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CÓRDOBA

di Piero LANDINI - * - Enciclopedia Italiana (1931)
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CÓRDOBA (A. T., 160-161)

Piero LANDINI
*

Città dell'Argentina, capoluogo della provincia omonima, a 31°25′15″ di lat. S., e a 64°11′16″ di long. O., a 440 m. s. m., sul Río Primero, che nasce dalla Sierra de Córdoba e termina nel Mar Chiquita. È una delle principali città della repubblica (220.000 ab. nel 1928). Ha clima temperato caldo (media annua 16-17°), con 10° in giugno e 23° in gennaio; si avvertono peraltro minimi di − 9° e massimi di 42°. La città si è andata sviluppando tanto sulla sponda destra quanto sulla sinistra del fiume; possiede una bella cattedrale, che dalla piazza di San Martin domina la città. Sino al 1869, anno in cui vi giunse la prima ferrovia, ebbe scarso movimento; attualmente è centro ferroviario importantissimo. Accanto alla vecchia Córdoba si è andata sviluppando la nuova, con ampî quartieri, tra cui quello chiamato appunto Nueva Córdoba.

Storia. - Fondata il 6 luglio 1573 da Luis Jerónimo de Cabrera, col nome di Córdoba la Llana, sede di vescovado dal 1700, e poi dal 1782 dell'intendenza di Tucumán, Córdoba ha tratto la sua particolare fisionomia storica dal fatto di essere stata, nel periodo coloniale, il maggiore centro culturale delle provincie del Río de la Plata. Vi avevano sede infatti un'università fondata nel 1613, l'unica dell'Argentina, e il collegio gesuitico del Montserrat; nel 1766 vi veniva impiantata pure, a opera dei gesuiti, una stamperia, che però sospese la sua attività per l'espulsione di quei padri. Tale carattere di città dotta è rimasto a Córdoba anche nell'età più recente, per quanto essa non vanti più, oggi, il privilegio della cultura.

Assai più agitata fu in Córdoba la prima metà del sec. XIX, quando sia la guerra d'indipendenza sia le successive lotte fra i varî partiti e caudillos ebbero risonanza profonda nella popolazione. Córdoba rappresentò anzi, verso il 1820, con Santa Fe, l'opposizione delle provincie alla capitale Buenos Aires; e vi dominò per varî anni uno dei caudillos più ambiziosi e pericolosi, Juan Antonio Bustos, finché nel 1829 la città cadde in potere del generale unitario Paz.

La provincia di Córdoba.

È situata fra 29°30′ e 35° di lat. S. e 61°45′ e 65°45′ di longitudine O.; misura poco più di 161.000 kmq. (secondo altri calcoli 168.800), per cui è una delle provincie argentine più vaste. Confina a N. con le provincie di Santiago del Estero e Catamarca, a O. con quelle di La Rioja e San Luis, a S. con il Territorio de la Pampa e con la provincia di Buenos Aires; a E. con le provincie di Buenos Aires e Santa Fe. La provincia presenta due sezioni distinte: una, occidentale, è costituita da catene montuose, sierre, disposte a fascio in direzione N.-S. e separate da solchi longitudinali utilizzati dall'uomo per le comunicazioni stradali e ferroviarie. Tali sierre superano, nella parte centrale, i 2000 metri. La sezione orientale si presenta invece essenzialmente piana, con pendenza da O. a E. Il clima della provincia presenta una temperatura media oscillante fra i 15° e i 20°; però con scarti molto notevoli, toccando anche i 44° e scendendo a −9°, −10°. Le precipitazioni sono abbondanti. I mesi più piovosi sono gli estivi, dal novembre all'aprile; gl'inverni sono decisamente secchi. Molta importanza assume l'irrigazione, che è sviluppata soprattutto lungo i numerosi fiumi che scendono dalle Sierre con direzione uniforme O.-E., tra cui il Río Primero, che sbocca nel Mar Chiquita, un lago che ha un perimetro di oltre 370 km. e una profondità di 34 m.; tutta la parte settentrionale della provincia è cosparsa di numerosi altri stagni e laghi senza scolo. Seguono a S. il Río Segundo, che si perde nella piana del Mar Chiquita; il Río Tercero, il più importante di tutti, navigabile da Villa Nueva sino alla confluenza con il Río Saladillo, emissario della laguna Olmos, che ha come immissario il Río Cuarto, passante per il centro omonimo; il Saladillo e il Río Tercero formano il Río Carcarañá, affluente di destra del Paraná. Più a S. il Río Quinto si perde nella Laguna Amarga.

La popolazione della provincia è passata da 210.000 ab. nel 1869 a 351.000 nel 1895, a 735.000 nel 1914, a 1.002.000 nel 1928: con una densità di 6 ab. per kmq. I dipartimenti presentano valori molto difformi; i più popolati sono quelli affiancati alle sierre, i meno popolati quelli settentrionali e quelli interni delle sierre.

L'agricoltura e l'allevamento del bestiame sono le principali risorse della provincia. Il frumento ha la maggiore importanza fra i cereali (nel 1914-1924, il 20-30% della produzione totale argentina); seguono granoturco, avena, orzo, riso, legumi. Tra le piante industriali, il lino e il tabacco sono molto diffusi. Dopo il frumento, l'erba medica ha la maggior estensione di coltura, praticata nel sud-est della provincia. Le vallate delle sierre sono adatte alla viticoltura (vitigni francesi e italiani): la più ricca colonia per la produzione del vino è Caroya a N. di Córdoba. L'allevamento ha fondamentale importanza: si allevano 2,3 milioni di equini, 3,5 milioni di bovini, oltre 3 milioni di ovini e caprini, circa 600.000 suini.

Le industrie derivano principalmente dall'agricoltura (mulini, fabbriche di vini, distillerie, concerie di pelli, fabbriche di scarpe). Non mancano industrie estrattive (calce e gesso): le Salinas Grandes dànno abbondante quantità di sale. Giacimenti di rame, ferro, oro, argento, piombo, galena argentifera si trovano nella Sierra de Córdoba, ma non sono ancora sfruttati intensamente.

La provincia è unita mediante ferrovie (4000 km.) con tutte le provincie contermini. I centri ferroviarî principali sono Córdoba, Villa María, Río Cuarto. A Villa María convergono le linee che portano a NO. a Córdoba, a NE. a San Francisco (Santa Fe), a SO. a Río Cuarto e a Villa Mercedes sulla grande linea transandina; a S. a La Carlota; a SE. a Rosario.

Gl'Italiani, che cominciarono a penetrare nella provincia verso il 1850, sono numerosissimi ed esercitano per lo più l'agricoltura. Hanno varie scuole e società di mutuo soccorso.

Vedi anche
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