corridore
Deverbale maschile da ‛ correre ', il termine compare una sola volta, nella forma plurale tronca, in If XXII 4 corridor vidi per la terra vostra... e vidi gir gualdane, / fedir torneamenti e correr giostra.
Per Benvenuto si tratta di " homines currentes in furore populari... per Aretium ". L'Andreoli è propenso a credere che D. accenni ai c. del palio (così li chiama anche M. Villani III 85), e che il poeta nomini gli Aretini poiché, come ricorda il Postillatore Cassinese, " Arezzo anticamente, quando essa era in fiore, si dava a molti spettacoli e giuochi ". Secondo il Mattalia e altri commentatori moderni, c. è un termine " dell'uso strettamente tecnico " e indica " piccole squadre volanti a cavallo con compiti di avanguardia, di esplorazione o di assalto "; così il Castelvetro pensa che si tratti di " cavalli che scorrono avanti a spaventare le genti nemiche ed a spiare che cosa facciano ": Si tratta forse delle scorrerie dei Fiorentini nel territorio di Arezzo durante e dopo la battaglia di Campaldino del 1289 (cfr. Compagni Cron. I 10; G. Villani VII 131-132), quando D., secondo gli antichi biografi, si trovò a combattere fra i feditori a cavallo (I. Del Lungo, D. ne' tempi di D., Bologna 1888, 162 ss.).