AICHELBERG (Alchimberg[h], Achilberg, Hechilberg?), Corrado (Currado, Conradus, Corradus) conte di
Nacque verso la metà del sec. XIV, forse proprio nella sede primitiva della famiglia, che sembra essersi estinta con lui, in Svevia (Oberamt Kurchheim). Nipote del condottiero Corrado di Landau, intraprese la carriera delle armi soltanto dopo la morte dello zio (1363). Va detto che non si distingue, però, sempre con sicurezza dal suo omonimo cugino, Corrado II di Landau, dato che tutti e due sono nominati dalla maggior parte delle fonti con il solo nome.
A. appare per la prima volta nel 1374 a Siena, come comandante della Compagnia inglese, insieme con Giovanni Acuto, con cui si trova, pare, unito anche nel 1388 e 1389, prima di venire assoldato nello stesso anno dai Fiorentini. Nel 1392-93 sembra aver servito a Castiglione Aretino; ma dal 1393 lo troviamo di nuovo al soldo della lega tra Niccolò d'Este, marchese di Ferrara, Firenze, Bologna e altre città e con l'incarico di intervenire contro alcune bande dedite a saccheggi nelle Marche e nella Romagna, impegno, però, che l'A. seppe unire, secondo le abitudini del tempo, al compimento di imprese per suo conto. Nel 1394-95 fu mandato in aiuto di Niccolò d'Este contro Galeazzo Visconti e riuscì ad occupare Gargonsa (fraz. di Monte San Savino); poi fu sottoposto ad Astorre Manfredi di Faenza. Nel 1395 dovette difendere Niccolò d'Este contro la congiura dei "Montanari", ordita da Azzo d'Este, il quale fu costretto ad arrendersi ad Astorre il 16 apr. 1395 con il castello di Porto; catturato da A., fu incarcerato da Astorre, a Faenza.
Molte cronache ricordano questo episodio nominando tutte il conte Corrado, senza dargli un cognome; soltanto nella Historia de' principi di Este di G. B. Pigna, I, Ferrara 1570, pp. 334 ss., si trova identificato con un conte Corrado di Altemberg o Altemburg, assoldato da Bologna nel 1350 e 1354, che, per il resto, è sconosciuto. Questa identificazione è stata adottata dal Ghirardacci nella seconda redazione della sua Historia di Bologna (Bologna 1657, pp. 476 ss.), mentre, nella prima, egli non aveva parlato che di un "conte Corrado". Il nome di Altemberg venne così sostituendosi a quello di Aichelberg e appare, sempre in connessione con avvenimenti dell'anno 1395, anche nella letteratura moderna, mentre la forma Althinberghi compare per l'A. in un solo documento.
Non si è bene informati sui fatti posteriori della sua vita. Sappiamo che nel 1395 dovette arrendersi ad una banda armata nella Romagna, ma le fonti non ci danno particolari di sorta.
Morì vicino a Pisa nel 1406 e fu sepolto accanto alla chiesa di Avane, dove la sua tomba è visibile ancora oggi; il sepolcro di sua moglie, nata contessa di Matsch, tirolese, è invece nella chiesa di S. Caterina in Pisa.
Fonti e Bibl.: Iacobus de Delayto, Annales Estenses, in L. A. Muratori, Rer. Italic. Script. XVIII, Mediolani 173 I, coll. 926 ss.; Cronica volgare di anonimo fiorentino (1385-1409), ibid., 2 ediz., XXVII, 2, a cura di E. Bellondi, pp. 76ss., 164, 192, 197-198; Leonardus Aretinus, Historiae fiorentini populi, ibid. 2 ediz., XIX, 3, a cura di E. Santini e C. di Pierro, pp. 265 ss.; C. Ghirardacci, Historia di Bologna, ibid. 2 ediz., XXXIII, 1, a cura di A. Sorbelli, p. LXV; Iohannes Ferrariensis, Annales Estenses, ibid. 2 ediz., XX, 2, a cura di L. Simeoni, p. 15; Corpus Chronicorum Bononiensium, 3, ibid. 2 ediz., XVIII, 1, a cura di A. Sorbelli. p. 460; G. degli Azzi Vitelleschi, Le relazioni tra la repubblica di Firenze e l'Umbria, in Bollett. d. R. Deput. di storia patria per l'Umbria, X (1904), Appendice, cfr. Indice sub voce Corrado; K. H. Schafer, Deutsche Ritter und Edelknechte in Italien, II, Paderborn 1911, pp. 172, 195; III, ibid. 1914, p. 374 n. 1; IV, ibid. 1940, pp. 182, 228, 277; F. Guicciardini, Le cose fiorentine, Firenze 1945, pp. 93, 110-111.