COSACCHI
. Nel sec. XV gli ampî territori della Russia meridionale, estendentisi lungo il corso medio e inferiore dei fiumi Dnepr e Don, rappresentavano una steppa vergine deserta, senza popolazione stabile. Si movevano in essi solo le masse dei "Cosacchi" tartari (il nome deriva dal turco-tartaro qazaq "vagabondo"), guerrieri e briganti. Tuttavia nello stesso sec. XV si trovano accenni anche ai Cosacchi russi, prima di tutto ai Cosacchi di Rjazan′ (1444), poi ai Cosacchi del Dnepr (1492), cioè a gruppi di uomini liberi armati, che si recano nella steppa per l'industria della pesca e della caccia di animali selvaggi e lottano contro i nomadi della steppa, i Tartari. Questi gruppi formano degli artel (comunità) militari e di mestieri o vatagi, con alla testa gli ataman, e sono il nucleo della futura organizzazione cosacca, fondata su principî di eguaglianza e di autonomia amministrativa. Nel corso dei secoli XVI-XVII si rafforza sempre più l'affluenza nella steppa da parte della popolazione russa dei villaggi, costretta ad abbandonare i territorî centrali a causa del pesante giogo dello stato e dei latifondisti. Questa popolazione russo-cosacca rapidamente colonizza le steppe intorno al Dnepr e al Don, nelle quali nel corso della seconda metà del sec. XVI e durante tutto il XVII appaiono da principio diecine e poi molte centinaia di colonie russe, che si dedicano all'agricoltura e prendono perciò carattere stabile. Centro dei Cosacchi del Dnepr alla fine del sec. XVI divenne la famosa Zaporožskaja Seč′ (sede di coloro che son d'oltre le cascate) posta sulle isole del Dnepr, difficilmente accessibili ai nemici. Comandava le formazioni militari "d'oltre le cascate" un ataman eletto, che divenne in seguito il principale capo dei Cosacchi di tutta l'Ucraina. La Seč′ invece stava agli ordini di un "ataman di carreggio" (kosevoj ataman). Tutte le cariche erano elettive e tutti gli affari più importanti sbrigati dall'assemblea dei Cosacchi (rada o kolo), e solo durante le campagne al capo eletto erano dati poteri illimitati. Accanto ai Cosacchi "d'oltre le cascate" nei secoli XVI-XVII si sviluppa il mondo cosacco cittadino che si suddivide nel sec. XVII in reggimenti (polki) e centurie (sotni). Trovandosi al limite meridionale del mondo russo, i Cosacchi condussero una continua lotta con i Tartari e i Turchi, compiendo incursioni devastatrici sulle rive della Crimea e sulla costa turca del Mar Nero. Dopo il 1569 (secondo l'accordo di Lublino) il territorio del medio Dnepr con i Cosacchi passò in potere della Polonia. Il governo polacco mirò da una parte a reprimere le arbitrarie imprese guerresche dei Coaacchi, che rappresentavano per la Polonia una serie di complicazioni e conflitti diplomatici, dall'altra a prendere al proprio servizio reparti di Cosacchi, che venivano registrati in un apposito elenco, e si sforzò di limitare i Cosacchi al numero dei "registrati", esigendo che i rimanenti tornassero alla condizione di contadini, sottomettendosi al potere dei magnati polacchi, ai quali il governo distribuì le terre sul Dnepr colonizzate dai Cosacchi. A ciò si aggiunsero dalla fine del sec. XVI (dopo l'Unione religiosa di Brest del 1596) le persecuzioni religiose contro la popolazione russo-cosacca ortodossa. Tutte queste circostanze portarono a una serie di crudeli e sanguinose lotte polacco-cosacche dalla fine del sec. XVI in poi. Finalmente nel 1648 scoppiò la minacciosa rivolta di Bogdan Chmel′nickij, finita con l'annessione dell'Ucraina della riva sinistra allo stato moscovita. Nella seconda metà del sec. XVII l'Ucraina, incerta tra Mosca, la Polonia e la Turchia, fu lacerata da rivolte e lotte intestine. Nel sec. XVIII il governo russo gradualmente restringe e limita l'autonomia dei cosacchi: sotto Caterina II venne soppressa la carica di ataman (nel 1764), nel 1773 vennero distrutti i reggimenti cosacchi piccoli-russi e i Cosacchi diventarono "abitanti di villaggi", nel 1775 fu distrutta la Seč′ d'oltre le cascate e negli anni 1783-87 dal governo russo (Potemkin) fu organizzata l'armata cosacca del Mar Nero, che fu poi (1792-94) trasferita nel Kuban.
I Cosacchi del Don. - Durante la seconda metà del sec. XVI tutto il corso medio e inferiore del Don si andò coprendo di cittadine cosacche (in seguito dette stanicy), aventi per centro prima Razdor, poi (nel sec. XVII) Čerkassk. I Cosacchi del Don, organizzati con gli stessi principî di libertà, di eguaglianza e di autonomia di quelli "d'oltre le cascate", conducevano una lotta incessante con i Tartari di Crimea e del territorio di Azov. La loro impresa guerresca più notevole fu nel 1037 la presa di Azov, fortezza turco-tartara alla foce del Don. Qui essi sostennero nel 1641 con successo l'assedio dell'enorme esercito turco-tartaro, ma nel 1642, non avendo ricevuto l'atteso aiuto da Mosca, furono costretti ad abbandonare la fortezza. Dal Don gruppi di Cosacchi si mossero oltre verso l'Oriente, verso il Volga, l'Ural e poi la Siberia, e nell'occupazione della iiberia (cominciata nel 1582 dal famoso atamano Cosacco Ermak Timofeevič) essi ebbero una parte di prim'ordine. Nel sec. XVIII la loro autonomia fu notevolmente ridotta e dal 1738 l'ataman del Don cominciò ad essere nominato dal governo di Pietroburgo. Oltre ai Cosacchi "liberi" vi furono nello stato moscovita Cosacchi che prestavano servizio (služilye). Nei secoli XVIII e XIX, il governo russo formò ai confini orientali dello stato una serie di armate cosacche per il servizio di guerra. Oltre le più grandi - del Don e del Kuban - al principio del secolo XX c'erano in Russia ancora le seguenti armate cosacche: di Ter, di Astrachan, di Orenburg, dell'Ural, della Siberia, di Semiseč′, della regione d'oltre Bajkal, dell'Amur, dell'Ussuri. La popolazione cosacca militarizZata (dei due sessi) alla vigilia della guerra mondiale era salita a 4 milioni. I combattenti veri e propri furono oltre 200.000 uomini.
Bibl.: V. Bronevskij, Istorija donskogo vojska (Storia dell'armata del Don), Pietroburgo 1834; V. D. Suchorukov, Istoričeskoe opisanie zemli vojska donskogo (Descrizione storica della terra dell'armata del Don), 2ª ed., Novočerkassk 1903; N. I. Kostomarov, Istoričeskija monografii i izlesdovanija (Ricerche e monografie storiche), II, III, IX-XVI; Chorosichin, Kazacji vojska (Le truppe cosacche), Pietroburgo 1881; D. I. Evarnickij, Istorija zaporozskich kazakov (Storia dei cosacchi d'oltre le cascate), Pietroburgo, voll. 3, 1892-97; A. V. Storozenko, Stefan Batorij i dneprovskie kozaki (S. B. e i cosacchi del Dnepr), Kiev 1904; M. S. Hruševskij, Istorija ukrainskogo kazačestva (Storia dei cosacchi ucraini), I-II, pp. 1413-14; S. G. Svatikov, Rossija i Don, 1924.