CORDIERITE (da P. L. Cordier, geologo francese)
Silicato cui si attribuisce la formula (Mg, Fe)2Al4Si5O18 con acqua per un principio di alterazione. Cristallizza nella classe bipiramidale del sistema rombico con a: b: c = 0,5871 : 1 : 0,5584 (Miller); sfaldatura distinta secondo (010), frattura concoide. Ha durezza 7 a 7,5, peso specifico 2,60-2,66. Lucentezza vitrea, colore da azzurro a azzurro bruno. Le proprietà ottiche, come il peso specifico, variano con il contenuto in ferro. Le cordieriti sono in generale biassiche negative con angolo variabile degli assi ottici, il cui piano è parallelo a (100), e bisettrice acuta normale alla base. Pleocroismo forte, con diverso colore degli assi, variabile da azzurro violaceo a giallo. Esse sono difficilmente fusibili al cannello e pochissimo attaccate dagli acidi.
Spesso per alterazioni si sostituiscono pseudomorficamente alle cordieriti scaglie, fogliette e aggregati granulari o fibrosi di miche e cloriti talvolta colorati in rosso per formazioni d'ossido di ferro. A queste varietà naturali opache, poco dure, formate per decomposizione idrotermale o per secolare alterazione atmosferica, si dànno i nomi di pinite, faxlunite, clorofillite, pirargillite, ecc.
La cordierite si trova negli gneiss come prodotto del metamorfismo di contatto, e anche in rocce granitiche o porfiriche. Si rinviene in Toscana (nell'isola d'Elba) e nella trachite a Donoratico in provincia di Pisa. I più bei cristalli vengono dalla Baviera e dal Madagascar; le varietà gemmifere dette joliti da Ceylon.