sportelli, corsa agli
Fenomeno che accade quando un gran numero di clienti di una banca prelevano contemporaneamente i propri depositi, causando in tal modo l’insolvenza della banca stessa. È un caso di panico finanziario, in cui le aspettative degli operatori su possibili fallimenti bancari si autorealizzano, e alle estreme conseguenze possono determinare la distruzione di un sistema monetario.
La banca è soggetta al rischio di corsa agli s. perché detiene sotto forma di riserve solo una frazione dei depositi, impiegandone una larga parte in prestiti al settore privato. In questo modo essa è in grado di finanziare investimenti produttivi a lungo termine, ma nel breve non dispone di attività sufficienti a coprire le proprie passività. L’introduzione dell’assicurazione pubblica sui depositi (ormai esistente anche in Italia), eliminando la causa delle crisi di fiducia da parte dei correntisti, permette di annullare il rischio di corsa agli sportelli.
Sono numerosi gli esempi di corsa agli s. nel tempo, a partire da quella che colpì la Banca Reale di Francia in seguito alla scoppio della bolla (➔) della Compagnia delle Indie nel 1719, a quelle che provocarono fallimenti bancari in serie negli anni della grande depressione (➔), fino agli avvenimenti che hanno contraddistinto la crisi finanziaria nel 2007 e 2008. In quest’ultimo caso, la corsa è stata generata da una caduta di fiducia sul valore di alcuni titoli ‘esotici’ – mortgage backed security (➔ MBS) e credit default swap (➔ CDS) – detenuti da istituti finanziari non bancari, e quindi non soggetti alla stessa regolamentazione, ma che svolgevano di fatto una simile funzione di liquidità, per i quali si è coniata l’espressione di sistema bancario ombra (➔ shadow banking). La causa quindi è stata diversa, perché il valore di tali titoli, in linea di principio, può essere sempre calcolato sul mercato (➔ mark to market); nel corso di una crisi, tuttavia, esso può scendere molto sotto il livello giustificato dai fondamentali di mercato (➔ fair value), e quindi trasformare un problema di illiquidità in uno di insolvenza.
Il modello elaborato da D.W. Diamond e P. Dybvig (Bank runs, deposit insurance, and liquidity, «The Journal of Political Economy», 1983, 91, 3) fornisce un’interpretazione del rischio di corsa agli s. insito nel ruolo della banca. Essa svolge una funzione di trasformazione delle scadenze (maturities): detiene depositi a vista (passività estremamente liquide) per finanziare prestiti a medio e lungo termine, che non possono essere liquidati, senza costo, nel breve termine. In tal modo soddisfa efficientemente la domanda di liquidità da parte di consumatori e investitori, che non vogliono detenere direttamente le attività più produttive di investimento di lungo periodo, a fronte di spese incerte nel corso del tempo. Esistono tuttavia equilibri multipli in questa economia: un equilibrio efficiente in cui la banca assicura un perfetto risk sharing, e solo gli agenti che hanno bisogno di liquidità ritirano i propri depositi; e un equilibrio di corsa agli s. in cui gli agenti si aspettano un eccessivo prelievo futuro di depositi e scelgono quindi di ritirare immediatamente i propri risparmi, generando l’insolvenza della banca.