MacCarthy, Cormac
McCarthy, Cormac (propr. Charles). ‒ Scrittore statunitense (n. Providence, RI, 1933). Prolifico ed eclettico, unanimemente considerato il creatore del western postmoderno, ha esordito nel 1965 con The orchard keeper (trad. it. 2002), a cui hanno fatto seguito Outer dark (1968; trad. it. 1997), Child of God (1973; trad. it. 2000) e Suttree (1979; trad. it. 2009), romanzi caratterizzati da un’assoluta accettazione dell’ineluttabilità del male e dall’impossibilità di qualunque redenzione per l’essere umano. Grande osservatore, M. disegna una sterminata varietà di caratteri, mondi urbani degradati, sporchi e inquinati, esistenze marginali di personaggi che rifiutano ogni compromesso con il sistema e che sono per questo condannati a un’inesorabile solitudine. Tra le sue opere, Blood meridian, or the evening redness in the West (1985; trad. it. 1996) e la Border trilogy (Trilogia della frontiera), composta da All the pretty horses (1992; trad. it. Cavalli selvaggi, 1993), con cui ha vinto il National book award (e da cui è stato tratto nel 2000 l’omonimo film di Billy Bob Thornton; trad. it. Passione ribelle), The crossing (1994; trad. it. Oltre il confine, 1995) e Cities of the plain (1998; trad. it. 1999). Del 2005 è No country for old men (trad. it. 2006), una sanguinosa vicenda da cui i fratelli Coen hanno tratto un thriller (2007) di successo, che ha reso celebre M. al di fuori degli Stati Uniti. Il suo ultimo romanzo, The road (2006; trad. it. 2007), potrebbe essere definito un’opera di fantascienza, ben piantata nella tradizione del filone catastrofico-apocalittico, se non fosse anche uno dei romanzi più intensi e struggenti dell’autore, pieno di squarci poetici. Lo scenario è la desolazione successiva a un disastro planetario che un padre e un figlio, tra i pochi sopravvissuti, attraversano alla ricerca del mare: un pellegrinaggio pieno di difficoltà, intervallato dai ricordi e dai sogni dell’uomo. Anche da quest’ultimo romanzo (al quale nel 2007 è stato assegnato il premio Pulitzer) è stato tratto un adattamento cinematografico (2009), diretto da John Hillcoat.