• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

COSENZA

di C. Bozzoni - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1994)
  • Condividi

COSENZA

C. Bozzoni

(lat. Consentia, Cosentia Bruttiorum)

Città della Calabria, capoluogo di provincia, situata ai margini settentrionali della Sila, alla confluenza del Crati con il Busento, C. si sviluppa sulla cerchia di colli che sovrastano le due rive e nel tratto di pianura oltre il Busento, occupata dalla parte moderna dell'abitato.Antica città del Bruttium e poi colonia romana, durante l'impero fu un'importante stazione sulla via Popilia; la tradizione vuole che nel 410 Alarico, mentre discendeva verso Reggio, sia morto alle sue porte e sepolto nell'alveo del Busento. Devastata nel corso della guerra gotica (542), la città rimase ai Bizantini; poi, passata sotto il controllo dei Longobardi beneventani, divenne centro di un gastaldato nell'orbita di Salerno (847), dalla cui metropolia dipendeva la sua diocesi. Riconquistata dai Bizantini alla fine del sec. 9°, non è chiaro quali ne siano state le vicende politico-amministrative nel secolo successivo, durante il quale subì ripetuti assedi, occupazioni temporanee e distruzioni per opera dei saraceni (in particolare nel 987 e nel 1009), che costrinsero parte della popolazione a rifugiarsi sui monti circostanti, dando forse allora origine ai c.d. casali. C. conobbe un nuovo periodo di floridezza sotto i governi normanno e svevo, dopo che la sua chiesa fu elevata ad arcidiocesi e quando fu scelta a sede del giustizierato di Val di Crati e Terra Giordana; tale positiva congiuntura subì un arresto perché la città aveva sostenuto Manfredi e inizialmente osteggiato la dinastia angioina; già però agli inizi del Trecento C., mai sottomessa alla servitù feudale, fu riconosciuta come centro amministrativo dell'intero comprensorio silano, ricevendo ulteriori privilegi. Il periodo di espansione fu tuttavia accompagnato dai contrasti, spesso aspri, con la popolazione dei casali e da lotte sociali interne, solo apparentemente placate durante la breve permanenza nella città di Luigi III d'Angiò (m. nel 1434). Con l'avvento del viceregno la città, pur conservando il ruolo amministrativo di capitale della Calabria Citeriore, vide rapidamente declinare la sua importanza economica, ma viceversa crescere il proprio prestigio grazie alla fioritura degli studi umanistici e filosofici e allo sviluppo di importanti istituzioni culturali, quali l'Accademia Cosentina, fondata nei primi anni del sec. 16° da Aulo Giano Parrasio.Il nucleo antico, che occupa le pendici nordorientali del colle Pancrazio, sulla cui cima sorge il castello, conserva ancora in parte il carattere della città medievale, con strade strette, in salita e talvolta gradonate, diramantisi dalla via principale (strada o piazza dei Mercanti, od. corso Telesio), che sale tortuosa dalla riva del Busento alla piazza Maestra (od. piazza Duomo), prospiciente la cattedrale, e prosegue oltre con il tratto definito anticamente strada degli Orefici e con via Padolisi in forte pendenza. La più antica rappresentazione di C. (seconda metà del sec. 16°) testimonia nella zona centrale un'edilizia compatta e sviluppata in altezza, con case di tre e anche quattro piani, serrate le une alle altre; il tessuto sembra farsi più rado e minuto nella parte elevata del colle, come testimonia anche la più tarda e convenzionale veduta anonima pubblicata da Pacichelli (1703); non rimane traccia di una cerchia muraria, ma le citate piante urbane mostrano una torre a difesa del ponte sul Busento, probabilmente collegata a una cintura di opere fortificatorie che muniva il nucleo urbano centrale. Sulla riva destra del Crati e oltre il Busento si estendevano due borghi, detti rispettivamente dei Pignatari e dei Rivocati, quest'ultimo esteso dal convento di S. Domenico al mercato della Maddalena, dove si svolgeva l'annuale fiera istituita da Federico II di Svevia.Monumenti principali della città, che ne riassumono simbolicamente la storia, sono il castello e la cattedrale. Il primo - sorto su un nucleo romano ormai indefinibile e ampliato dai saraceni - fu ristrutturato in epoca normanna (1132 ca.), ma l'impianto esistente è per la maggior parte concordemente riferito dagli studiosi a lavori, non documentati tuttavia, eseguiti sotto Federico II: della costruzione sveva - a pianta quadrangolare con due torri angolari ottagonali (di una delle quali rimangono solo resti) e due torri quadrate forse di impianto più antico (Willemsen, Odenthal, 1966) - si conservano alcuni vani coperti con volte a crociera costolonate. Il castello venne poi ristrutturato nel 1428-1430 per adattarlo a dimora di Luigi III d'Angiò (corridoio dei Fiordalisi) e poi, alla fine del sec. 15°, a seguito di distruzioni per eventi sismici e militari; pesantemente trasformato dopo il 1759, per essere adibito a seminario e poi a carcere politico, l'edificio subì ulteriori danneggiamenti nel terremoto del 1854, quando crollò l'intero piano superiore.La cattedrale, dedicata a Maria SS. Assunta, venne consacrata nel 1222 alla presenza dell'imperatore Federico II: una precedente chiesa crollò nel terremoto del 1184, in occasione del quale perì sotto le macerie l'arcivescovo Ruffo, ma si ignora se l'edificio fu distrutto in parte o totalmente e se fu poi ricostruito in un sito diverso (Borretti, 1933), essendosi persa ogni memoria di quello precedente. Comunque, i caratteri linguistico-figurativi non consentono di ritenere alcuna parte della costruzione attuale anteriore agli ultimi due decenni del sec. 12°: si tratta di un corpo basilicale a tre navate su pilastri quadrangolari, coperto a tetto, con transetto a volte (di restauro) non sporgente, originariamente concluso da tre absidi semicircolari: secondo Martelli (1950b) l'abside centrale, con precoro e poligonale all'esterno, ricevette l'odierna configurazione con i restauri ottocenteschi; per il più accentuato linearismo goticistico i tre portali della facciata, sormontati da oculi, dovrebbero essere riferibili a una fase successiva (probabilmente alla fine del sec. 13°).All'interno, al centro della parete sinistra del transetto, ma originariamente forse nell'ultima campata del corpo longitudinale, si trova il monumento funerario della regina Isabella (m. nel 1271), moglie di Filippo III l'Ardito, opera di scultore francese; nella prima cappella del lato sinistro si trovava l'icona della Madonna del Pilerio (ora in deposito presso la Soprintendenza ai Beni architettonici, artistici e storici della Calabria e sostituita da una copia non fedele), riferibile alla seconda metà del sec. 13°, pittura di carattere bizantino, non esente da contatti con l'ambiente figurativo toscano e campano, e che localmente ha un seguito nella Madonna del Pilerio della chiesa delle Vergini, attribuita a Giovanni da Taranto (Itinerari per la Calabria, 1983, p. 147). La stauroteca recentemente restaurata (oggi in deposito presso la Soprintendenza ai Beni architettonici, artistici e storici della Calabria), probabilmente di fattura palermitana, donata alla chiesa cosentina da Federico II forse in occasione della consacrazione del 1222, è costituita da una croce potenziata, placcata in oro su scheletro ligneo, arricchita da filigrane, pietre preziose e smalti con figurazioni che rimandano all'arte bizantina, successivamente adattata a un supporto di oreficeria tardogotica (sec. 15°), prodotto di una bottega spagnola, alla quale è avvicinabile anche un calice d'argento dorato a base esagonale (attualmente presso il palazzo arcivescovile), decorato con edicolette, statuine di santi e motivi foliati.Le altre chiese medievali di C. sono state tutte pesantemente trasformate in epoca successiva: quella di S. Francesco di Assisi, nella parte alta della città, sorta su un precedente insediamento forse benedettino di cui rimangono le mura perimetrali della chiesa, conserva dell'originario impianto trecentesco solo un portale e una volta ogivale antistante la cappella di S. Caterina. La chiesa si sviluppava in senso perpendicolare rispetto alla successiva ricostruzione del sec. 17°, occupandone lo spazio dell'attuale transetto, ed era forse a tre navate, come apparirebbe da una rappresentazione datata 1394 esistente su una parete laterale del chiostro, ovvero a una navata con cappelle; il chiostro quadrato, con cinque archi acuti su pilastrini compositi, è riferibile a un rifacimento successivo al passaggio del convento agli Osservanti (1434).Il complesso di S. Domenico, anch'esso molto trasformato, venne costruito tra il 1447 e il 1468 in sostituzione di un precedente insediamento (1280) presso l'antica chiesa di S. Matteo. La chiesa, a navata unica con cappelle solo sul lato opposto al chiostro - secondo una tipologia diffusa in ambito regionale -, conserva la facciata originaria con il portale archiacuto e il soprastante grande rosone ornato con archetti e capitelli di gusto durazzesco-catalano e racchiuso da un torciglione costituito da due semicerchi affrontati; i medesimi caratteri si rilevano anche in quel che rimane dell'interno (presbiterio, cappella ottagonale con cupola, portale ad arco ribassato di accesso al chiostro).

Bibl.: G.B. Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodeci provincie, II, Napoli 1703 (rist. anast. Bologna 1975), pp. 6-8; D. Andreotti, Storia dei cosentini, 3 voll., Napoli 1869-1874 (rist. anast. Cosenza 1958); N. Arnone, Il duomo di Cosenza, Siena 1893; id., Le regie tombe del duomo di Cosenza, Archivio storico per le provincie napoletane 18, 1893, pp. 380-408; E. Bertaux, Le tombeau d'une reine de France à Cosenza en Calabre, GBA, s. II, 40, 1898, pp. 265-276, 369-378; id., L'art dans l'Italie méridionale, 3 voll., Paris 1903 (19682); A. Frangipane, Cosenza quattrocentesca, Brutium 4, 1925, 8, pp. 2-3; C. Caruso, Il duomo di Cosenza, Atti dell'Accademia cosentina 15, 1931, pp. 67-75; M. Borretti, La cattedrale di Cosenza. Monografia storica-artistica, Cosenza [1933]; C. Minicucci, Cosenza sacra, Cosenza [1933]; E. Galli, Cosenza seicentesca nella cronaca del Frugali, Roma 1934; A. Lipinski, La croce smaltata del duomo di Cosenza, Brutium 14, 1935, 2, pp. 25-29; M. Borretti, Il castello di Cosenza (Storia e arte), Cosenza 1940 (19832); G. Martelli, Il monumento funerario della Regina Isabella nella cattedrale di Cosenza, Calabria Nobilissima 4, 1950a, pp. 9-21; id., Conclusioni sulla iconografia absidale originaria della cattedrale cosentina, ivi, 1950b, pp. 67-79; S. Bottari, Il monumento alla Regina Isabella nella Cattedrale di Cosenza, AAM 1, 1958, pp. 339-344; F. Russo, Storia dell'arcidiocesi di Cosenza, Napoli 1958; V.M. Egidi, Il castello di Cosenza in un documento aragonese dell'Archivio di Stato di Napoli, Calabria Nobilissima 13, 1959, pp. 15-27; 15, 1961, pp. 119-128; M. Borretti, Il forestiero a Cosenza. Guida breve della città e dintorni, Cosenza [1960]; B. Cappelli, Una ipotesi sulla cattedrale di Cosenza, Archivio storico per la Calabria e la Lucania 32, 1963, pp. 3-18; C.A. Willemsen, D. Odenthal, Kalabrien. Schicksal einer Landbrücke, Köln 1966 (trad. it. Calabria. Destino di una terra di transito, Bari 1967); G.L. Esposito, San Domenico di Cosenza 1447-1863. Vita civile e religiosa nel Meridione, Memorie domenicane, n.s., 5, 1974; A. Ceccarelli, Cosenza sul finire del XVI secolo. Dalla ricerca analitica sull'architetto progettista del Collegio dei Gesuiti alla scoperta della città, Chiaravalle Centrale 1978; Itinerari per la Calabria, a cura di M.P. Di Dario Guida, Roma 1983, pp. 144-147, 162-165, 167-170, 216-222; F. Paolino, Disegni calabresi inediti (del sec. XVI) alla Biblioteca Angelica di Roma, Controspazio 20, 1989, 4, pp. 74-77.C. Bozzoni

Vedi anche
Calabria Regione dell’Italia, situata all’estremità meridionale della penisola, tra il Tirreno e lo Ionio. Ha una superficie di 15.080 km2, 409 Comuni e una popolazione di 2.043.288 ab. al censimento del 2001 (1.998.052 nel 2007; densità 133 ab./km²). Comprende le province di Catanzaro (capoluogo regionale), ... Crati Fiume della Calabria settentrionale (81 km), il maggiore della regione come bacino (2440 km2). Nasce nella Sila Grande e sbocca presso Cosenza, dove riceve il Busento, in una valle longitudinale che porta il suo nome. Poi, dopo avere inciso una serie di bassi rilievi, attraversa la Piana di Sibari sfociando ... Busento Fiume della Calabria.  ● Nel suo alveo fu sepolto il re dei Visigoti Alarico, morto vicino Cosenza mentre si preparava a passare in Africa (410). Aulo Giano Parràsio Parràsio, Aulo Giano. - Nome umanistico di Giovan Paolo Parisio (Cosenza 1470 - ivi 1522). Fece parte dell'Accademia Pontaniana a Napoli, dov'ebbe cariche e favori da Ferdinando II d'Aragona; caduto in disgrazia del successore, riparò (1497) a Roma. Nel 1499 passò a Milano, ove occupò la cattedra di ...
Categorie
  • ARCHITETTURA E URBANISTICA in Arti visive
Tag
  • ARCIDIOCESI DI COSENZA
  • FEDERICO II DI SVEVIA
  • FILIPPO III L'ARDITO
  • AULO GIANO PARRASIO
  • LUIGI III D'ANGIÒ
Altri risultati per COSENZA
  • Cosenza
    Enciclopedia on line
    Comune della Calabria (37,86 km2 con 65.623 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. È situata a 238 m s.l.m. all’estremità meridionale del Vallo del Crati, che separa l’altopiano della Sila dalla Catena Costiera, alla confluenza del Busento nel Crati. La pianificazione urbanistica, intervenuta nei primi ...
  • COSENZA
    Federiciana (2005)
    Cosenza Pietro De Leo Sita al centro della Calabria, in uno snodo della via consolare che conduceva da Capua a Reggio, sul crinale del colle Pancrazio, alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, Cosenza, città demaniale, fu per tutta l'età sveva capitale del giustizierato di Val di Crati e Terra ...
  • COSENZA
    Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)
    Per dati statistici provinciali v. calabria (Tabelle), in questa Appendice.
  • COSENZA
    Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
    per dati statistici provinciali v. calabria (tabelle), in questa Appendice.
  • Cosenza
    Enciclopedia Dantesca (1970)
    Adolfo Cecilia La città calabrese ai tempi di D. era di recente divenuta, ad opera degli Angioini, il più importante centro della Sila. Ciò era avvenuto malgrado un precedente temporaneo arresto del suo sviluppo dovuto al fatto che la città aveva sostenuto Manfredi. C. si trova nell'Apulia ‛ destra ...
  • COSENZA
    Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
    Il Comune, su di una superficie territoriale di ha 3724, agrario-forestale di 3225, contava nel censimento 1951 una popolazione residente di 57.010 ab., distribuita in 12.370 nuclei familiari. La popolazione del capoluogo era di 45.373 ab., il rimanente nelle frazioni Borgo Partènope, Dònnici Inferiore, ...
  • COSENZA
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
    Gravi furono i danni del centro urbano, nei bombardamenti del 12 aprile, 31 agosto, 3 e 4 settembre 1943, risultando distrutti il Teatro comunale, la Biblioteca civica, l'ex Ospedale civico, caserme, ponti, ecc., gravemente danneggiati la chiesa e il convento di S. Domenico (sec. XV), il castello svevo ...
  • COSENZA
    Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
    La città si è notevolmente avvantaggiata con la costruzione di un nuovo acquedotto. È stata condotta a termine la costruzione di due ferrovie secondarie che congiungono Cosenza con Crotone, attraverso la Sila, e con Catanzaro. Un altro tronco congiunge Cosenza con Camigliatello Bianchi, facilitando ...
  • COSENZA
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Città capoluogo di provincia nella Calabria, situata sul margine settentrionale della vasta soglia di altipiano che unisce la Sila con la Catena costiera paolana (v. calabria) e all'inizio dell'ampia vallata media del Crati o Vallo di Cosenza. La parte più antica dell'abitato risalente all'età romana ...
Mostra altri risultati
Vocabolario
coṡentino
cosentino coṡentino agg. e s. m. (f. -a). – Appartenente o relativo alla città di Cosènza, capoluogo di provincia della Calabria; abitante, originario o nativo di Cosenza.
GIP
GIP – Sigla di giudice per le indagini preliminari, usata anche, spec. nel linguaggio giornalistico, come s. m. e f.: si attendono le decisioni del GIP di Cosenza.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali