COREA (XI, p. 378; App. I, p. 469; App. II, 1, p. 697)
Proclamata stato indipendente in seguito al crollo militare giapponese, la C. ha visto successivamente costituirsi (v. oltre Storia) sul suo territorio, nel 1948, due stati separati dal 38° parallelo, corrispondenti alle due zone di occupazione sovietica e americana: la Repubblica Popolare della Corea del Nord e la Repubblica Democratica della Corea del Sud. I due stati non solo hanno preso orientamenti politico-economici diametralmente opposti, ma hanno cessato di completarsi sul piano economico. Al momento della separazione, infatti, la C. meridionale era un paese quasi esclusivamente agricolo, con poche attività industriali, mentre le regioni settentrionali possedevano le principali risorse minerarie ed idrauliche e le più importanti industrie metallurgìche e meccaniche. La guerra tra i due stati (v. appresso) non soltanto non ristabilì l'unità del paese, ma con le sue estese distruzioni ne aggravò le difficoltà economiche. Ci furono anche tragiche conseguenze demografiche. Si calcola che quattro milioni di persone persero la vita per cause di guerra.
Corea del Nord. - Superficie e popolazione. - Su una superficie di 122.852 km2 la popolazione è distribuita come segue:
Attività economiche. - Pur essendo una regione prevalentemente agricola e forestale, ha cospicue risorse minerarie che alimentano una discreta industria. L'economia del paese si integra, nel suo complesso, con quella della Manciuria cinese e delle estreme regioni orientali dell'URSS: i dati ad essa relativi risultano, nel momento attuale, difficilmente reperibili. Le colture più diffuse sono: il riso (1944: q 6.000.000 circa), l'avena (1944: q 200.000 circa), il granoturco (1944: q 1.300.000 circa), il frumento (1944: q 1.500.000 circa), la segala (1944: q 70.000), il miglio, la soia, il sorgo. Veramente imponente il manto forestale che copre una superficie di circa 12.000.000 di ha: abeti rossi, larici e pini riforniscono numerose segherie poste al confine con la Manciuria. Mancano notizie circa il patrimonio zootecnico e l'attività della pesca.
Il confine con la C. del Sud, stabilito lungo il 38° parallelo, lasciò alla Repubblica Popolare della C. del Nord la maggior parte delle riserve di antracite e di carbone bituminoso (giacimenti nelle zone di Pyöngyang, Kaechon e Hoeryong), di lignite (Kilchu), di minerali di ferro (Musan, Kaechon, Iwon), di grafite e di bauxite. Nel 1944 le industrie estrattive dei territorî oggi appartenenti alla C. del Nord producevano: 3.240.749 t di antracite, 3.221.057 t di minerali di ferro (il 97% della produzione complessiva coreana) e 5.292 t di volframio. Altre produzioni (del 1940): grafite 21.766 t, zinco 5.558 t, piombo 2.738 t, argento 54 t, oro 12 t (4 t nel 1958).
Alla C. del Nord rimase pure l'86% della potenza elettrica installata nell'intero paese (1945: 1.591.263 kW, di cui 23.048 termici): grandiosi impianti idroelettrici si hanno a Supung sul fiume Yalu (1945: 600.000 kW), a Pujon (1945: 200.700 kW), a Changjin (326.500 kW) e a Hochon (1945: 338.800 kW). Grande impulso è stato dato alle attività industriali. Industrie siderurgiche sorgono a Kyomipo, Chinnampho, Hamheung, Songjin, Chöngjin e Musan; industrie meccaniche a Wönsan, Pyöngyang, Kusong; chimiche a Hungnam (dove è installata la più grande industria di fertilizzanti chimici del paese), Pyöngyang, Chöngjin e Chinnampho; tessili a Pyöngyang e Kusong. E ancora: cementifici, zuccherifici, fabbriche di cellulosa, di carta e per la conservazione del pesce.
Comunicazioni. - Attrezzati porti sono: Chinnampho, scalo della regione mineraria, Najin (esportazione della soia), Unggi (esportazione del legname) e Chöngjin (traffico dei passeggeri).
Finanze. - Dopo la fine del conflitto tra la C. meridionale e quella settentrionale, quest'ultima poté contare, in misura maggiore che per il passato, sull'aiuto economico del governo sovietico, il quale, nel settembre dello stesso anno, stanziò un miliardo di rubli per favorire la rinascita industriale ed economica del paese; inoltre, in base ad un accordo del novembre 1953, la Cina comunista si impegnava a fornire alla C. del nord merci per 350 milioni di dollari. La moneta locale è denominata hwan come quella della Corea del Sud. Il bilancio statale per il 1956 prevedeva entrate per 89.570 milioni di hwan e spese per 86.002 milioni; per lo stesso anno, gli aiuti economici dell'URSS e della Cina erano previsti in 13.262 milioni di hwan. Si deve a tali aiuti se la repubblica popolare di C., la cui economia si è venuta integrando in quella cinese, ha raggiunto uno sviluppo industriale senza precedenti; l'ulteriore potenziamento dell'industria, e lo sviluppo dell'agricoltura, costituiscono gli obiettivi principali del piano quinquennale attualmente in corso.
Corea del Sud. - Superficie e popolazione. - Su una superficie di 98.393 km2 la popolazione della C. del Sud è distribuita come segue:
Attività economiche. - L'agricoltura costituisce la risorsa economica più importante. Nel 1956 circa il 62% della popolazione si dedicava ad attività agricole; il 27% circa della superficie territoriale, cioè un'area di 2.640.000 ha, era destinata alla coltivazione. Il riso rappresenta tuttora la coltura più diffusa (1957: 1.049.000 ha, 30-860.000 q). Seguono: l'orzo (1957:815.000 ha, 7.200.000 q), il frumento (1957: 144.000 ha, 1.330.000 q), la soia (1957: 277.000 ha 1.530.000 q), l'avena, il miglio, il mais. Particolare incremento è stato dato in questi ultimi anni alla coltura degli ortaggi, degli alberi da frutto e delle piante industriali, come il cotone (1957: fibra, 77.000 ha, 90.000 q; seme, 93.000 ha, 220.000 q), il tabacco (1957: 20.000 ha, 260.000 q) e la canapa (1956: 9.000 ha, 72.000 q). Il manto forestale, che copre un'area di 3.353.000 ha, ha sofferto gravi danni per il disboscamento che ha subito durante la seconda guerra mondiale. Il Governo ha promulgato, nel 1951, una legge volta a proteggere le aree boscate esistenti e a favorire il rimboschimento. L'economia rurale della C. del Sud, turbata dalla rottura dell'unità economica del paese, appare, nel suo complesso, in condizioni precarie per molteplici ragioni: eccessiva polverizzazione della proprietà, insufficienza della meccanizzazione e dell'irrigazione (nel 1957 solo 539.000 ha, pari cioè al 43% della superficie risicola aveva un sistema di irrigazione discreto), eccedenza, rispetto alle reali necessità, della popolazione agricola, deficienza di capitali, carenza di concimi chimici (la fabbrica di concimi azotati di Hungnam che da sola copriva, prima del 1945, il fabbisogno dell'intero paese, si trova nella C. del Nord). La legge sulla riforma agraria, promulgata nel 1949, entrata in vigore il 25 marzo 1950 ma divenuta operante dopo il conflitto coreano, ha cancellato, limitando la proprietà privata ad un massimo di 3 ha circa, ogni residuo del regime feudale giapponese, ma ha accentuato la polverizzazione della proprietà. Mentre l'allevamento con 917.000 bovini (nel 1957), 161.000 suini, 1.000 ovini, 51.000 caprini e 17.000 cavalli ha carattere com lementare, la pesca rappresenta l'attività economica più importante dopo quella agricola: i prodotti del mare (403.100 t nel 1957) forniscono l'85% delle proteine animali consumate dalla popolazione e la loro esportazione rappresentava, nel 1954, il 31% (il 60% nel 1949) del valore delle esportazioni sudcoreane. La popolazione che si dedica alla pesca e alle attività ad essa connesse è in continuo aumento (504.000 individui nel 1947, 728.155 nel 1956 a causa dei turbamenti che travagliano gli altri settori economici. Per molte persone, inoltre, la pesca costituisce una fonte di entrate sussidiarie.
Le risorse minerarie del paese sono di lieve entità. Il governo ha promosso, dopo il 1948, lo sfruttamento intensivo dei giacimenti minerarî esistenti; tuttavia le industrie estrattive risentono ancora dei danni subiti durante l'ultima guerra. Sono attualmente sfruttate 17 aree carbonifere, di cui soltanto sei (Samchok, Hambaik, Yöngwöl, Eunsong-Minkyong, Tanyang e Hwasun) sembrano possedere riserve considerevoli (470.620.000 t): la produzione annua di antracite è stata, nel 1957, di 2.441.217 t. Si hanno, inoltre, giacimenti di volframio (1957: prod. 3.825 t), di grafite (1957: amorfa, 147.342 t; cristallina, 260 t), di manganese (1957: 3.205 t), di oro (1957: 2.071 kg). In seguito alla divisione politica della penisola coreana, la C. meridionale ha perduto gran parte della sua disponibilità di energia elettrica; su un totale di 1.652.953 kW installati nell'intera penisola nel 1945, essa ne possedeva soltanto 61.690 (inoltre le sue centrali, prevalentemente termiche, erano state progettate per svolgere una funzione integratrice della produzione idroelettrica del Nord). Dopo un grave periodo di crisi durante il quale fu istituito un regime di razionamento della corrente elettrica - con dannose ripercussioni su tutte le attività industriali - la C. del Sud ha intensificato la produzione di elettricità: 385.000 kW installati nel 1957, di cui 142.000 idraulici; 1.323 milioni di kWh prodotti nel 1957 (contro i 676 del 1946), di cui 419 milioni idraulici. Produzione 1958: 1.512 milioni di kWh. Attualmente sono in attività sei centrali idrauliche e sei centrali termiche.
Le attività industriali occupano meno del 10% della popolazione attiva e conservano un carattere artigianale: dei 9.502 stabilimenti industriali presenti nel paese (1952), 4.163 occupano stabilmente meno di 10 operai e solo 9 più di 1.000 operai. Le industrie tessili sono le più importanti (19 cotonifici, con 432.000 fusi nel 1956 e 8.447 telai, 3 lanifici, 3 stabilimenti per filati di lana, setifici). Centri tessili sono: Pusan, Taegu, Inchon, Taejon, Suwon e Kwangiu- Si hanno, poi, industrie chimiche (Chungju, Inchon, Samchok) destinate, soprattutto, alla produzione di fertilizzanti (1952: 5.715 t; l'importazione è tuttavia fortissima: 1.084.626 t nel 1956), di gomma sintetica e di prodotti farmaceutici (Pusan), industrie metallurgiche (Samchok, Seoul, Inchon), alimentari (zuccherifici, birrifici, stabilimenti per la lavorazione del pesce), cementifici (Samchok, prod. nel 1958: 295.680 t) e cartiere (Kunsan: 9.000 t). Tutto il potenziale industriale del paese ha subìto gravi danni durante la guerra 1950-53: al termine delle ostilità risultò, infatti, distrutto il 70% delle industrie tessili e chimiche, l'80% delle installazioni elettriche e il 10% delle industrie per la lavorazione della gomma.
Commercio. - 1957: esportazioni 22.202.000 dollari; importazioni 57.177.000 dollari.
Comunicazioni. - Ferrovie: 4.459 km (nel 1957) di cui atiualmente solo 2.298 sono in funzione. Sono state, di recente, costruite alcune nuove linee ferroviarie destinate a congiungere le città più importanti con le aree minerarie. Strade: 27.940 km, di cui 672 asfaltati. È prevista la costruzione di una moderna strada che unirà Seoul a Pusan, principale porto e punto terminale della ferrovia transcoreana (450 km).
Finanze. - Le finanze della C. meridionale dipendono quasi interamente dagli aiuti stranieri, per la maggior parte americani; fra il 1948 e il 1956 gli aiuti americani, compresa l'assistenza militare, hanno superato i 700 milioni di dollari. Alla raccolta e amministrazione di aiuti e sussidî dall'estero provvede la United Nations Korean Reconstruction Agency (UNKRA); dal 1945 all'agosto del 1958 tutti gli aiuti stranieri affluiti a tale organismo sono ammontati a 2.377,2 milioni di dollari. Nonostante tali aiuti la Corea meridionale è tuttora un paese depresso; il reddito nazionale non è sufficiente a garantire un regolare sviluppo produttivo e le finanze dello stato presentano un cospicuo disavanzo, che è venuto costantemente aumentando negli ultimi anni, fino a raggiungere, nel 1958, i 202 miliardi di hwan. Nel 1959 tale disavanzo si è tuttavia ridotto di circa 33 miliardi di hwan. Nel 1957 ha avuto inizio l'attuazione di un programma di stabilizzazione finanziaria, che è riuscito in parte ad arrestare la seria inflazione sviluppatasi in seguito al conflitto. Nel 1958, per la prima volta dopo il 1951, tanto i prezzi all'ingrosso quanto il costo della vita sono diminuiti, ed altrettanto può dirsi per il saldo merci e servizî della bilancia dei pagamenti, mentre un sensibile miglioramento si è avuto nel settore delle finanze private. Nel 1959, mentre il deficit della bilancia dei pagamenti è ulteriormente diminuito, i prezzi all'ingrosso e il costo della vita hanno ripreso a salire; da segnalare il forte sviluppo conseguito dai depositi a risparmio, il cui ammontare è passato da 24 miliardi alla fine del 1958 a 63 miliardi alla fine del 1959.
Il sistema creditizio sud-coreano si articola in una banca centrale (la Banca di Corea), in quattro banche commerciali (la Hung-Op Bank, la Banca commerciale, la Banca di risparmio e la Chohung Bank), e in due istituti speciali, la Banca per la ricostruzione (Korean Reconstruction Bank), creata nel 1954, e la Banca per l'agricoltura (Korean Agricultural Bank), creata nel 1957. Nel febbraio 1953, la vecchia moneta (won) fu cambiata nell'attuale (hwan) sulla base di 100 a 1; il cambio, stabilito all'origine in 60 hwan per 1 dollaro U.S.A., fu portato, il 16 agosto 1955, a 500 hwan per dollaro. In pratica, tuttavia, viene usato un sistema di cambî multipli, che va attualmente da 650 ad oltre 1500 hwan per i dollaro USA.
Bibl.: H. Lautensach, Korea: Land, Volk, Schicksal, Stoccarda 1950; G. McCune, Korea today, Londra 1950; H. Ingrams, Korea: a geographical appreciation, Ottawa 1951; V. T. Zaichikov, Geography of Korea, Nuova York 1952; D. Portway, Korea: Land of the morning calm, Londra 1953; C. Kyung Oh, Handbook of Korea, Nuova York 1958; G. McCune, Korea: geographic parallels 1950-1960, in Journal of Geography, LIX (1960), pp. 263-6.
Storia.
La commissione russo-americana prevista dalla seconda Conferenza di Mosca (dicembre 1945) per la costituzione di uno Stato coreano indipendente, iniziò i suoi lavori il 20 marzo 1946, ma non pervenne ad alcuna conclusione per l'impossibilità di raggiungere un accordo su quali partiti coreani meritassero la qualifica di democratico e dovessero perciò - secondo i deliberati della Conferenza - essere chiamati a collaborare con la commissione. Nel settembre 1947 il governo statunitense deferì la questione alle N.U. Il 14 novembre l'Assemblea plenaria (a cui l'URSS rifiutò di partecipare) approvò la proposta della Commissione politica di indire elezioni in C. entro il 31 marzo 1948, impegnando Russi ed Americani a ritirarne subito dopo le truppe. Una commissione delle N.U. fu inviata sul posto con il compito di organizzarvi le elezioni, in collaborazione con le autorità e con gli esponenti politici coreani. Di fronte all'ostruzionismo delle autorità coreane del nord che impedirono l'accesso alla Commissione, la Piccola Assemblea delle N.U. deliberò che la Commissione organizzasse e controllasse le elezioni nella sola zona americana.
Queste ebbero luogo il 10 maggio e si risolsero con la vittoria dei partiti nazionalisti conservatori. Il 12 luglio l'Assemblea approvò una costituzione "valevole per tutta la Corea", di tipo presidenziale, ed elesse Presidente della Repubblica Syngman Rhee, già capo del governo anti-giapponese in esilio. I Russi avevano proceduto per conto loro ad organizzare la C. settentrionale: il 1° maggio 1948 un Comitato del popolo coreano approvava una costituzione - anche questa valevole per l'intiero paese - di tipo sovietico, che sanciva la nazionalizzazione di tutte le risorse del suolo e dei maggiori impianti industriali. Il 28 dicembre 1948 i Russi ritirarono dalla C. settentrionale le ultime truppe di occupazione, e altrettanto fecero il 28 giugno 1949 gli Americani dalla C. meridionale, il cui governo era stato riconosciuto il 12 dicembre 1948 dall'Assemblea generale delle N.U. e successivamente dalle principali potenze occidentali come l'unico legittimo in tutta la Corea.
Il 25 giugno 1950 le forze armate nord-coreane varcarono il 38° parallelo nel tentativo di unificare la penisola con le armi. Il giorno stesso il Consiglio di Sicurezza delle N.U., investito della questione dal governo statunitense, essendo deliberatamente assente il rappresentante sovietico, ordinò alle parti di cessare il fuoco e il 27 giugno dichiarò "aggressore" il governo di Pyöngyang, raccomandando agli Stati membri di prestare la loro assistenza per arrestare l'aggressione. Subito dopo il Presidente Truman ordinava alle forze aeree e navali statunitensi di appoggiare i sud-coreani e il 30 giugno autorizzava l'impiego di forze americane di terra. Altri 15 Stati si unirono successivamente agli S.U.A., che continuarono tuttavia a fornire il nerbo delle forze delle N.U., poste sotto il comando del gen. Mac Arthur.
Poiché l'armamento e l'addestramento dell'esercito sud-coreano erano del tutto sommarî, le truppe nordiste, senza incontrare resistenza apprezzabile, giungevano a fine luglio in vista di Pusan; i pochi elementi americani inviati in fretta vennero anch'essi coinvolti nel movimento generale di ritirata e pressati fra Taegu e Pusan. Ma, sopraggiunti rinforzi americani, si riuscì a parare la minaccia dei nordisti, che il 4 agosto iniziarono l'offensiva Taegu-Pusan per costringere le forze delle Nazioni Unite al reimbarco. Al 16 agosto, la prima grave minaccia per Pusan era stornata, ma i nordisti nella seconda metà del mese tornarono all'attacco lungo tutto il perimetro della testa di ponte Yongdok-Pohang-Taegu-Masan, con minacciose infiltrazioni verso Taegu. Il 15 sett. Mac Arthur, ricevuti rinforzi sostanziali, passava alla controffensiva sbarcando lontano alle spalle dei nordcoreani (impegnati nell'estremo sud della C.), a Inchon, porto di Seoul. Mentre gli statunitensi marciavano da Inchon a Seoul, contemporaneamente sbarcavano, il 16 a Kunsan e a Pohang, il 20 a Samchok, sulla costa orientale della C., quasi sul parallelo di Seoul. L'ampio quadrato degli sbarchi venne a creare più cunei sui fianchi dell'avversario, che per evitare l'accerchiamento iniziava la ritirata. Intanto, il 26 sett. gli americani entravano a Seoul, e nello stesso giorno, a 6 km a sud di Suwon, lungo l'arteria principale fra Seoul e Pusan, avvenne il collegamento tra i due fronti alleati di Seoul e di Pusan. Con questo, il 38° parallelo venne raggiunto il 6 ott. dalle truppe delle N.U. che vi si attestarono. Il 7 ott., l'Assemblea generale delle N.U. approvava con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 8 astensioni il piano britannico, inteso ad "assicurare in tutta la C. condizioni di stabilità" onde, procedere alla ricostruzione di "tutta la C." e allo stabilimento di un solo governo, liberamente eletto, per tutta la C.: l'Assemblea veniva con ciò ad autorizzare implicitamente le truppe delle N.U. a continuare le operazioni belliche oltre il 38° parallelo, fino alla sr. del fiume Yalu. Allora, Mac Arthur, l'8 ottobre intimava ai nordisti la resa, e il 9 varcava il temuto parallelo. L'avanzata alleata, procedendo dalle basi di Seoul e di Wonsan, costrinse i nordcoreani a un profondo ripiegamento, tanto che il 18 ott. perdevano la loro capitale, Pjöngyang. Il 20, 4.200 paracadutisti venivano lanciati a nord di Pyöngyang, per impedire ai nordisti di riparare in Manciuria; al 21, furono fatti 30.000 prigionieri in meno di 48 ore: l'esercito nordcoreano era ormai finito come strumento di combattimento; il 26 le prime pattuglie sud-coreane raggiungevano la frontiera della Manciuria sullo Yalu, ghiacciato. Intanto, per completare la rapida occupazione della C. settentrionale, il 29 ott., la 7ª divis. americana sbarcava sulla costa orientale presso Iwon, a 160 km nord-est di Wonsan, per raggiungere al più presto il confine russo nella baia di Posyet. Poteva sembrare che le ostilità in C. stessero per concludersi quando, il 30 ott. l'intervento di forze cinesi - del tutto imprevisto - mutò radicalmente la situazione, ristabilendo tra le forze in presenza l'equilibrio.
A parte ragioni d'ordine politico generale e ideologico, la Cina di Mao non poteva tollerare che gli Americani, attraverso una ricostituita C. amica, s'insediassero ai confini della Manciuria, cioè di una delle regioni più importanti della nuova Cina e più ricche d'avvenire nel mondo intero. Gli Americani, impreparati a fronteggiare una simile eventualità, presto si trovarono in una situazione insostenibile con forze non grandi disperse su ampî spazî senza l'appoggio di armi pesanti e a massa; il 3 nov., infine, le formazioni dei "volontarî" cinesi, fattesi gradualmente preponderanti, costrinsero Mac Arthur a ordinare la ritirata generale. Riportate le forze poco a nord di Pyöngyang e Wonsan, ricostituitele e rafforzatele con altri uomini e armi, il 27 nov. Mac Arthur sferrava l'offensiva sul fronte riorganizzato dell'istmo coreano. Ma avvenne che, in specie per esigenze geografiche (essendo la C. attraversata, come l'Italia peninsulare da una impervia catena montana), le forze americane rimasero suddivise in due corpi del tutto autonomi fra loro, l'8ª armata (sulla costa occidentale di C.) e il 10° Corpo (sulla costa orientale), dipendenti direttamente da Mac Arthur, stabilito a Tokyo. I Cinesi il 28 sferrarono una poderosa controffensiva al centro dello schieramento delle N.U., sia perché le due armate nella zona di collegamento erano un po' slegate, sia perché sul punto prescelto del centro si trovavano due divisioni sudcoreane, debolmente armate e istruite. Battute queste, l'8ª armata e il 10° corpo americani furono costretti a rapido ripiegamento per evitare d'essere accerchiati. Così, il 5 dic. cadeva Pyöngyang e il 7 Wonsan; il 12, notevoli frazioni del 10° Corpo, minacciate di avvolgimento, a fatica riuscirono a reimbarcarsi poco a nord di Wonsan. A metà dic. gli Americani erano ritornati sul 38° parallelo. Seguì una poderosa offensiva cinese sferrata il 29 dic. con l'intento dí imporre ai nemici l'evacuazione totale della Corea; gli Americîmi, sotto la pressione di una consistenza numerica preponderante e abbastanza bene armata, iniziarono una ritirata aggressiva lungo la direttrice Seoul-Taegu-Pusan; il 4 gennaio 1951, Seoul cadeva in mano ai Cinesi, essendosi í loro nemici imbarcati a Inchon; a metà gennaio Mac Arthur si schierava con i suoi sul 37° parallelo. Intanto, col progressivo affluire di nuove forze e con la preponderanza del potere aereo, il generalissimo americano, dal 18 gennaio, iniziava la sua controffensiva, che, con vivaci flussi e riflussi intorno a Seoul, si concludeva alla Pasqua del 1951 (25 marzo) col ritorno degli statunitensi sul 38° parallelo.
Nel frattempo sul piano politico va ricordata l'approvazione (30 gennaio 1951) da parte del comitato politico delle N.U. di una mozione che dichiarava la repubblica popolare cinese "aggressore"; sul piano strategico, si veniva dibattendo il grave problema del nuovo passaggio oltre lo storico parallelo e dell'estensione della guerra mediante il blocco navale della Cina e l'inizio di operazioni in Manciuria. Londra era decisamente avversa a una tale estensione, che poteva cangiarsi di colpo nel prologo della terza guerra mondiale; le autorità politiche e militari di Washington in complesso paventavano l'allargamento, sostenuto invece decisamente da Mac Arthur, che palesò i suoi disegni con una lettera del 5 aprile diretta al sen. J. W. Martin. Allarmi a Washington e a Londra, che poi tanto influirono sulla decisione finale di Truman; questi, il 10, esonerava Mac Arthur dal comando delle truppe delle Nazioni Unite. Approfittando della crisi di comando nel campo nemico, i Cinesi, alle dipendenze del popolarissimo gen. Lin Piao, il 23 aprile, iniziavano la loro prima offensiva in grande; nonostante l'impegno delle truppe e il valore del capo, i risultati furono oltre ogni misura modesti: al 2 maggio, fine della prima offensiva, gli attaccanti non erano riusciti neanche all'occupazione di Seoul, quasi schiacciata dietro le prime linee degli Americani, i quali il 5 iniziarono una controffensiva locale che riuscì in tre giorni a dar respiro a Seoul. Ma il 16, Lin Piao volle ritentare l'azione di rottura con lo scatenamento della sua seconda offensiva in grande, che, dopo soli cinque giorni, andò incontro ad uno scacco più grave dell'azione precedente: il 26 gli Americani avevano riconquistato il territorio perduto e in qualche settimana portarono il fronte a circa 30 km a nord del 38° parallelo, dove rimase stabilizzato, senza ulteriori operazioni di rilievo, fino a tutto il 1952. Gli Americani erano riusciti a stroncare con netto successo le due offensive cinesi per la loro superiorità qualitativa nelle armi, nel volume del fuoco e, soprattutto, nell'aviazione (infatti, in tre mesi, dal 20 febbraio al 20 maggio 1951, gli Alleati avevano compiuto 68.000 voli di guerra contro i 775 compiuti dal nemico).
Il 23 giugno 1951 un'inattesa dichiarazione del rappresentante sovietico alle N.U. apriva la via alle trattative armistiziali. Queste si iniziarono a Kaesong, sul 38° parallelo, il 17 luglio 1951 e continuarono a Panmunjon, attraverso estenuanti dibattiti, più volte interrotti, mentre le operazioni proseguivano senza apportare mutamenti sostanziali, fino alla firma dell'armistizio, il 27 luglio 1953.
Questo si articolava in quattro punti. Il primo fissava la linea di demarcazione militare che corrispondeva alla fronte al momento della cessazione del fuoco. Il secondo stabiliva il blocco delle forze armate delle due Coree, e le modalità per il controllo della tregua, attraverso gruppi ispettivi dipendenti da una Commissione neutrale formata da Svezia, Svizzera, Polonia e Cecoslovacchia. Il terzo disciplinava il rimpatrio dei prigionieri che si era rivelato durante la discussione uno degli aspetti più difficili. Fu stabilito che, effettuato il rimpatrio di quanti lo chiedevano, i rimanenti prigionieri sarebbero stati affidati ad una Commissione composta dai quattro Stati neutrali menzionati, sotto la presidenza di un Indiano; e che la loro sorte, trascorso un certo periodo, sarebbe stata decisa dalla conferenza di cui al quarto punto. Questo conteneva una raccomandazione ai governi interessati perché entro tre mesi si riunisse una conferenza politica ad alto livello, alla quale fosse affidato il compito di definire il ritiro di tutte le truppe straniere e di comporre pacificamente la questione coreana.
I punti 1°) e 3°), pur in mezzo a lungaggini e a difficoltà esasperanti furono attuati. Il punto 20) diede origine ad una serie interminabile di contestazioni e di reciproche accuse di violazioni, per cui non poté mai essere affrontato il punto 4°). Neppure la conferenza di Ginevra, nel luglio 1955, che portò alla composizione del conflitto indocinese, fece progredire di un passo la questione coreana, che vi figurava all'ordine del giorno.
Dopo la firma dell'armistizio, la Repubblica popolare coreana si allineò sempre più, sia nell'organizzazione interna, sia in politica estera, all'URSS e alla Repubblica popolare cinese, con cui stipulò accordi di carattere economico rispettivamente nel settembre e nel novembre 1953. Nella Corea del sud Syngman Rhee, pur lasciando sussistere le forme di una democrazia liberale, impresse al suo governo un carattere sempre più personale ed autoritario, facendo dell'alleanza con gli S.U.A. - firmata l'8 agosto 1953 - il perno della sua politica estera, ma rivelandosi anche per gli S.U.A. un alleato difficile e scomodo per le sue intemperanze e minacce di voler riprendere la guerra. All'interno il suo governo fu caratterizzato dall'oppressione poliziesca, dall'inefficienza e corruzione amministrative, e poté reggersi solo grazie ad ingenti aiuti americani. Nell'aprile 1959 all'indomani di elezioni svoltesi in un regime di intimidazione ed imbrogli, un'insurrezione popolare, guidata dagli studenti e dagli intellettuali e moralmente appoggiata dagli Americani, stanchi per il malgoverno di Rhee, portò alla cacciata del dittatore e alla riforma in senso democratico-parlamentare della Costituzione, entrata in vigore il 15 giugno 1960. Le prime elezioni, tenute dopo la riforma, il 29 luglio 1960, hanno dato una schiacciante maggioranza al partito democratico che sotto il regime di Rhee era stato l'unico partito di opposizione ammesso.
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