Corea
Penisola dell’Asia orientale, situata tra il Mar del Giappone (E) e il Mar Giallo (O). Il nome deriva dall’appellativo della dinastia indigena di Koryo (10°-14° sec.). Da quello della successiva dinastia (14°-20° sec.) deriva invece il nome ufficiale, Chosǒn (giapp. Chosen «freschezza del mattino»). Le fonti archeologiche risalgono al Paleolitico inferiore. L’antico regno di Gojoseon parrebbe essere stato creato nel 2333 a.C. da Danjun, figura semidivina. Successivamente dominarono la penisola i tre regni di Koguryo (che si estendeva fino a parte della Manciuria), Paekche e Silla, influenzati dalla civiltà cinese (il confucianesimo penetrò nell’8° sec.). Il regno di Korye (abbrev. di Koguryo), che prevalse sugli altri, fu fondato nel sec. 10°. Dal modello cinese furono introdotti un sistema di pubblica amministrazione e di esami; si diffuse ampiamente il buddhismo, entrato già dal 4° sec.; si formò un’aristocrazia potente, con la divisione del popolo in caste e l’estensione della schiavitù. A metà del 14° sec. la C. divenne un vassallo della dinastia mongola degli Yuan (1271-1368) e Qubilay Khan la rese base d’operazioni contro il Giappone (1274 e 1281). Nel 1392 salì al potere la dinastia di Chosen, che fissò la capitale a Seoul e riconobbe la sovranità dei Ming (1368-1644). Nel 1443 fu inventato l’alfabeto coreano. Nel 16° sec. i seguaci confuciani di Chu Hsi respinsero il buddhismo e le credenze popolari estranee al confucianesimo. Nel 1592 e 1598 i giapponesi (➔ Toyotomi, Hideyoshi) tentarono l’invasione, ma furono respinti con l’aiuto della Cina. La dinastia mancese dei Qing in Cina (1644-1911) stabilì nel 1645 un tributo annuale. Seguì un periodo di decadenza; nel 18° sec. il Paese fu indebolito dalle rivalità e dalle lotte all’interno dell’aristocrazia. Nel 19° sec. vi furono persecuzioni violente contro cristiani e missionari, mentre si accentuava la chiusura verso il mondo esterno. La Convenzione di Tianjin (1885) stabilì un accordo tra cinesi e giapponesi per una sorta di dominio congiunto. Nel 1895 il Giappone sconfisse la Cina in una guerra per assicurarsi il controllo della penisola, che fu sottratta al vassallaggio di Pechino, ma fu solo dopo la vittoria sulla Russia (1905) che in C. fu stabilito il protettorato nipponico. Nel 1907 l’imperatore della C. abdicò e il principe ereditario fu inviato in Giappone per esservi educato. Il 22 ag. 1910 la C. fu annessa al Giappone, del quale rimase colonia fino alla sua sconfitta nella Seconda guerra mondiale. Proclamata Stato indipendente nel 1948, la C. si divise in due Stati separati dal 38° parallelo, uno già zona di occupazione sovietica (Repubblica democratica popolare di C., al Nord) e una zona americana (Repubblica di C., al Sud), con orientamenti politico-economici opposti.
Nel 1948 nel Sud e nel Nord erano state approvate due costituzioni (la prima di tipo presidenziale, la seconda di tipo sovietico), entrambe «valevoli per tutta la Corea»; ma le potenze occidentali avevano riconosciuto solo quello della C. del Sud come governo legittimo. Dopo una serie di scaramucce ai confini, il 25 giugno 1950 le truppe nordcoreane passarono il 38° parallelo. Il presidente degli USA Truman dispose allora l'intervento delle forze armate dislocate nel Pacifico in appoggio alle truppe sudcoreane, mentre il Consiglio di sicurezza dell’ONU (27 giugno), assente il rappresentante sovietico per protesta contro la mancata ammissione della Cina all’ONU, approvava una risoluzione che autorizzava l’intervento militare a favore della Corea del Sud. Il comando della forza internazionale varata dall’ONU e composta da 18 paesi, con una massiccia egemonia degli USA, fu affidato al generale statunitense D. McArthur. Le forze sudcoreane riuscirono con l’appoggio americano a conquistare quasi tutta la penisola, costringendo, dopo la presa di Pyŏngyang (ottobre), il governo nordcoreano a ritirarsi. In novembre intervenivano a sostegno dei nordcoreani le truppe cinesi, dando luogo a una massiccia controffensiva. Pyŏngyang venne riconquistata (dicembre) e nel genn. 1951 cadde la stessa Seoul, poi ripresa dalle forze ONU. Alla fine di marzo il fronte era di nuovo sul 38° parallelo. Le preoccupazioni suscitate dalla condotta militare di McArthur, che intendeva estendere il conflitto alla Cina senza escludere l’uso dell’arma atomica, indussero Truman a sostituirlo con il gen. M.B. Ridgway (aprile), mentre due successive offensive delle forze cinesi e nordcoreane si conclusero senza successo. Trasformatosi il conflitto in guerra di posizione, si impose l’apertura di trattative (10 luglio) fra i rappresentanti cinesi, nordcoreani, sudcoreani e statunitensi, che si conclusero con l’armistizio di Panmunjong il 27 luglio 1953. Questo, oltre a fissare al 38° parallelo la linea di demarcazione delle due Coree, raccomandava che la questione venisse risolta da una conferenza internazionale. Nella Conferenza di Ginevra (aprile-giugno 1954) non fu raggiunta tuttavia alcuna intesa. Un accordo di pace sarebbe stato firmato solo nell’ottobre 2007. In poco più di tre anni la guerra di C. aveva provocato più di 2 milioni di vittime e gravi distruzioni sia nel Nord che nel Sud del Paese.
In buona parte corrispondente alla sezione settentrionale della penisola di C., e perciò detta correntemente C. del Nord, questa Repubblica si formò quale Stato a sé stante nel 1948 nella zona di occupazione sovietica, dopo l’approvazione di una Costituzione di tipo socialista. Capo del governo divenne il leader del Partito comunista (dal 1949 Partito coreano dei lavoratori), Kim Il Sung, che guidò ininterrottamente il Paese fino al 1994. Insieme allo sforzo di ammodernamento e di pianificazione e socializzazione dell’agricoltura Kim Il Sung si indirizzò verso una forma di autonomia dal modello sovietico e da quello cinese, denominata iuche. Dal 1972, con il varo di una nuova Costituzione che attribuiva al presidente della Repubblica la funzione di capo dell’esecutivo, Kim Il Sung assunse tale carica. In politica estera la C. del Nord fu ammessa al Movimento dei Paesi non allineati (1975) e all’ONU (1991). A partire dal 1971 avviò contatti con Seoul per giungere a una riunificazione pacifica del Paese; tali contatti furono intensificati dal 1990 anche a causa dell’isolamento politico di Pyŏngyang in seguito alla crisi dell’Unione Sovietica e al riavvicinamento tra Cina e C. del Sud. La morte di Kim Il Sung (1994) aprì un periodo di incertezza istituzionale. Il figlio Kim Jong Il, da tempo indicato come probabile successore, assunse la guida del partito solo nel 1997. Nello stesso tempo si posero gravi problemi di ordine economico, determinati dalla fine dei crediti sovietici, dalla drastica diminuzione delle esportazioni alimentari da parte della Cina e dai mancati aiuti dagli USA. Nello stesso tempo si registrò la ripresa dei contatti diplomatici tra i rappresentanti di C. del Nord, C. del Sud, Stati Uniti e Cina, che sfociarono negli incontri di Ginevra (1997-99), ma non portarono a nessuna conclusione. Nel 2000 fu ratificato un accordo con la Repubblica di C. che prevedeva l’impegno comune per la riunificazione dei due Paesi, la promozione della cooperazione economica, l’allentamento dello stato di tensione lungo il confine. Tuttavia la situazione internazionale divenne particolarmente tesa nel 2003, quando la C. del Nord, dopo aver rigettato il Trattato di non proliferazione nucleare, annunciò di possedere armi nucleari. Nel maggio 2009, inoltre, a seguito delle rinnovate tensioni con la C. del Sud, la Repubblica democratica ha dichiarato nullo l’armistizio del 1953.
Nota anche come C. del Sud, perché corrispondente alla sezione meridionale della penisola, fu proclamata nel 1948 nella zona occupata dalle forze statunitensi, dopo l’approvazione di una Costituzione di tipo presidenziale. Il primo presidente, Syngman Rhee, attuò una politica di alleanza con gli Stati Uniti. Nel 1961 un colpo di Stato militare portò al potere Park Chung Hi, che riconfermò l’alleanza con gli USA e rafforzò ulteriormente i propri poteri, riducendo l’opposizione al silenzio. Dopo l’assassinio di Park (1979), il primo ministro Choi Kyu Hah divenne presidente della Repubblica, ma il potere reale fu assunto con la forza da Chun Doo Hwan, che alla ripresa del movimento di opposizione (1980) reagì proclamando la legge marziale e sciogliendo l’Assemblea nazionale. Varata una nuova Costituzione, Chun fu eletto presidente della Repubblica (1981). Le relazioni con gli Stati Uniti, deteriorate sotto J. Carter, migliorarono con R. Reagan, mentre proseguivano i contatti avviati con la C. del Nord. A partire dal 1984 la ripresa dell’opposizione democratica e le pressioni degli USA indussero Chun ad avviare un processo di liberalizzazione, che nel 1987 portò al varo di una nuova Costituzione limitativa dei poteri presidenziali a vantaggio dell’Assemblea nazionale. Nelle elezioni del 1988 il Partito per la pace e la democrazia (PPD), guidato da Kim Dae Jung, si confermò la principale forza di opposizione. Negli anni successivi, mentre si verificavano importanti sviluppi in sede internazionale, la situazione interna restava difficile e il malcontento popolare provocava nuove agitazioni, accompagnate da misure repressive. A seguito di provvedimenti antidemocratici (nel tentativo di frenare la crisi economica), le organizzazioni sindacali e l’opposizione promossero, all’inizio del 1997, una serie di manifestazioni di protesta duramente represse. Lo stesso anno le elezioni presidenziali registrarono per la prima volta la sconfitta del candidato governativo e la vittoria di Kim Dae Jung, che promosse una politica di pacificazione verso la C. del Nord, sfociata nell’incontro con il presidente nordcoreano Kim Jong Il nel 2000. Nello stesso segno della riconciliazione si mosse il successore di Kim Dae Jung, Roh Moo-hyun, subentrato alla presidenza della Repubblica nel febbr. 2003. Nel 2007, dopo un decennio di governo liberale, le elezioni presidenziali sono state vinte dal candidato dell’opposizione, il magnate Lee Myung-bak. La prevalenza dei conservatori è stata confermata nelle legislative del 2008.