Vedi CORINTO dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CORINTO (v. vol. ii, p. 839)
Gli scavi dal 1959 hanno ampliato le conoscenze di varî settori della città antica.
Topografia. - La città aveva due porti il Lecheo, che era unito a C. dà lunghe mura, e Kenchreai sul Golfo Saronico, senza una simile connessione. Sull'acropoli, a circa 280 m a S della sommità, si trova la sorgente della Peirene superiore, una fontana di tipo classico, che fornisce acqua anche nei mesi più asciutti dell'anno.
Sulla strada che conduce al Lecheo, sul lato orientale, a circa 250 m a N dell'agorà, sono i resti di un grande edificio termale romano, ora scavato soltanto parzialmente. La pianta, come si presenta oggi, offre fondamentalmente l'aspetto del III sec. d. C. L'ingresso, anche se non il principale, è dalla via del Lecheo attraverso un colonnato, che si apre in una corte pavimentata di tegoloni. Il lato orientale di questa corte era limitato da una elaborata facciata in marmo a due piani, e immediatamente al di dietro era una serie di caldaria e di tepidaria. L'edificio, apparentemente, fu costruito intorno all'ambiente centrale cruciforme con una vasca circolare al centro. Le terme furono costruite nella prima metà del II sec. d. C. A circa 100 m più a S, sempre sul lato orientale della via del Lecheo, si trova un secondo edificio termale più piccolo, costruito probabilmente nel I sec. d. C., che va forse identificato con le terme di Eurykles, ricordate da Pausania.
A N del tempio di Apollo e ancora entro il peribolo di Apollo si conservano i resti di tintorie, che sembra siano già state istallate alla fine del VI sec. a. C. Verso la metà del V sec. furono costruiti una cisterna e un ambiente per cantina, e l'industria, con l'espansione degli ambienti per l'asciugamento sopravvisse fino al sacco di Corinto nel 146 a. C.
Sul lato occidentale della via del Lecheo, opposto al penbolo di Apollo, si trova una grande basilica di pietra calcarea (pòros) costruita nel I sec. a. C., ampliata in seguito e ricostruita in marmo. Sotto alla basilica romana restano notevoli avanzi di un mercato greco a forma di stoà del V sec. a. C.
Nell'agorà immediatamente ad oriente della fila di botteghe sul lato occidentale, è una serie di costruzioni ‛di periodo romano, alcune delle quali sono ricordate da Pausania, nella quali si è voluto riconoscere da S verso N, il tempio di Venere sotto l'aspetto di dea della fortuna (Tempio F), il Pantheon (Tempio G), i templi di Eracle (Tempio H) e di Nettuno (Tempio F), ambedue costruiti durante il regno di Commodo per rimpiazzare la fontana di Nettuno ricordata da Pausania, il tempio di Hermes (Tempio D) e il Tempio K, che potrebbe identificarsi con il tempio di Apollo ricordato da Pausania. Immediatamente a N del Tempio K, su un alto podio, era collocato il monumento circolare di Gneo Babbio Filino.
La facciata dei prigionieri sul lato settentrionale dell'agorà risale al periodo di Settimio Severo; è riccamente decorata in marmo bianco, a due ordini, l'inferiore con colonne corinzie e il superiore almeno con quattro statue colossali di prigionieri parthici, applicate a pilastri corinzî. Le figure poggiano su plinti decorati con rilievi rappresentanti la Vittoria e la Parthia soggiogata.
Le botteghe che si stendono ad O di questa facciata sono costruite nel II sec. d. C., davanti ad un portico del I sec. a. C. eretto intorno al periodo della fondazione della colonia romana. Nell'area della facciata dei prigionieri, tanto di fronte quanto dietro alle fondazioni dell'edificio, si trova un recinto sacro di periodo classico ed ellenistico, composto di un tempio absidato, di un muro di terrazzamento con decorazione a triglifi, di un edificio a fontana, e in certi periodi di un lungo altare di argilla. Il muro di terrazzamento forma una divisione tra il livello inferiore e quello superiore del tèmenos. Tutto questo complesso religioso ha origine negli inizî del V sec. a. C. e subì numerose trasformazioni fino al suo abbandono nel 146 a. C.
Il tempio di Apollo, che si eleva su un rialzo del terreno a N del portico N-O, si può datare nel terzo venticinquennio del VI sec. a. C.
Immediatamente a S della fontana della Lerna e dell'Asklepieion si trovano i resti molto mal conservati di un ginnasio romano che sembra esser stato distrutto e abbandonato alla fine del IV sec. d. C.
Sulla pendice settentrionale dell'Acrocorinto lungo la via classica verso l'acropoli, è stato scoperto un santuario di Demetra e Kore. I resti architettonici sono complessi e in cattivo stato di conservazione. Cronologicamente vanno dal VI sec. a. C. fino al IV d. C. Fra le costruzioni religiose del santuario vi sono alcuni ambienti per banchetto; evidentemente i conviti all'interno del santuario costituivano una parte importante del rituale del culto. L'area scavata è stata molto ricca di materiali votivi, specialmente figurine e piatti per offerte votive oltre a una statuaria fittile di dimensioni inferiori al naturale.
Museo. - Il museo si è arricchito di molto materiale dal periodo Neolitico Antico fino all'Antico Elladico II, trovato dentro le mura dell'antica C., ma scarso è il materiale dell'Elladico Medio e uno solo è il deposito miceneo, nel quale fu trovato un cratere anforoide decorato con un cavallo e un carro.
La collezione di ceramica va dall'VIII sec. a. C. fino alla fine dell'occupazione Franca, tranne per il periodo dei secoli VII e VIII d. C., durante i quali la città bassa di C. era stata abbandonata.
Tra le sculture provenienti dagli scavi il museo raccoglie pochi esempî di scultura preellenica dalla zona, oltre ad un probabile frammento di rilievo miceneo con testa maschile. Vi è una testa di koùros marmorea, databile verso la fine del VI sec. a. C.
In una sala del museo è una collezione di terrecotte votive a grandezza naturale (membra umane) dagli scavi dell'Asklepieion di Corinto. Il museo contiene anche materiali dalle località circostanti; le raccolte più importanti sono quelle da Conia, Istlunia, Korakou, Nemea, Phlius e Zygouries.
Bibl.: Della serie di volumi sugli scavi condotti dall'Istituto Archeologico Americano e pubblicati dalla Princeton University sono da aggiungere quelli seguenti: vol. I, p. V, The Southeast Building, the Twin Bsilicas, the Mosaic House, 1960; vol. I, p. VI, The Springs: Pereine, Sacred Spring, Glauke, 1964; vol. III, p. III, Inscriptions, 1926-50, 1966; vol. XIII, The North Cemetery, 1964; vol. XV, p. III, The Potters' Quarter: Pottery (in corso di stampa); vol. XVI, Mediaeval Architecture in the Central Area of Corinth, 1957. Si veda anche C. Vermeule, Roman Imperial Art in Greece and Asia Minor, Cambridge Mass. 1968. Fra i numerosi articoli comparsi nelle riviste si vedano quelli in Bull. Corr. Hell., Chronique des fonilles dal 1946, fino ad oggi. Per un rapido orientamento: D. M. Robinson, The Urban Development of Ancient Corinth, Atene 1965; Corinth, a Brief History of the City and a Guide to the Excavations, Atene 1965.