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CORONE

di Doro LEVI - Roberto CESSI - Gastone DEGLI ALBERTI - * - Enciclopedia Italiana (1931)
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CORONE (Κορώνη; A. T., 82-83)

Doro LEVI
Roberto CESSI
Gastone DEGLI ALBERTI
*

Piccolo scalo marittimo della Grecia, nel nomós della Messenia, Il centro attuale, che è s0 km. più a sud dell'antico, conta 2744 ab. ed è posto su un promontorio coronato da una fortezza veneta.

Storia. - L'antica Corone (Κορώνη, Corüne) fu porto della Messenia, fondato, dopo la spedizione di Epaminonda del 365 a. c., da Epimelide e da lui battezzato col nome della sua patria Coronea. La città fu presto fiorente, e ci appare autonoma nel sec. II, al principio del quale entrò nella Lega achea; fu assalita perciò nel 183 a. C. dai Messenî, ma dopo la loro sconfitta riebbe la sua autonomia che conservò quando i Romani ebbero disciolto la Lega achea, meno un periodo d'incerta durata (sec. II d. C.?) in cui sembra essere stata dipendente da Sparta. Dal sec. XIII d. C. il nome di Corone ci appare trasferito all'antica Asine, più a sud sulla medesima costa del golfo messenico; ma ignoriamo quando e per quale ragione gli abitanti dell'antica Corone siano emigrati. La località dell'antica Corone è stata ubicata presso al moderno villaggio di Petalidi, dove sono stati distinti tanto i resti dell'antico porto presso la spiaggia, quanto le rovine dell'acropoli, con tratti della cinta dell'epoca di Epaminonda, resti dell'agorà e d'un buleuterio, e vasti ruderi degli edifici della città romana.

Dal sec. XIII Corone ci appare, quale possesso veneto, collegato con la vicina Modone in un unico sistema militare, amministrativo e portuario. Divenne così il nodo marittimo, cui si ricollegava il movimento di navigazione militare e commerciale nell'Egeo. Stretto dapprima il possesso a un breve tratto territoriale, trovò maggior respiro con l'ampliamento del retroterra continentale mediante gli acquisti di Argo e di Nauplia alla fine del sec. XIV, e fu anche sviluppata la sua funzione con la rinnovazione e l'allargamento degl'impianti portuarî. Il crollo di Candia, nel 1669, ne indebolì la solidità; nel 1718 la Morea divenne definitivamente turca. Nel 1770 la squadra russa, entrata nel Mediterraneo, per colpire il Turco sul fianco, prese d'assalto il porto di Corone, ma non poté mantenerlo: circa sessant'anni dopo, vi s'installarono i Francesi. La ricostituzione del regno greco, mutando l'equilibrio marittimo, cancellò anche la funzione storica del vecchio porto.

Azioni navali. - Per distogliere Solimano che nell'aprile 1532 aveva invaso l'Austria, Carlo V pensò di assalire i Turchi in Grecia. Adunò un'armata di oltre cento legni con 12.900 soldati, dandone il comando ad Andrea Doria, il quale, il 21 settembre 1532, mosse all'attacco di Corone. Dopo un primo tentativo fallito, i soldati riuscirono a impadronirsi delle opere di difesa, facendo prigioniera la guarnigione. Il Doria s'impadronì poi di Patrasso e, lasciato un presidio a Corone, ritornò a Genova. Nel 1533 il sultano volle riprendere Corone e v'inviò una poderosa flotta. Ripartì allora il Doria con 150 galee e presso il Capo Gallo venne, il 2 agosto, a un breve scontro con i Turchi. Sbarcò indi truppe e vettovaglie a Corone e ritornò in Italia, sciogliendo l'armata. Di ciò approfittarono i Turchi, che s'impadronirono di Corone.

Bibl.: E. Curtius, Peloponnesus, II, p. 166 segg.; Tod, in Journ. of Hell. Studies, XXV (1905), p. 40 segg.; Pieke, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 1422 segg.; Heyd, I commerci dei Latini in Levante, in Bibl. dell'economista, s. 5ª, X; Kretschmayr, Geschichte von Venedig, Gotha 1904-1922, I e II; C. Manfroni, Lo scontro di Modone, in Ateneo veneto, 1906; id., Documenti sulla squadra russa nel Mediterraneo nel 1770, in Rivista marittima, 1912.

Vedi anche
Goffrédo I di Villehardouin principe di Acaia Sbarcato in Grecia nel 1205, s'impadronì di tutta la costa occidentale del Peloponneso insieme con Guglielmo di Champlitte, al quale riuscì a subentrare nell'eredità feudale della Morea col titolo di principe d'Acaia. Lasciate a Venezia le città di Corone e Modone (1209), ordinò lo stato feudalmente ... Baiamonte Tièpolo Nipote (m. 1328 circa) del doge Lorenzo. Castellano a Corone e Modone, subì un processo per peculato (1300-1301). Durante la dispendiosa guerra di Ferrara, si mise a capo, col suocero Marco Querini, di una congiura che, facendo leva sui malcontenti per la serrata del Maggior Consiglio e per l'interdetto ... Morosini, Francesco, detto il Peloponnesiaco Doge di Venezia (Roma 1619 - Nauplia 1694). Partecipò fin da giovane alle imprese marittime di Venezia, e fu poi (1656) provveditore generale a Candia; capitano generale da mar (1657), combatté instancabilmente i Turchi sino al 1661, quando talune accuse sul suo governo della squadra navale, dalle quali ... Giovanni Gradenigo Doge di Venezia (1285 circa - 1356). Ebbe una parte notevole nella scoperta e nella repressione della congiura di Marin Faliero (1354). Eletto doge (1355), fautore di una politica di distensione con Genova e Milano, firmò una pace con queste due città nel giugno 1355.
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Vocabolario
coróna
corona coróna s. f. [lat. corōna, dal gr. κορώνη]. – 1. Ornamento del capo a forma circolare, di metallo prezioso per lo più con gemme incastonate, oppure, spec. in origine, di fiori, di fronde (lauro, quercia, olivo), spesso offerto con...
coronare
coronare v. tr. [lat. corōnare] (io coróno, ecc.). – 1. a. Cingere di corona: c. d’alloro un poeta; anche rifl.: coronarsi di edera (come usavano gli antichi nei banchetti). Con questo sign., nella forma attiva è più usato incoronare, soprattutto...
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