CORNAZZANI (Carnazano, Carnazzano, Carnazanj, Comazzano, Cornacani, Cornazano, Cornazzano, Cormetzano, Cornezano, Coronatzano)
Famiglia di musicisti. Di Baldassarre ignoriamo il luogo della nascita avvenuta nel 1520. Fu essenzialmente un virtuoso di tromba, e di lui in queste vesti abbiamo notizia nel 1552, quando a Vienna, alla corte di Ferdinando I d'Asburgo, ricoprì l'incarico di trombettiere e corriere. Successivamente egli si stabilì a Graz, presso la corte dell'arciduca Carlo II, presumibilmente come suonatore dello stesso strumento o come trombonista, così come è riferito da altre fonti. Nulla di più probabile, fra l'altro, che abbia svolto sia l'uno sia l'altro incarico. Dall'arciduca, da cui percepiva una rendita annua di 80 fiorini, si congedò intorno al 1573; la meta successiva fu Monaco, ove egli ricoprì l'incarico di "Leiter der Instrumentenstube", ovvero di direttore d'orchestra e di trombettista nella cappella del duca di Baviera Alberto V con una retribuzione annuale di centocinquanta fiorini: era una delle cariche più prestigiose e ambite nella vita musicale dell'epoca. Alla sua morte, avvenuta a Monaco tra la fine del 1601 e l'inizio del 1602, gli successe il figlio Fileno. Baldassare fu zio di Orazio Sardena, strumentista alla corte di Graz, noto soprattutto per aver pubblicato i mottetti di Simone Gatto e Annibale Perini.
FilenoAgostino, unico figlio di Baldassarre, nacque, ignoriamo dove, tra il 1543 e il 1545. Fu iniziato dal padre allo studio del trombone, e come trombonista fu a Monaco verso il 1559-1560, dove si dedicò anche allo studio della composizione; certamente fu allievo di Orlando di Lasso. Nel luglio 1567 sposò Regina, cameriera della duchessa; da questo matrimonio nacquero un maschio, Alberto, e tre femmine. Nel giugno dell'anno successivo fu nominato "Istrumentist und Zinckplaser" alla cappella del duca Alberto V, con l'elevato stipendio iniziale di centottanta fiorini annui. Tale carica, oltre al compito di direzione degli strumentisti, gli conferiva la responsabilità di ordinare, controllare, pagare e organizzare il trasporto a Monaco di preziosi strumenti fatti costruire a Venezia e a Norimberga dai più noti specialisti di quel tempo.
In occasione delle sontuose processioni nella capitale il C. svolse l'importante ruolo di "regisseur", era cioè una sorta di organizzatore e responsabile generale, oltre che direttore d'orchestra accanto al Lasso. Dagli atti dell'Archivio di Monaco, in cui egli è menzionato come "Zinckplaser" col nome di Vilenno nel 1568 e come trombonista con l'intero suo nome nel 1569, apprendiamo che nel 1587 gli fu aumentato lo stipendio a quattrocento fiorini e nel 1592 a quattrocentosettantadue fiorini annui. Tale reddito gli permise di acquistare due case, nelle quali ebbe la possibilità di organizzare una vera e propria scuola di tromba e composizione, tenendo a pensione i propri allievi e procurandosi nuovi ulteriori introiti economici. Il suo più famoso allievo fu Jacob Paumann, poi "rector und inspector der Instrumentisten" al capitolo del duomo di Augusta nel 1596. Dal 1589 Fileno insegnò al collegio dei gesuiti di Bamberga; il 15 marzo 1591 gli fu assegnato un vitalizio di duecento fiorini annui, e alla moglie Regina fu promessa la rendita di settantacinque fiorini annui in caso di morte del marito, il quale, comunque, le sopravvisse di quasi venti anni. Alla morte del padre Baldassarre, nel 1602 circa, Fileno lo sostituì nell'incarico di "Leiter der Instrumentenstube" presso la cappella di corte. M. Praetorius, nel Syntagma Musicum, lo cita come "il più famoso maestro di Monaco", e indubbiamente, oltre ad essere rinomato come suonatore di trombone, fu compositore di un certo rilievo, pur essendo il suo stile assai simile, a quello di Orlando di Lasso, di cui Fileno dimostra di aver molto approfondito e fatto suo il linguaggio.
Di tutta la sua produzione sono pervenuti a noi alcuni brani inseriti in raccolte di musica polifonica pubblicate tra il 1569 e il 1624. Compose musica profana, come testimonia il madrigale "Qual nave scorta da celeste lume", facente parte della raccolta Musica dei virtuosi della florida Capella dell'Illº. S. Ducca di Baviera a cinque voci, su testo di A. Minturno, edita a Venezia nel 1569 da G. Scotto e curata da M. Troiano. Altri due brani, "Io vissi un tempo" e "Stella non è nel ciel", fanno parte de Il secondo libro de' madrigali a cinque voci de' floridi virtuosi del serenissimo Ducca di Baviera, curato da C. Bottegari ed edito a Venezia nel 1575 dall'erede di G. Scotto; "Ardo si, ma non t'amo" a cinque voci, fa invece parte della raccolta di G. Gigli da Imola Sdegnosi ardori in musica di diversi autori edita a Monaco nel 1586; "Impia sub dulci" è un brano a quattro voci contenuto nel Compendium musicae, pro illius artis tironibus edito ad Augusta nel 1591 e curato da A. Gumpelzhaimer.
Fileno compose musica sacra, di cui conosciamo due Litanie a cinque e sei voci contenute nel Thesaurus litaniarum quatuor, quinque, sex, plurimum vocum compositae di G. Victorinus pubblicato a Monaco nel 1596; un brano polifonico facente parte della raccolta Rosetum Marianum di B. Klingenstein pubblicato a Dillingen nel 1604; il brano Est generalis ea a sei voci in Odae suavissimae ... a diversis excellentissimis musicis partim V, partim VI vocibus decantatae, di cui non si conosce né il luogo né la data di pubblicazione, e Maiorem charitatem a quattro voci nella raccolta Philomena coelestis Sive suavissimae, lectissimaeque cantiones sacrae cum falsabordonis, magnificat canzonis, et basso ad organum, duarum trium et quatuor vocum, curata da G. Victorinus (Monaco 1624). Dalla documentazione in nostro possesso sembra che Fileno non abbia composto nulla per trombone, cosa molto improbabile per un virtuoso del par suo.
Fileno morì a Monaco il 15 o 16 luglio 1628.
Di Alberto, suo unico figlio, ignoriamo la data di nascita, avvenuta a Monaco, dove morì nel luglio 1627, un anno prima di suo padre. Fu organista e compositore. Come organista presentò la sua candidatura alla corte di Graz nell'anno 1602, ma non riuscì ad ottenere l'incarico per il giudizio avverso dell'allora maestro di cappella P. A. Bianco. Il primo incarico fisso lo ebbe il 28 febbr. 1612 come strumentista alla cappella ducale di Monaco per cui gli si offrì uno stipendio di duecento fiorini annui. Solo nel 1616 gli fu concessa la cittadinanza di Monaco ove sempre risiedette anche se mai riscosse particolari simpatie. Nel 1620 sposò Anna Schelling che morì non molto tempo dopo; il 6 giugno 1622 si unì in seconde nozze con la vedova di Hans Püchlers, cittadino eminente di Monaco. Dal 1623 riuscì ad ottenere, per interessamento del padre, una rendita annua di cento fiorini in qualità di organista presso la cappella di corte, ma quando il 14 nov. 1624 avanzò richiesta di sostituire il padre ormai ottantenne nella custodia degli strumenti, nonostante influenti raccomandazioni ottenne risposta negativa. Dei tre C., Alberto riscosse certamente minori gratificazioni, e anzi ebbe non poche difficoltà a causa del suo carattere assai instabile. A testimonianza della sua attività di compositore rimangono due brani sacri: Amavit eum Dominus a tre voci, contenuto nella raccolta Siren coelestis duarum, trium et quatuor vocum curata da G. Victorinus pubblicata a Monaco nel 1616, e O rex gloriae domine virtutum a quattro voci in Philomena coelestis, altra raccolta di G. Victorinus (Monaco 1624).
Bibl.: R. Eitner, Musik-Sanmelwerke des XVI und XVII Jahrhunderts, Berlin 1877, p. 489; A. Sandberger, Beiträge zur Gesch. der bayerischen Hofkapelle unter Orlando di Lasso, III, München 1894, pp. 21, 66, 68, 78; K. Walter, Archival. Excerpte über die herzogliche Hof-Kapelle in München, in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, X (1896), pp. 17, 22; H. Federhofer, Pietro Antonio Bianco und seine Vorgänger Andreas Zweiller und Pietro Ragno an der Grazer Hofkapelle, ibid., XXXVIII(1954), p. 80.; W. Boetticher, Orlando di Lasso und seine Zeit, Kassel 1958, pp. 335, 402, 407, 432, 434, 534, 666, 685, 687, 71 s, D 14, D 21 ss., D 28; Id., Aus Orlando di Lassos Wirkungskreis, ibid. 1963, pp. 56, 97, 115, 117, 121, 139, 180, F. Liesseni, Phileno Agostino C., oberster instrumentalist der herzoglichen Hofkapelle zu München unter Orlando di Lasso, in Die Musik-Forschung, XV (1972), pp. 368-385; R. Eitner, Quellen Lexicon der Musiker,III, p. 57; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, suppl., p. 215; Enc. della Musica Ricordi, p. 553; La Musica, Diz, I, p. 440; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV, coll. 159 ss.