LANCIA, Corrado
Della nobile famiglia ghibellina che, passata dal Piemonte in Sicilia ai tempi di Federico II di Svevia, prestò a questo, a suo figlio Manfredi e a Corradino notevoli servizî militari e politici. Molti dei suoi parenti caddero vittime delle vendette di Carlo d'Angiò. Suo padre, conte di Atri, che aveva comandato l'armata di Corradino ed aveva riportato notevoli vittorie sugli Angioini a Castellammare e a Milazzo, scontò con la vita la sua fedeltà alla causa sveva. Corrado riparò insieme con Ruggiero di Lauria e con pochi altri alla corte d'Aragona (1268), dove regnava allora Giacomo, il cui figlio Pietro aveva sposato Costanza figlia di Manfredi. Alla morte di Giacomo, Pietro III affidò a Corrado importanti uffici nella nascente marina catalana, e lo creò poi ammiraglio, quando intraprese la spedizione contro l'Africa, nella quale egli si segnalò per abilità e per valore, tanto che fu detto essere egli stato il vero creatore e fondatore della potenza navale della casa d'Aragona. Quando Pietro intraprese la guerra contro gli Angioini, sembra che Corrado restasse dapprima in Catalogna per soprintendere alla costruzione e preparazione delle armate che sotto la guida suprema del suo compagno d'esilio, Ruggiero di Lauria, conseguirono tante vittorie. Più tardi fu in Sicilia, a capo di una squadra navale, che riportò parecchie vittorie sulle coste della Calabria (1285). Egli rimase fedele a Federico di Sicilia, mentre l'amico e collega suo, Ruggiero di Lauria, lo abbandonò e gli si volse contro per obbedire al re Giacomo d'Aragona. Corrado fu gran cancelliere e ammiraglio di Sicilia. Non risulta però che egli combattesse contro il Lauria; qualche storico lo ha confuso con Corrado D'Oria, genovese al servizio di Federico di Sicilia. Morì, afferma l'Amari, pochi giorni prima della sanguinosa battaglia di Capo d'Orlando (v. anche lauria).
Bibl.: A. V. Vecchj, Ruggero Loria e C. L., almiranti di Casa Aragona, in Rivista marittima, III, 1876; M. Amari, Guerra del Vespro, 9ª ed., Milano 1886; O. Tadini, I marinai italiani nelle Spagne, Roma 1887, p. 26 seg.