COROIDEA (dal gr. χορειδής o χοριοειδης "in forma di pelle")
Insieme col corpo cigliare e con l'iride che la continuano in avanti, forma la seconda tunica del bulbo oculare, detta anche tunica uvea, perché in gran parte nera e rigata come un grano d'uva denudato dal guscio; detta pure tunica vasculosa per la sua ricchezza di vasi. Giace tra la sclerotica e la retina, a partire dall'ora serrata. È perforata posteriormente dove passa il nervo ottico, concorrendo però in parte, insieme con la sclerotica, alla formazione della lamina cribrosa. È sottilissima (6 centesimi di millimetro) e di un colore caffè scuro. È saldata solidamente alla sclerotica soltanto posteriormente al contorno del forame ottico e in corrispondenza dei punti in cui i vasi e i nervi, che la percorrono, perforano la sclerotica; inoltre da scarsi filamenti di connettivo.
Nella sua struttura presenta: 1. Uno strato esterno fibroso con cellule ramificate ricche di pigmento. Per le aderenze con la sclerotica, quando si stacca da questa, tale strato si lacera, e ciò che rimane aderente alla sclerotica s'indica come lamina fusca. Il rimanente di questo strato si chiama anche lamina sopracoroideale. 2. Uno strato vascolare, più interno, che forma la parte più importante; è pure fibroso e seminato di grosse cellule pigmentose ramificate, e tutto percorso da vasi venosi e arteriosi estremamente abbondanti. 3. La membrana basale, o lamina vitrea, all'interno del precedente; è probabilmente un prodotto di secrezione (cuticola) dell'epitelio pigmentoso della retina, che le aderisce. I vasi che costituiscono lo strato vascolare sono arteriosi, venosi e capillari. Gli arteriosi provengono dalle arterie cigliari posteriori, suddivise in cigliari lunghe e cigliari brevi.
Questi vasi sono a loro volta distribuiti in tre strati: lo strato esterno è venoso, formato da una rete molto abbondante di vene tortuose che costituiscono le cosiddette vene vorticose, e escono dal bulbo ordinariamente in quattro grossi tronchi; lo strato medio è arterioso; lo strato interno è formato da un'elegante rete di capillari che s'indica come corio-capillare, o membrana del Ruischio. La coroidea è innervata dai cigliari.
La grande ricchezza di vasi della coroidea non si spiega se non ammettendo che questi vasi forniscano il materiale di ricambio della retina, non tanto quello necessario alla conservazione materiale della membrana, quanto quello necessariti al suo funzionamento. Si ha ragione di credere, infatti, che per l'azione dello stimolo luminoso sulla retina, si vengano a modificare potentemente i processi del ricambio, e che siano appunto queste modificazioni nell'assimilazione e nella disassimilazione che noi traduciamo in sensazioni luminose e quindi visive. Dunque processi di scambio rapidi, abbondanti, continui; dunque la necessità di una circolazione sanguigna molto abbondante.
Patologia. - Per traumi può avvenire nel fondo oculare la rottura della coroidea. Possono avvenire inoltre emorragie anche improvvise e abbondantissime (emorragie ex vacuo, o espulsive). L'infiammazione assume per lo più il tipo a focolai e a decorso torpido. Cessata l'infiammazione, nel posto dei focolai si ha atrofia, e poiché in corrispondenza si altera anche la retina, si ha cecità (scotomi). Le zone atrofiche appaiono all'esame ottalmoscopico biancheggianti, di forma irregolare, sparse di grumi più o meno abbondanti di pigmento. Una chiazza singolare di atrofia, esito di un lento processo di sclero-coroideite, situata attorno alla papilla ottica, e più estesa al lato temporale di questa, costituisce lo siafiloma posteriore o stafilom di Scarpa, ed è sintomo proprio della miopia. La coroidite è spesso espressione di tubercolosi, e anche di sifilide sia congenita sia acquisita.
Fra i tumori maligni della coroidea è frequente il sarcoma che si manifesta con scarso pigmento (leuco-sarcoma), o con pigmento abbondante (melanosarcoma); il primo più raro del secondo; entrambi gravissimi, non solo perché distruggono l'occhio, ma anche per la facile metastasi. Questa si manifesta per lo più al fegato.
Come anomalia congenita si ha il col0b0ma, in dipendenza della fessura fetale, e quasi sempre esteso anche all'iride.