CORVO (fr. corbeau, grappin d'abordage; sp. grafio; ted. Memersichel, Enterdregge; ingl. graplingron)
Macchina militare, che alcuni confondono con l'arpagone (v.) o rampicone ed ebbe largo impiego fra i Greci e i Romani. Era costituita da una trave sospesa a un castello di legno mobile o scorrevole su ruote e terminata da un grosso uncino di ferro, più frequentemente doppio, fatto a "becco di corvo" per mezzo del quale gli assedianti o gli assediati afferravano e tiravano a loro le macchine dei nemici, o gli assedianti strappavano frammenti e blocchi di muraglia sconnessa dai colpi di ariete. Il castello può essere senza ruote (figura 1) e con ruote (fig. 2).
Secondo alcuni autori questa macchina era detta più specialmente corvo a graffio, per distinguerla dal corvo a tanaglia, che aveva l'estremità foggiata in modo da afferrare le cose, e serviva più specialmente ai difensori di una piazza per afferrare e sollevare e portare sulle mura testuggini, mantelletti, artiglierie nemiche. V'erano inoltre, nella meccanica di guerra romana: il corvo doppio, detto pure corvo demolitore (citato da Vitruvio), che forse era un corvo comune per forma ma di dimensioni maggiori e più robuste; il corvo falciatore (lat. asser falcatus) che serviva per "falciare" i difensori dalle mura; e infine, il corvo marino per mezzo del quale i marinai potevano attaccarsi alle navi dei nemici in modo da ridurle come in campo chiuso, e rendere inutile la superiorità derivante dalla migliore costruzione e dalla maggiore abilità delle ciurme. Secondo la tradizione, proprio mercé l'uso dei corvi marini inventati dai Romani durante la prima guerra punica, Duilio ottenne la celebre vittoria di Milazzo.
Il corvo, con questo nome o con quello di graffio o di raffio, di brida, di gru, di mano di ferro, fu usato frequentemente negli attacchi e nelle difese di piazze del Medioevo. Il nome più comunemente usato. in quest'epoca fu quello di brida (fr. bride; sp. brida; ted. Bridle, Rabes). Erroneamente il Guglielmotti fa brida sinonimo di tanaglia e la descrive come tale.