correre [corravam, indic. imperf. I plur.]
Il verbo compare frequentemente, con costrutto intransitivo, nel valore fondamentale di " accorrere ", " muoversi ", " spostarsi velocemente ".
Con l'indicazione della meta a cui si tende, è detto di persone, in If XII 26 Corri al varco; Pg II 122 Correte al monte a spogliarvi lo scoglio; V 29 e 82, XVIII 100 e 102, XXX 44 il fantolin corre a la mamma; Pd V 93 così corremmo nel secondo regno; Fiore CLXXXI 2 E quand'ella serà rassicurata, / tantosto sì gli de' correre indosso; CCIII 5 Lo Schifo sopra me forte correa; CCIV 3, CCV 5, CCXIII 3; è riferito ad animali, in Pg XXVI 42 Ne la vacca entra Pasife, / perché 'l torello a sua lussuria corra; detto di cose, in Rime CIII 46 'l sangue... fuggendo corre verso / lo cor; Pg XVIII 79 e Pd XV 20 a piè di quella croce corse un astro / de la costellazion che lì resplende. Il verbo è usato assolutamente e riferito rispettivamente a persone, animali e cose: Vn XXVI 1 le persone correano per vedere lei; Rime CVI 69 Corre l'avaro, ma più fugge pace; If XII 56, XXIII 78, XXIV 92, XXV 140, XXX 26; Fiore LXIV 7 s'andasse lungi, corri ad apportalla; Detto 423; Cv I V 11 dicemo del cavallo virtuoso che corre forte e molto; If III 53 vidi una 'nsegna / che girando correva tanto ratta, / che d'ogne posa mi parea indegna; VIII 14, Pd I 93 folgore, fuggendo il proprio sito, / non corse come tu ch'ad esso riedi.
In particolare, è detto del movimento dell'acqua, in Cv IV Le dolci rime 55 (ripreso in X 12) fa piegar rivo che da lungi corre; If XX 76 l'acqua a correr mette co, e 79 Non molto [il Mincio] ha corso, ch'el trova una lama, / ne la qual si distende (dove tuttavia corso può essere anche inteso come sostantivo); XXIII 46 corse... acqua per doccia / a volger ruota di molin.
Detto di un'imbarcazione, vale " veleggiare ", " far rotta ", in Cv IV V 8 [la nave] a debito porto correa, e XXVIII 7 0 miseri e vili... con le vele alte correte a questo porto; costruito assolutamente, in Pd XXVII 147 la classe correrà diretta; con costrutto transitivo, in Pd XIII 137 e legno vidi già dritto e veloce / correr lo mar per tutto suo cammino.
Il gerundio ‛ correndo ' rafforza il valore del verbo di movimento che quasi sempre accompagna: Rime LXIII 3 e va correndo e gittaliti a' piedi; If XVI 5 tre ombre insieme si partiro, / correndo; XXI 30 e vidi dietro a noi un diavol nero / correndo su per lo scoglio venire; Pg XVIII 97 correndo / si movea tutta quella turba magna; Fiore CCVIII 13. È presente anche in Pg VI 15 l'altro ... annegò correndo in caccia, e Pd XI 81 'l venerabile Bernardo / si scalzò prima, e dietro a tanta pace / corse e, correndo, li parve esser tardo.
Il verbo ricorre frequentemente in contesto figurato: riferito al sacrosanto segno, simbolo dell'autorità imperiale, in Pd VI 79 Con costui [Ottaviano] corse infimo al lito rubro, e 92 a far vendetta corse / de la vendetta del peccato antico; ancora in Rime LIX 11 tutto mio valore a' piè le corre; CII 39 il freddo / le corre al core; Cv II IX 5 corre lo spirito visivo; XIII 24, III IV 13, IV XXVII 4; If II 131 tanto buono ardire al cor mi corse; XXIII 110, XXVI 22, Pg XV 68, XVI 92, XVII 101 e 126; in forma impersonale in Pd XXIX 123 tanta stoltezza in terra crebbe, / che... ad ogne promession si correrebbe. Nel senso di " incorrere ", in Pd III 17 dentro a l'error contrario corsi / a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte.
Più genericamente il verbo vale " muoversi ", come lasciano intendere gli avverbi che seguono, in Cv III II 3 l'anima corre tosto e tardi, secondo che è libera o impedita; ugualmente, detto di persona o di cosa, in Rime CXVI 36 simile a simil correr sole; Pg III 5 i' mi ristrinsi a la fida compagna: / e come sare' io sanza lui corso?; If XXV 127 ciò che non corse in dietro e si ritenne / di quel soverchio, fé naso a la faccia / e le labbra ingrossò quanto convenne.
Nel senso di " diffondersi ", " circolare ", in Cv I IV 13 mia fama era già corsa; III I 5 corre comune la loda e lo vituperio; Pg XXIX 22 una melodia dolce correva; Fiore CXLVI 6. In Cv IV XXII 6 Molti corrono al palio; ma uno è quelli che 'l prende, il verbo c. può essere inteso sia in senso proprio, poiché indica il fermento e l'animosità della gara, sia nel senso di " concorrere ", e l'espressione al palio è da intendersi come complemento di scopo. Ugualmente, con costrutto transitivo, c. è usato con il primo valore, in If XV 122 parve di coloro / che corrono a Verona il drappo verde / per la campagna; XXII 6 vidi... / fedir torneamenti e correr giostra; Pd XVI 42 quei che corre il vostro annüal gioco.
Probabilmente con il valore di " occorrere ", " accadere ", che non compare in altri luoghi dell'opera dantesca, in Fiore XXXV 3 'l tempo fortunal... m'era corso. Talvolta il verbo compare in locuzione: ‛ c. alla morte ' torna in Rime CIII 56, Cv Il VIII 12, IV I 10; ‛ c. in oblivione ', in Cv IV XIV 6; ‛ c. in guerra di qualcuno ' per " venirne in disgrazia ", " attirarsi la sua ira ", in Pd XI 59.
Con costrutto transitivo nel senso di " percorrere ", in If VIII 31 noi corravam la morta gora, e XIX 68; in contesto figurato, in Pg I 1 Per correr miglior acque alza le vele / omai la navicella del mio ingegno; e in espressione metaforica, in Rime CXVII 1 Per quella via che la bellezza corre / quando a svegliare Amor va ne la mente, / passa Lisetta baldanzosamente. Nella forma passiva, in Pg XXVII 125 la scala... fu corsa, e Pd II 7 L'acqua ch'io prendo già mai non si corse.
Il participio presente, con valore di aggettivo, è riferito in Rime LXI 3 a veltri, in If XIII 125 alle nere cagne, bramose e correnti, paragonate a veltri ch'uscisser di catena, e in Pd VIII 20 alle anime, viste come lucrrne... in giro più e men correnti. È detto di un corso d'acqua, in Vn IX 4 uno fiume bello e corrente e chiarissimo, Cv IV X 12 e XIII 16. In espressione figurata, in Rime LXXXIII 41 E altri son che, per esser ridenti, / d'intendimenti / correnti [" di perspicacia rapidissima ", Contini] voglion esser iudicati, e Pd XIII 119 l'oppinion corrente.
Il participio passato, nel senso di " rovinato ", in Fiore XXXV 6 Tu se' corso, / se tu non prendi in me alcun ricorso (cfr. Petrarca Trionfo della Morte II 113 " Questi è corso, / chi non l'aita, sì 'l conosco ai segni ").
L'infinito compare due volte con valore di sostantivo, in Pg XXXIII 54 il viver... è un correre a la morte, e Cv I XII 8 ogni bontade propria in alcuna cosa, è amabile in quella ... si come nel veltro ben correre.
In If XXVI 57 a la vendetta vanno come a l'ira, al posto di vanno, accettata dal Petrocchi, la lezione corron, esito del gruppo Vaticano, è stata ritenuta talora preferibile perché per lo Scarabelli " i focosi non vanno, corrono " (cfr. Petrocchi, ad l.); altre varianti, non accettate dal Petrocchi, sono corre, in Pg V 42 (come schiera che scorre sanza freno) e corrente, in Pd XVII 42 (nave... per torrente giù discende: cfr. Petrocchi, ad l.).