coro
Il termine indica una " schiera ", uno " stuolo " di più persone che cantano insieme, in Pg X 59 Dinanzi parea gente; e tutta quanta, / partita in sette cori, a' due mie' sensi/ faceva dir lor l'un ‛ No ', l'altro ‛ Sì, canta ' (cfr. II Reg. 6, 12 " Et erant cum David septem chori "); in particolare in tre luoghi del Paradiso è riferito ai beati: agli spiriti sapienti che formano due corone concentriche che danzano e cantano sincronicamente (X 106 e XIV 62) e alle anime raccolte nell'Empireo (XXVII 17). Il termine designa ciascuno dei nove ordini angelici che ruotano in modo concentrico, in Pd XXVIII 94 Io sentiva osannar di coro in coro / al punto fisso che li tiene a li ubi, / e terrà sempre, ne' quai sempre fuoro.
Genericamente, cattivo coro è detto in If III 37 il gruppo degli angeli che non furon ribelli / né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.
All'insieme delle nove Muse, con espressione forse mutuata da Ovidio (Fast. V 80 " Prima sui cepit Calliopea chori "), si allude in Pg XXIX 41 Or convien che Elicona per me versi, / e Uranìe m'aiuti col suo coro / forti cose a pensar mettere in versi.