CORPI SANTI
. Con la denominazione di "Corpi santi" si denotò quella fascia di territorio, variante fino a un miglio circa, che, posta al di fuori delle mura cittadine, rimase però sempre in tutto dipendente dalla città, come sua pertinenza diretta, ed è probabile che altro non rappresenti se non i mille passus dell'antico ordinamento urbano romano. Su questo territorio si esercitò dapprima la giurisdizione del vescovo, al tempo in cui cominciò a essere titolare anche di diritti politico-amministrativi; poi esso costituì la zona di diretta influenza della città, anzi il massimo confine della città stessa, in contrapposto al contado (così a Milano, Pavia, Cremona, Alessandria, ecc.), talvolta assumendo nomi diversi. Ne venne, di conseguenza, che certi atti degli ufficiali del comune dovevano essere eseguiti, per aver valore, solo entro i limiti dei Corpi Santi, che determinavano pure la diversa valutazione degli emolumenti.
È assai dubbia l'origine di questa denominazione: alcuni (Giulini) sostennero che essa derivi dal fatto che nei primordî del cristianesimo, fuori delle mura, ma non molto distante, si seppellissero i corpi dei fedeli (e si sa che le prime basiliche cristiane sono extra-murane); onde per antonomasia dovrebbe significare "la terra ove sono o furon deposti i corpi dei santi". Altri (Schneider, Pivano, ecc.) con maggiore fondamento pensano che questa locuzione altro non voglia significare se non "territorio di proprietà di ente religioso": terra dunque, donata a un santo, secondo le antiche formule longobarde e franche.
Bibl.: G. Giulini, Memorie spettanti alla storia della città e campagna di Milano, 2ª edizione, Milano 1857; Pivano, Stato e Chiesa da Berengario I a Arduino, Torino 1908; F. Schneider, Die Entstehung von Burgund Landgemeinde in Italien, Berlino 1924; A. Solmi, Il Comune nella storia del diritto italiano, Milano 1922.