pirati, corsari e bucanieri
All’arrembaggio
Ai giorni nostri esistono tante forme di pirateria, per esempio quella aerea oppure quella multimediale o commerciale: un tempo, invece, venivano definiti pirati solo coloro che assaltavano e depredavano navigli. Nel corso del tempo le categorie dei pirati si andarono differenziando e ciò portò alla creazione di termini diversi: corsari, bucanieri, filibustieri
Nel Mar Mediterraneo la pirateria è un fenomeno antichissimo: ad assaltare le navi per depredarne i carichi erano Fenici, Greci, Illiri, Liguri, Etruschi e in pratica gli appartenenti a ognuna delle popolazioni che gravitava su quel bacino. Il fenomeno era del tutto spontaneo. I pirati, che erano semplici e spesso crudeli predoni che agivano senza regole al solo scopo di arricchirsi, con navigli agili e leggeri, assalivano di sorpresa le imbarcazioni del cui carico volevano impadronirsi.
La pirateria è la forma marittima del brigantaggio (banditi e briganti); al pari del brigantaggio fu avvertita come un fenomeno molto grave, da combattere anche utilizzando forze straordinarie. I Romani organizzarono a più riprese flotte incaricate di debellare la pirateria e leggi speciali aggravarono le punizioni per i pirati che fossero stati catturati. La decadenza dell’Impero Romano e la comparsa graduale di nuove popolazioni e nuovi poteri aggravò e trasformò il fenomeno. Gli Arabi e i Normanni, per esempio, furono visti in un primo tempo più come pirati che come popoli che cercavano di espandere la propria area di influenza.
La pirateria, di per sé, era una forma particolare di guerra e già nell’antichità pirati poterono trovarsi occasionalmente al servizio di Stati impegnati in conflitti. La guerra per mare non era infatti condotta solo per mezzo di flotte ufficiali, con navi sui cui pennoni sventolavano regolari bandiere. È dal 12°-13° secolo che si trova traccia di navigli privati autorizzati formalmente con lettere di corsa o di marca da Stati belligeranti a partecipare ad azioni di guerra contro navi nemiche che potevano così essere depredate e distrutte. Nel tardo Medioevo compaiono tracce di attività corsare anche al di fuori del Mediterraneo e, per fare un esempio, nell’età moderna i corsari diventarono protagonisti del secolare conflitto tra Francia e Inghilterra.
Il culmine dell’attività oceanica dei corsari fu proprio raggiunto durante il regno della regina inglese Elisabetta I, nella seconda metà del Cinquecento. Francis Drake, Walter Raleigh, John Hawkins condussero con grande efficacia la guerra corsara contro gli Spagnoli per conto della sovrana, che aveva parte nella divisione del bottino. Le flotte corsare furono attive per tutto l’Oceano Atlantico e specialmente nel Mar delle Antille, da cui controllavano le rotte dei convogli nemici. I corsari erano dunque una particolarissima specie di soldati, non solo semplici ladri. Per dir meglio, erano l’uno e l’altro.
Nelle isole caraibiche i corsari vennero definiti in più modi. I bucanieri erano così detti dal boucan, nome indigeno di uno strumento utilizzato per affumicare la carne. In origine essi erano europei dediti all’agricoltura e alla caccia di buoi selvatici, che intorno al 1630 vennero in urto con gli Spagnoli. Presero allora l’iniziativa di allestire una flotta con cui combatterono la Spagna spesso in alleanza con l’Inghilterra. In un primo periodo li capeggiò il leggendario Henry Morgan, e alla fine del Seicento erano attivi anche nel Pacifico. L’attività dei bucanieri fu strumento importante per l’instaurazione delle colonie inglesi, francesi e olandesi (colonialismo) nelle Indie Occidentali. Essi furono anche definiti filibustieri, da un termine spagnolo, filibustero (che derivava da un’espressione olandese), che significa «avventuriero», «predone».
La guerra di corsa scomparve di fatto già nel Settecento. Non invece la pirateria che venne combattuta nel corso del 19° secolo dagli Inglesi in Estremo Oriente, Malesia, Cina, Borneo, e che ancora oggi in quelle stesse aree provoca pericoli e danni.
Nel tempo in cui furono attivi, i pirati e i corsari incutevano terrore. Poi, le loro avventure hanno ispirato molte leggende che hanno trasformato via via l’immagine di questi avidi e crudeli predoni, divenuti ora protagonisti popolari, familiari, il più delle volte buffi e simpatici, di tante storie, film, cartoni animati di successo.