CORINDONE (da kuranḍ o kurunḍ nome indiano), sinonimo di spato adamantino
Composizione chimica: Al2O3; è quindi sesqui-ossido di alluminio. Caratteri morfologici: Questo minerale, isomorfo con l'ematite, cristallizza nel sistema trigonale classe ditrigonale scalenoedrica. L'angolo assiale è uguale a 85°47′. I cristalli con aspetto affusolato o a botte sono spesso imperfetti e tozzi. Non rari i geminati secondo {100} o secondo {111}, talora interpenetrati e polisintetici con struttura lamellare. Il parallelepipedo elementare è un romboedro racchiudente una sola molecola di Al2O3 con gli atomi di Al sull'asse trigonale da ambo i lati ed a eguale distanza dal centro di esso; quelli di O sono situati sugli assi binarî in modo da dare maglie enantiomorie destre e sinistre (Maugin 1924). Caratteri fisici e chimici: Durezza 9. Peso specifico 4. Sfaldatura indistinta. Lucentezza adamantina per l'alto potere refrattivo. Nel rubino si ha: ω = 1,767; ε = 1,759. Colore variabilissimo. Se colorato è pleocroico. Trasparenza quasi perfetta ai raggi X. Si elettrizza per sfregamento. Infusibile al cannello ed al meldometro di Joly, con una lampada Fletscher a ossigeno fonde (Spezia 1887). Insolubile negli acidi compreso il fluoridrico, si scioglie lentamente alla perla, al borace ed al sale di fosforo; se in finissima polvere viene decomposto anche dal bisolfato potassico fuso. Al cannello sul carbone con nitrato di cobalto si colora, dopo un certo tempo, in azzurro.
Quando è opaco o translucido e con colore poco vivo si chiama corindone comune o armofane. Smeriglio è la varietà in masse granulari o compatte brune, impure specialmente di ossidi di ferro. Corindone nobile o orientale o telesia (da τέλειος "perfetto") è detto quello limpido e colorato. Se incoloro si ha lo zaffiro bianco, se azzurro lo zaffiro orientale, se rosso carminio il rubino orientale, se giallo d'oro il topazio orientale, se rosso aurora il giacinto orientale, se verde lo smeraldo orientale, se violetto l'ametista orientale. Asteria si dice la varietà che mostra una luminescenza stellare interna se si guarda il cristallo nella direzione dell'asse verticale. Quando il corindone è limpido e colorato è usato come gemma assai pregiata. Le più apprezzate sono lo zaffiro e il rubino. Lo smeriglio è adoprato come abrasivo e materiale refrattario. Gli scarti della lavorazione dei corindoni colorati che vengono, per lo più, foggiati a brillanti, servono per cuscinetti, perni da orologi, ecc.
Il corindone si trova in giacimenti primarî ma più spesso secondarî alluvionali. In Italia, ove fu scoperto verso la fine del sec. XVIII da Bartolomeo Sella, si rinviene in cristalli grigiastri o verdastri (armofane) di dimensioni variabilissime, in ammassi anche del peso di 5 kg. e più, entro una roccia felspatica (plagioclasite) racchiusa da una norite nella Val Sessera (Prealpi Biellesi) e in individui molto più piccoli nella pegmatite di Val Sabbiola (Val Sesia).
Cristalli policromatici, non usabili come gemma, furono pure incontrati nella dolomia cristallina di Campolongo nel Canton Ticino. Grossi cristalli e masse spatiche provengono dagli Urali, dalla Carolina del Nord, dal Canada e da Madagascar; la varietà smeriglio principalmente da Naxos e dall'Asia Minore. Il rubino in gran parte dalla Birmania, lo zaffiro dal Siam e da Ceylon, zaffiri multicolori dall'Australia e dal Montana. Rocce eruttive contenenti corindone come elemento essenziale sono la plumasite in relazione con magmi peridotici, la sesseralite con magmi noriticigabbrici ed altre forme litologiche ancora collegate a magmi sienitici o sienitici-nefelinici come quelle di Ontario nel Canada. La genesi del corindone è da ricondurre, non di rado, ad una separazione intra-magmatica di Al2O3 e anche al fatto che magmi eruttivi salendo dalle profondità hanno inglobato pezzi di rocce circostanti ricche di allumina.
Il corindone con tutta la gamma cromatica degli esemplari naturali ed anche con altre tinte si ettiene, oggi, artificialmente fondendo al cannello ossidrico allumina cui sia stato aggiunta piccola quantità di sostanze diverse. Oltre che facendo cristallizzare l'allumina amorfa, il corindone è stato ottenuto da fusioni ricorrendo a fondenti varî, oppure decomponendo i composti tra alluminio e alogeni col vapor d'acqua, con l'acido borico, ecc., ed anche trattando sostanze argillose ad alta temperatura. Infine si ottennero cristalli di corindone per via umida. Per distinguere le pietre sintetiche o "ricostituite" da quelle naturali di cui hanno tutti i caratteri chimici e fisici, ci si basa più che altro sul fatto che le prime sono ricche d'inclusioni gassose in forma di bolle e poi perché presentano, in sezione sottile al microscopio, manifeste strie di accrescimento concentriche mancanti in quelle naturali, che racchiudono, invece, spesso, minerali estranei, come rutilo, mica, carbonati, ematite, ecc., e inclusioni liquide.