così
1. Le 690 attestazioni di c., di cui 371 nelle opere in poesia e 319 in quelle in prosa, comprendono le 47 occorrenze nella Vita Nuova (incluse le 9 in poesia), le 44 nelle Rime (4 delle quali nella ‛ ragione ' alla ballata Donne, i' non so, Rime dubbie III), le 245 nel Convivio (delle quali 2 nella seconda e 2 nella terza canzone), le 309 nella Commedia (100 nell'Inferno, 87 nel Purgatorio e 112 nel Paradiso; nella Commedia si trovano le varianti formali cossì - tipica del cod. Mad. -, cuosì - tipica di Pa -, cusì - di La -, quosì - di Laur), le 11 nel Fiore e le 2 nel Detto.
A un così alto numero di occorrenze (c. è la quarantaduesima parola in ordine di frequenza tra i 13770 tipi della Commedia, ed è il terzo bisillabo dopo ‛ come ', al ventesimo posto con 648 occorrenze, e ‛ mio ' con 310) si oppone nell'uso in poesia una certa regolarità per quanto concerne le sedi del verso. La coincidenza tra l'accento di c. e la seconda sede dell'endecasillabo - in pochi casi, del settenario - ritorna 4 volte su 9 nella Vita Nuova, 2 su 4 nel Convivio, 23 su 39 nelle Rime, 178 su 309 nella Commedia, 4 su 11 nel Fiore e 1 su 2 nel Detto. Per le altre sedi si hanno le seguenti statistiche: coincidenza con la terza sede: Vita Nuova 2, Rime 2, Convivio 1, Commedia 17 (If 5, Pg 4, Pd 8), Fiore 1; con la quarta sede: Rime 1, Convivio 1, Commedia 14 (= 7 + 5 + 2), Fiore 1, Detto 1; con la quinta sede: Rime 1, Commedia 4 (If 2, Pd 2); con la sesta sede: Vita Nuova 2, Rime 1, Commedia 36 (= 13 + 13 + 10), Fiore 1; con la settima sede: Rime 2, Commedia 18 (= 3 + 3 + 12); con l'ottava sede: Vita Nuova 1, Rime 7, Commedia 20 (= 10 + 5 + 5), Fiore 2; con la nona sede: Rime 2, Commedia 21 (= 8 + 7 + 6), Fiore 1 (cfr. oltre, 3. f); con la decima soltanto in If XXVIII 36 fuor vivi, e però son fessi così, unica attestazione di c. in rima.
1.2. La preferenza per la prima sede del verso coincide a volte con l'uso di c. in inizio di composizione, ad es. in Rime CII Così nel mio parlar voglio esser aspro, in Fiore LXXIII Così mi confortò il buon Amico, e in 2 canti della Commedia (If V Così discesi del cerchio primaio, e XXI Così di ponte in ponte, altro parlando), ove non si mancherà di notare anche la frequenza con la quale c. apre una terzina (per 32 volte nell'Inferno su 51 occorrenze in questa sede del verso; 36 volte su 50 nel Purgatorio; 61 volte su 77 nel Paradiso).
2. Le funzioni più diffuse di c. sono quella di riferimento a un enunciato precedente, riassunto dall'avverbio per lo più collocato al principio di un periodo, e quella comparativa (v. oltre, 2.2.). Meno frequenti sono la funzione intensiva (v. 2.3.) e quella prolettica (v. 2.4.). C. non anticipa mai una proposizione consecutiva, che invece può essere introdotta da ‛ sì '.
2.1. C., riprendendo un enunciato precedente, precisa che l'azione o condizione dell'enunciato successivo si svolge nelle modalità prima indicate; cfr. Vn III 7 la sua letizia si convertiva in amarissimo pianto; e così [cioè, " amarissimamente "; si avverta che il nesso ‛ e c. ' ricorre meno di una ventina di volte nella Vita Nuova, nelle Rime e nella Commedia, mentre per una settantina nella prosa del Convivio] piangendo si ricogliea questa donna ne le sue braccia; IV 1-2 io divenni in picciolo tempo poi di sì fraile e debole condizione, che a molti amici pesava de la mia vista... Ed io... rispondea... che Amore era quelli che così m'avea governato. Per l'analoga posizione di c. dopo ' che ' e prima del verbo cui si riferisce, cfr. XIV 9 Se questa donna sapesse la mia condizione, io non credo che così gabbasse la mia persona (cioè, nel modo in cui molte di queste donne... ragionando si gabbavano di me con questa gentilissima, XIV 7).
Nella Vita Nuova, a una quindicina di passi in cui c. precede il verbo, se ne oppongono 4, tra loro concettualmente affini, in cui c. segue il verbo: cfr. XXIII 13 E parlandomi così, sì mi cessò la forte fantasia; XXV 10 né li poete parlavano così sanza ragione, né quelli che rimano deono parlare così non avendo alcun ragionamento in loro di quello che dicono; XXIV 4 Quella prima è nominata Primavera solo per questa venuta d'oggi; ché io mossi lo imponitore del nome a chiamarla così Primavera.
Nelle Rime ricorre 6 volte la prima struttura, nessuna la seconda: cfr. LXXX 17 " Io non sarò umile / verso d'alcun che ne li occhi mi guardi... " / E certo i credo che così li guardi / per vederli per sé quando le piace (si osservi ‛ che c. ', come in Vn IV 2, XIV 9; v. sopra); CVI 126 Tanto chi prende smaga, / che 'l negar poscia non li pare amaro. / Così altrui e sé concia l'avaro; XCI 63 e io son tutto suo; così mi tegno, / ch'Amor di tanto onor m'ha fatto degno.
Nel Convivio sono una ventina le occorrenze di questo uso di c., che soprattutto vi indica il modo di procedere - tipico della parabola - analogico e deduttivo del ragionamento; nel trasferimento dall'immagine o dal paragone al concetto, il legame fra il piano espositivo e quello logico è costituito da una somiglianza modale, indicata appunto da c.; cfr. I V 11-12 Ciascuna cosa è virtuosa in sua natura che fa quello a che ella è ordinata... Onde dicemo uomo virtuoso... dicemo del cavallo virtuoso... dicemo una spada virtuosa che ben taglia le dure cose, a che essa è ordinata. Così lo sermone, lo quale è ordinato a manifestare lo concetto umano, è virtuoso quando quello fa; III VII 4-5 Certi [corpi]... per essere del tutto diafani... ricevono la luce... E certi sono tanto vincenti ne la purità del diafano, che divengono... raggianti... Certi altri sono tanto sanza diafano, che... poco de la luce ricevono. Così la bontà di Dio è ricevuta altrimenti... da li Angeli... e altrimenti da l'anima umana... e altrimenti da li animali... e altrimenti da le piante, e altrimenti da le minere; e altrimenti da la terra; III XIV 3 lo sole... reduce le cose a sua similitudine di lume, quanto esse per loro disposizione possono de la [sua] virtude lume ricevere. Così dico che Dio questo amore a sua similitudine reduce, quanto esso è possibile a lui assimigliarsi. E ponsi la qualitade de la reduzione, dicendo: Sì come face in angelo che 'l vede. L'ultimo passo, con l'allusione alla qualitade de la reduzione, al senso, cioè, dell'assimilazione, insiste sull'importanza del procedimento per analogia, delle ragionate similitudini (II XV 1), per cui (nell'unica attestazione del Convivio in cui c. è posposto a forma verbale, II XIV 21) ragionata così la comparazione de li cieli a le scienze, vedere si può che per lo terzo cielo io intendo la Rettorica.
Nella Commedia, in questa funzione così essenziale nella formalizzazione del procedimento analogico che trova in c. l'elemento proporzionale dei rapporti, l'avverbio non è frequente (cfr. però Pd XXVIII 114 e del vedere è misura mercede, / che grazia partorisce e buona voglia: / così di grado in grado si procede). C. collega, invece, un paragone con l'altro, in Pd XXXIII 64-65 Qual è colüi che sognando vede, / che dopo 'l sogno la passione impressa / rimane, e l'altro a la mente non riede, / colal son io... / Così la neve al sol si disigilla; / così al vento ne le foglie levi / si perdea la sentenza di Sibilla: vi si noti il rilievo espressivo dei due c. all'inizio di due versi successivi (v. oltre, 3. d). C. definisce, inoltre, le modalità dell'analogia fra due condizioni o due eventi, in Pg XI 97 Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido / ... Così ha tolto l'uno a l'altro Guido / la gloria de la lingua; Pd VI 125 Diverse voci fan diverse note; / così diversi scanni in nostra vita / rendon dolce armonia tra queste rote.
Frequente è l'uso di c. alla conclusione di un discorso diretto (cfr. l f II 141 Così li dissi, Pg VII 9 Così rispuose), chiara eco di un modulo della poesia epico-narrativa; il verbo indicante ‛ dire ', ‛ rispondere ', non è espresso dopo c. in Pg III 100 Così 'l maestro, XXXII 106 Così Beatrice (cfr. anche Pd v 85), Pd XV 31 Così quel lume, XXV 115 La mia donna così, XXVIII 34 Così l'ottavo e 'l nono, 61 Così la donna mia. Assai più frequente è l'uso - anche alla conclusione di un discorso diretto - di c. con funzione, per così dire, narrativo-descrittiva, a indicare che, durante e al termine sia del discorso stesso sia di una data azione, un'altra azione - espressa per lo più da un verbo indicante movimento - stava iniziando, collegata cronologicamente e concettualmente con quelli. Cfr. If IV 23 " Andiam, ché la via lunga ne sospigne ". / Così si mise e così mi fé intrare / nel primo cerchio che l'abisso cigne; IV 94 Così vid'i' adunar la bella scola / di quel segnor de l'altissimo canto; Pg XI 24 Così a sé e noi buona ramogna / quell'ombre orando, andavan sotto 'l pondo; XXXIII 16 rispuose... / Poi le si mise innanzi tutte e sette, / e dopo sé... mosse / me e la donna e 'l savio... / Così sen giva.
C. segue il verbo cui si riferisce soltanto in 6 casi, di cui uno in rima (v. 1.1.); cfr. If XIV 122 si diriva così dal nostro mondo; XX 17 si travolse così, Pg XI 124 Ito è così e va sanza riposo.
2.2. La funzione comparativa di c., intimamente collegata con la precedente, della quale costituisce in alcuni casi un'esplicitazione formale, si realizza con l'uso di ‛ come ', ‛ sì come ', ai quali, tranne che nella Vita Nuova, c. è più spesso posposto che anteposto. La congiunzione comparativa precede, infatti, c. in pochissimi passi della Vita Nuova (cfr. XVIII 5 sì come talora vedemo cadere l'acqua mischiata di bella neve, così mi parea udire le loro parole uscire mischiate di sospiri), più spesso nelle Rime (cfr. LXXXIII 54 ma come al furto il ladro, / così vanno a pigliar villan diletto), circa una cinquantina di volte nel Convivio (cfr. III XIV 6 sì come lo divino amore è tutto etterno, così conviene che sia etterno lo suo obbietto) e una novantina di volte nella Commedia (cfr. If I 25 E come quei... / si volge... / così l'animo mio... / si volse; V 42 E come li stornei ne portan l'ali / ... così quel fiato li spiriti mali; 48 E come i gru van cantando lor lai / ... così vid'io venir, traendo guai, / ombre; Pg XXX 91 Sì come neve... / per lo dosso d'Italia si congela /... poi, liquefatta, in sé stessa trapela / ... così fui sanza lagrime e sospiri; Pd XIV 55 Ma sì come carbon che fiamma rende / ... così questo folgór che già ne cerchia).
Nella disposizione inversa a questa, spesso c. precede immediatamente ‛ come ': ma in questo caso si distinguerà la funzione comparativa di eguaglianza (Vn XII 4 mi chiamava così come assai fiate ne li miei sonni m'avea già chiamato; Cv I IV 12 questa terza cagione può essere così nel male come nel bene; III VI 3 non sarebbe così da loro intesa come da coloro che 'ntendono li loro effetti; Pg XXIX 82 così bel ciel com'io diviso; Pd VII 123 perché tu veggi lì così com'io) da quella di immediatezza temporale, pur inscindibile a volte dalla determinazione dell'eguaglianza o dell'analogia; cfr. If II 118 per che mi fece del venir più presto. / E venni a te così com'ella volse; XVI 89 Un amen non saria possuto dirsi / tosto così com' e' fuoro spariti.
Non manca la ripresa di c. dopo un precedente ‛ c. come ', ad es. in Pg II 88-89 Così com'io t'amai / nel mortai corpo, così t'amo sciolta.
2.3. La funzione intensiva - pur non sempre discernibile completamente da quella referenziale - è svolta da c. particolarmente di fronte ad aggettivi (cfr. Vn VII 4 12 per qual dignitade / così leggiadro questi lo core have?; Cv I I 8 a così alta mensa sono cibati; Pg VI 43, Pd XXV 50 così alto, Pg XXIX 13 Né ancor fu così nostra via molta) e raramente di fronte ad avverbi (cfr. If XXXI 107 Non fu tremoto già tanto rubesto, / che scotesse una torre così forte; ma dopo l'avverbio in XXXII 50 Con legno legno spranga mai non cinse / forte così). Sia gli aggettivi che gli avverbi rafforzati da c. hanno spesso un implicito valore elativo, elogiativo o drammatico a seconda dei casi; cfr. Pd V 138 e così chiusa chiusa mi rispuose (il valore elativo si coglie leggendo i vv. 136-137 per più letizia si mi si nascose / dentro al suo raggio); If XXXIV 57 sì che tre ne facea così dolenti, VIII 100 non mi lasciar... così disfatto.
Con funzione ambigua tra quella evocativa e quella intensiva, c. si trova tra verbo ausiliare e participio, in Vn IV 3 Per cui t'ha così distrutto questo Amore?; XXXIV 6 era così venuta; XXXVIII 4 avendo così più volte combattuto in me medesimo; XXXIX 6 li miei occhi aveano così vaneggiato; Rime XCIII 1 Io Dante a te che m'hai così chiamato; Pg I 46 Son le leggi d'abisso così rotte?; XV 90 Perché hai tu così verso noi fatto?; XVI 58, XIX 16; Pd XXIV 80 Se quantunque s'acquista / giù per dottrina, fosse così 'nteso, / non lì avria loco ingegno di sofista.
2.4. Per la funzione prolettica di c., piuttosto rara, cfr. Vn XII 4 cominciai a parlare così con esso; XXIX 3 ciò intendo così. Lo numero del tre è la radice del nove; XXXVIII 1 e pensava di lei così: " Questa è una donna gentile "; Cv I XIII 6 [il volgare] è stato meco d'uno medesimo studio, e ciò posso così mostrare. Ciascuna cosa studia naturalmente a la sua conservazione.
Nella Commedia questa funzione di c. ricorre meno di una decina di volte, in If XXIII 13 Io pensava così: " Questi per noi / sono scherniti... "; Pg XIV 29 E l'ombra che di ciò domandata era, / si sdebitò così: " Non so; ma... "; XXX 102, Pd V 18, XV 73, XXV 51 a la risposta così mi prevenne: / " La Chiesa militante... ".
3. Della Commedia si ricordino, infine, alcuni usi particolari: a) il costrutto comparativo di eguaglianza, in Pg XXV 90 la virtù formativa raggia intorno / così quanto [" nella stessa maniera e nella stessa misura che "] ne le membra vive; b) quello alternativo in Pd XXVI 131 ma così o così [" in un modo o nell'altro "] natura lascia / poi fare a voi; c) l'uso, aggettivale e pronominale, di ‛ c. fatto ', che ricorre 4 volte nel Convivio (I I 11 così fatta vivanda; II II 2 E così fatti, dentro [me] lei poi fero tale; III V 4 Questo mondo volse Pittagora - e li suoi seguaci - dicere che fosse una de le stelle e che un'altra a lei fosse opposita, così fatta, e chiamava quella Anticthona; III VI 6 ella è così fatta come l'essemplo intenzionale che de la umana essenzia è ne la divina mente), e 6 volte nella Commedia (If V 37 a così fatto tormento, XXIV 33, Pg X 134 così fatti / vid'io color, quando puosi ben cura, cioè [vv. 130-132] Come per sostentar solaio o tetto / ... talvolta una figura / si vede giugner le ginocchia al petto; Pd V 72, VIII 49, XX 136 ché noi, che Dio vedemo, / non conosciamo ancor tutti li eletti; / ed ènne dolce così fatto scemo); d) il ripetersi di c. nell'insistente indicazione del modo in cui si effettuò la volontà divina, in Pd XIII 82-84 Così fu fatta già la terra degna / di tutta l'animal perfezïone; / così fu fatta la Vergine pregna; e) l'indeterminato, allusivamente terribile c. di vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, in If III 95 e V 23; f) l'auspicante c. di Così foss'io ancor con lui coperto, If XXII 68; in Così foss'ei, da che pur esser dee! (XXVI 11), c. funge da predicato nominale, come in XXVI 51 ma già m'era avviso / che così fosse; Pg XXII 61 Se così è; nella perentoria affermazione di Cv IV XXVIII 3 Ed è così: [ché], come lo buono marinaio, come esso appropinqua al porto, cala le sue vele... così noi dovemo calare le vele de le nostre mondane operazioni e tornare a Dio; e in quella, ben più dimessa e allusiva insieme, di Fiore LXXXVI 14 Da po' che vo' volete, e così sia.