vitreo, corpo
Massa trasparente, semifluida (costituita da un gel limpido detto umore vitreo), che occupa la maggior parte della cavità del bulbo oculare, compresa tra la superficie posteriore del cristallino e la retina: ha funzione di mezzo di rifrazione e la sua massa provvede alla conservazione dell’equilibrio della tensione oculare. È il più voluminoso dei mezzi diottrici dell’occhio ma, avendo un indice di rifrazione di poco superiore a quello dell’acqua, non ha grande importanza come mezzo convergente. Le eventuali alterazioni del v. si apprezzano sia con l’oftalmoscopio, sia con la lampada a fessura: esse possono essere rappresentate da opacità (in forma di fiocchi, filamenti e membrane, avvertite soggettivamente come ‘mosche volanti’); dalla fluidificazione (➔ sinchisi); dal raggrinzimento; da emorragie; da ascessi; da penetrazione di corpi estranei, ecc.