CORROSIONE (fr., ingl., sp. corrosion; ted. Korrosion)
In geografia fisica il termine "corrosione" non è adoperato da tutti con lo stesso significato. Comunemente, serve a indicare l'azione dissolvente (erosione per via chimica) che è esercitata dalle acque di pioggia, o dalle acque sotterranee, su rocce facilmente solubili in acqua, come il salgemma e il gesso, o in acqua contenente anidride carbonica, come è per i calcari.
Sopra superficie sufficientemente inclinate, in modo che le acque possano scorrere, si formano così solchi stretti e profondi (fino anche a qualche metro), generalmente ravvicinati e separati quindi l'uno dall'altro da sottili pareti, a creste talora acute e frastagliate: naturalmente si formano soltanto dove le superficie delle rocce solubili (quasi sempre dei calcari) sono del tutto nude (v. campi carreggiati). Alla corrosione delle acque sotterranee è dovuta la formazione di grotte e di doline (v. carsici, fenomeni).
Alcuni indicano invece con il termine corrosione l'azione erosiva esercitata dai materiali solidi (limo, sabbie, ciottoli) trasportati da un corso d'acqua, per lo sfregamento operato contro le rocce dell'alveo. Quando le acque assumono moto turbinoso scavano nel letto, se questo è costituito di rocce resistenti, incavi cilindroidi, più o meno profondi, detti marmitte dei giganti, che vengono poi, spesso, sventrati dalla parte a valle. A questa forma particolare d'erosione dell'alveo si dà anche nome di evorsione (per le figure di corrosione, v. cristallografia).