZZATURA (XI, p. n55)
Corazzatura dei carri armati. - I mezzi corazzati (v. anche carro armato in questa App.) hanno richiesto, per far fronte alle maggiori capacità perforanti dei proiettili, due classi di protezione: piastre sino al 25÷35 mm e piastre di spessore superiore, dai 40 ai 70 mm.
La soluzione siderurgico-tecnologica venne, per le piastre a spessore inferiore ai 35 mm., ottenuta, nel primo tempo, con lamiere di acciaio legato al cromo nichel-molibdeno (Ni = 2,5 ÷ 3,5; Cr = 1,5 ÷ 0,9; Mo = 0,3 ÷ 0,4) trattato omogeneamente (tempera e rinvenimento), in guisa da arrivare ad un adatto compromesso tra resistenza e fragilità.
Nel successivo intensificarsi delle produzioni belliche le difficoltà di rifornimento delle materie prime strategiche imposero una stretta economia dei più pregiati correttivi per acciaio, e quindi la ricerca di leghe meno ricche per la fabbricazione industriale in serie delle piastre di corazzatura omogenee. Per quanto siano stati diversi e segreti gli studî e le prove compiute nei varî paesi, in relazione alla non disponibilità (diversa per ciascuno) dei correttivi per acciaio, si può affermare che, in definitiva, le soluzioni sostitutive furono pressoché uniformi: a) piastre corazzatura sino a 25 mm. di spessore: acciaio al Cr - Si, con composizione media: C = 0,38 ÷ 0,40; Cr = 1 ÷ 2,5; Si = 1,5+ 0,9; b) piastre corazzatura da 25 a 35 mm. di spessore: acciaio al Cr - Mo, qualche volta con presenza di Va intorno al 0,2.
Le corazzature di spessore superiore ai 40 mm., sull'esperienza delle applicazioni navali, si sono ottenute con piastre a duplice trattamento (tempera e rinvenimento nel cuore-cementazione superficiale), partendo da acciai dolci con carbonio basso, intorno a o,20. L'allegazione, partita dall'optimum cromo-nichel-molibdeno, nel tempo ed a causa delle difficoltà di disponibilità di correttivi, si è spostata verso acciai al Cr-Mo e Cr-Va-Mo, entrambi con tenori di nichelio ridotti, più o meno, a seconda i tipi e gli spessori. La funzionalità di tale secondo tipo di piastre (destinato alla protezione delle parti più vitali dei mezzi corazzati di maggiore potenza) non ha consentito l'eliminazione completa dei correttivi più rari (Ni-Mo-Va), senza inficiare gravemente il comportamento resistente - specialmente sotto il requisito della fragilità - alla contundenza dei proietti di calibro maggiore (semi-perforanti o ad effetto pronto) delle normali artiglierie, tutte preparate, come innanzi detto, alla difesa anticarro. L'azione di tali proietti, data la grande differenza tra energia d'impatto e inerzia della massa metallica colpita, non essendo più di perforazione netta, si traduce in un'azione di contundenza violenta che, anche per la minore rapidità, trasmette la forza viva d'urto all'intera lamiera e dà effetti di tranciatura, stacco tamponi e tendenza ad incrinature profonde.
Per rispondere più efficacemente al requisito della non fragilità, nell'adozione di soluzioni sostitutive, sono state realizzate presso alcune nazioni e per impieghi che lo consentivano, piastre di corazzatura con acciai austenitici irreversibili a fortissima capacità di deformazione - base manganese - con piccoli tenori di vanadio, wolframio o zirconio, aventi questi il solo scopo di deossidare a fondo, e potenziare i costituenti principali.
Nella rassegna delle soluzioni adottate per la fabbricazione delle scudature per i mezzi corazzati, va anche ricordato l'uso fatto di piastre o parti sagomate protettive in acciaio fuso legato al Cr-Ni, termicamente trattate: i risultati - convenienti dal lato produttivo - non sono però stati molto soddisfacenti dal lato resistenza e peso, per cui il sistema non ha avuto le larghe applicazioni che si auspicavano.
Circa i processi produttivi non vi sono particolari diversificazioni dai diagrammi operativi impiegati nelle corazze per navi; anche per questi prodotti grande importanza assume il sistema di fabbricazione: nella preparazione del bagno (preferenza decisa ai forni elettrici tipi Heroult o ad induzione ad alta frequenza), nella sua deossidazione ed affinazione, nei sistemi di laminazione e specialmente nei trattamenti termici.
Come per le scudature da navi, le prove di collaudo degli elementi fabbricati, oltre tutti i collaudi metallurgici, metallografici e tecnologici, comprendono prove al tiro. Tali prove vengono fatte con armi di calibri, velocità iniziali, proietti, distanze di tiro ed angoli d'impatto stabiliti per ogni tipo di piastre, sulla base della velocità limite per la stretta perforazione.