CORDA o Fune (dal gr. χορδή, lat. chorda "corda di minugia"; fr. corde, cable; sp. cuerda, cable; ted. Seil; ingl. rope)
Complesso di fili variamente ritorti usato per legatura, imballaggio, sollevamento di pesi, attrezzatura navale, attrezzatura per la pesca, trasmissione di forza meccanica e simili. La corda o fune prende anche altri nomi, secondo l'uso cui è destinata: così canapo, è una grossa fune usata per sollevare pesi o marmo; gomena, il canapo cui si attacca l'ancora, ecc.
La corda è costituita dalla riunione di più lignoli o trefoli (normalmente tre o quattro), ciascuno dei quali risulta di un determinato numero di fili elementari fra loro ritorti. I lignoli hanno una torsione contraria a quella dei fili che li compongono e sono fra loro riuniti con torsione inversa alla propria; da questo contrasto risulta l'equilibrio che mantiene la corda in formazione. Essa è composta, o di fibre animali (cuoio), o di fibre vegetali (canapa, manilla, sisal, cotone, cocco, ecc.), o di materia metallica (ferro, acciaio, rame, ecc.). La fabbricazione può aver luogo a mano, semi-automaticamente, a macchina. Per i particolari su questi diversi tipi di fabbricazione e sugli strumenti e macchine usate v. canapa.
I tipi di corda sono svariatissimi e si distinguono soprattutto dal modo di accoppiamento di fili e di lignoli e dal loro trattamento, secondo i diversi scopi cui le corde sono destinate.
1. Corde lisce o lavate o cavetti. - Sono a quattro (o tre) lignoli, per lo più di canapa e specialmente di stoppa e cascame di canapa. I lignoli, prima di essere commessi, subiscono una strisciatura sull'aia con lavatura in modo che la superficie di essi diventi lucida, come fosse incollata. Questo tipo di corda serve per usi comuni; misura da 4 a 50 mm. di diametro, e si smercia in rotoli, lunghi per lo più 50, 100, 200 metri. I principali paesi consumatori sono l'America del Sud e l'Oriente Mediterraneo.
Le lime e limette sono semplici trefoli strisciati, e si vendono come tali per usi comuni e agricoli di legatura.
Quando non si striscia il trefolo, bensì la corda dopo la commettitura, si hanno le corde per imballo, le quali presentano una superficie liscia e scorrevole, necessaria per l'uso cui sono adibite.
Per ottenere lo scopo opposto, ossia di impedimento alla scorrevolezza, come è specialmente necessario per i ponteggi di fabbrica, si procede a una doppia commettitura, ossia si fa una corda i cui trefoli sono già corda alla loro volta, e che si chiama corda granita, a superficie molto scabra e rugosa.
2. Corde di resistenza e funi per trasmissioni, gru, argani, ecc., senza strisciatura né lavatura. - Le corde comuni di questo tipo sono rotonde, a tre o quattro lignoli, di metallo, o più spesso di canapa, talvolta di sisal o cotone, raramente di cuoio. Queste ultime sono poco resistenti, poco flessibili e per questo difetto sono per lo più sostituite da corde intrecciate di cuoio, esse pure usate però in casi speciali. Le corde di cotone, gregge o catramate o grafitate (per resistere alle intemperie), sono molto costose e sempre meno resistenti di quelle di canapa, ma sono molto flessibili e molto regolari e quindi preferibili, per es., per impianti elettrici di illuminazione. Le corde di sisal, quantunque un po' meno resistenti, sono più leggere ed economiche di quelle di canapa, e quindi adoperate, come queste, su vasta scala.
Oggi alle corde rotonde si sostituiscono con vantaggio le corde intrecciate a sezione quadrata, ottenute con una pesantissima macchina trecciatrice speciale, della quale esistono pochi esemplari in tutto il mondo (e uno dei migliori è in Italia), e che ripete in grande il procedimento delle comuni macchinette per far trecce; da essa può ottenersi la corda lunga esattamente quanto si vuole, ciò che è importante nella pratica applicazione. Le corde quadre sono per lo più di otto lignoli, raramente di sei, e vengono bene essiccate e stirate dopo la lavorazione, ed avvolte in tensione su aspi speciali, in modo da riuscire quasi inestensibili. La formazione, essendo tutta meccanica, da quella dei lignoli alla loro intrecciatura, permette una resistenza più uniforme; la sezione quadrata impedisce alla corda di girare (inconveniente questo delle corde rotonde); la preparazione annulla o quasi gli scorrimenti dei fili gli uni sugli altri; l'adesione alle gole delle pulegge è maggiore che non sia nelle corde rotonde, verificandosi essa secondo una superficie di appoggio e non secondo due semplici direttrici; il peso è minore a parità di sezione e l'elasticità è maggiore; le giunture sono più facili e le possibilità di velocità sono maggiori.
Spesso la trazione a corde è più vantaggiosa di quella a cinghie. La perdita di energia, in buoni impianti, può contenersi entro il due per cento di quella da trasmettere: sono sufficienti pulegge più piccole e più strette, dotate di diverse gole, e quindi di diverse corde indipendenti ma concomitanti; si possono direttamente allacciare alberi abbastanza lontani e anche non del tutto paralleli fra loro.
Le trasmissioni metalliche si usano specialmente per le maggiori distanze, e quanto più fini e numerosi sono i fili che compongono i trefoli e quanto maggiore il numero dei trefoli nella corda, tanto maggiore è la flessibilità di questa. Se la corda è intrecciata, quadrata o poligonale, essa può perfettamente aderire attorno a tamburi di assai modeste dimensioni, come quelli di argani, montacarichi e simili. Le corde metalliche sono indispensabili per pozzi di miniere, specialmente per i più profondi, per ferrovie aeree, per piani inclinati e per uso marittimo. Possono essere gregge o zincate, secondo i luoghi e gli scopi. Per ottenere maggiore flessibilità si dà talvolta nelle corde metalliche alla commettitura lo stesso senso di torsione adottato per la formazione dei lignoli, o si arriva fino all'intrecciatura a gherlino, ossia a una vera e propria corda granita a duplice commettitura. S'intende che quando le corde raggiungono una certa grossezza, tanto il lignolo quanto la corda hanno internamente un'anima vegetale. Le corde metalliche di rame servono per trasporto di energia elettrica.
3. Cordami, o cavi, per marina. - Questi tipi si corda possono essere: metallici, come i cavi stanti, i cavi per manovra, ormeggio, verricelli, ecc., i cavi da rimorchio, ecc.; vegetali, e cioè di canapa, specialmente per usi fuori acqua, di manilla o di sisal, specialmente per impiego in acqua, essendo dette fibre più leggiere della canapa, infine di cocco per cavi a miglior mercato, molto usati nelle marine mercantili e nelle tonnare a sostegno delle reti.
I cavi vegetali sono per lo più a tre lignoli e si usano (come i cavi metallici) per le diverse alberature dei velieri (trinchetto, maestra, mezzana e contromezzana), per sartie, stragli, paterazzi, venti, briglie, amantigli, ecc., oppure per gomene e cavi da ormeggio, da rimorchio, da disincaglio, da varo di navi, non esclusi i più moderni colossi transatlantici per i quali occorrono enormi cavi di speciale e accurata preparazione per raggiungere date resistenze e cedere solamente a dati sforzi di strappo.
4. Minutenze. - Si dà questo nome ai differenti tipi di piccole corde, diversamente composte e destinate a varî usi, fabbricate quasi sempre con canapa, eccezionalmente con manilla o iuta, e vendute al minuto in matasse, o gomitoli. I tipi più noti sono:
Comandi a più capi per macchine, filastiche, greggi o catramati. Sono semplici lignoli a torsione floscia, per guarnizioni. Ordinariamente sono di canapa; si usano di iuta per le condutture di acqua potabile, nelle quali la canapa lascerebbe sfuggire qualche fibrilla.
Comandi, lusini o lezzini, merlini per marina e pesca, greggi o lavati o lucidati o catramati. Sono semplici lignoli ordinariamente a due, tre, quattro capi, con sopratorsione sul filato; per lo più di canapa, talvolta di iuta. I comandi sono a torsione meno serrata dei lusini e merlini; questi ultimi sono a torta rovescia. Entrano in questa categoria i corraini, con lucidatura su filo unico prima della sopratorsione, e che servono per sostegno di certe reti da pesca. Si fanno di buona canapa.
Rafforzini a mano. Sono piccole corde, lavate di solito dopo la commettitura e composte per lo più di canapa filata a umido, raramente di iuta. Servono come cordette di speciale resistenza per infiniti usi comuni: di legatura, cucitura. ecc.
Forzine, ritorti da pesca. Sono corde sottili, i cui trefoli spesso si preparano in torcitura a due, tre, quattro capi. Vanno da tre a sette trefoli di refe di canapa a secco, eccezionalmente di iuta. Vi sono infinite variazioni di torsione secondo le destinazioni; i ritorti differiscono dalle forzine per essere lucidati sul lignolo prima della commettitura, mentre le forzine possono lasciarsi gregge o lucidarsi in corda. Entrano in questa categoria i palangri (forzine di canapa a torsione fortissima, ottenute da refi a tre capi tanto a umido quanto a secco) greggi o tannati, e i tipi detti curricanes, per l'Oriente europeo, fatti d'impasti di canapa a buon mercato, per bardature e simili.
Si può dire che ogni mare abbia le sue preferenze, o meglio che i pescatori di ogni mare ritengano più appropriati dati tipi per dati ambienti e date qualità di pesce; ecco la ragione delle infinite varietà richieste dal Mar Nero ai mari glaciali.
Corde strafforzinate, per aviazione e per aeronautica. Sempre a tre lignoli di refe a secco, di canapa della migliore qualità, in misure varie secondo lo sforzo cui dette corde debbono essere sottoposte. Questo prodotto italiano è molto apprezzato e ricercato all'estero, specialmente negli Stati Uniti.
Sagole speciali per marina. Composte di quattro lusini e quattro merlini greggi, di canapa di prima qualità, ritorti fra loro.
Corde intrecciate: per tende e bandiere, di dimensioni varie, quasi sempre di canapa, con intreccio semplice o doppio, con o senz'anima, con filato a umido o a secco; per tende "septain", a sei capi di spago lucido, di canapa, ritorti intorno a un'anima di refe (in questi tipi entrano le corde intrecciate per trolley, di varie misure e qualità); per alpinisti, di canapa o di sisal, di composizioni svariate, adatte per nevaio o per roccia, tutte a otto trefoli, a volte composti di refe, parte diritto e parte rovescio, a volte composte di fasci di fili paralleli; per loch, di canapa di buona qualità, sempre a otto trefoli di spago lucido, per scandagli marini, misurazioni di correnti, di velocità di marcia in mare, ecc.; per suole di scarpe di tela o da montagna, di canapa o di iuta (per le alpargatas dell'Argentina), con o senz'anima, e sempre a cinque lignoli, di varie composizioni a secco o a umido; per azionare fusi, di cotone America 1ª, a molti lignoli di refe a più capi; per guarnizioni, a sezione quadrata, di canapa o di iuta, da 10 fino a 35 mm. di lato, con o senz'anima secondo le dimensioni.
La produzione delle minutenze in Italia supera i kg. 500.000 annui, mentre quella totale delle corde supera certamente i chilogrammi 15.000.000 di cui in media si esporta una quarta parte.
Bibl.: La corda e le sue applicazioni (pubblicata dalla Corderia nazionale già Carrena & Torre), Sampierdarena 1911.