Bartoli, Cosimo
, Letterato (Firenze 1503-1572), proposto di San Giovanni, rappresentante di Cosimo dei Medici a Venezia (1568 - 1572). Allievo di Francesco Verini, ebbe cultura eclettica; fu studioso e traduttore di Boezio, dell'Alberti (del quale volgarizzò l'Architettura e opuscoli morali), del Ficino; curò tra l'altro la pubblicazione postuma della Storia dell'Europa del Giambullari, e l'altra, sempre postuma, della Difesa di Dante di Carlo Lenzoni. Il B. fu tra coloro che per dar prestigio al volgare mostrando la possibilità di usarlo in qualsiasi scienza, si dedicarono, massimamente in Firenze e nelle Accademie, poco prima della metà del secolo, a far lezioni su alti e diversi argomenti prendendo spunto da Dante.
Nell'Accademia degli Umidi, fondata nel 1540, tenne sette lezioni (8 gennaio 1541, 17 dicembre 1542, gennaio e febbraio 1543, 8 marzo 1543, 12 marzo 1547, 10 luglio 1547, 13 marzo 1548) su cinque argomenti - l'occhio, la Fede, la Felicità (due lezioni), l'Eternità, la creazione del mondo, la potenza di Dio (due lezioni) - in ognuna di esse prendendo spunto da qualche breve passo della Commedia (rispettivamente: Pg XXXI 118-123; Pd XXIV 64-66; Pg XVII 133-135; Pd XXIX 13-18 e XIX 40-45). La prima e la seconda ci sono rimaste quali furono dette e sono state pubblicate l'una da Stefano Ferrara, l'altra da Francesco Doni; la terza, la quarta, la sesta e la settima ci sono note attraverso i Ragionamenti accademici, nei quali il B. inventa un piccolo fatto che dà origine a un dialogo in cui si riferisce il nocciolo della lezione. L'opera del B. ha il suo posto nella critica dantesca per due aspetti: come documento dell'interesse dell'Accademia per D. quale poeta fiorentino di lingua volgare, e come documento di una rinnovata tendenza a fare della Commedia un testo di dottrina dal quale procedere, come da opera di indiscussa ‛ autorità ', per quelle divagazioni che stavano entrando nella consuetudine dei tempi. Scarsissimo l'apporto filologico del B., in quanto la dichiarazione dei testi risulta limitata nell'estensione e poco originale. Il B. mise in rilievo l'attenzione tecnica di D., osservando che non pone mai parole a caso.
Bibl. - C.B., Ragionamenti accademici di C.B. Genti/ huomo et Accademico fiorentino sopra alcuni luoghi difficili di D., Venezia 1567; Le letture di C.B. sopra la " Commedia " di D., a c. di S. Ferrara, Città di Castello 1907; M. Barbi, Della fortuna di D. nel secolo XVI, Pisa 1890, 216; G. Mancini, C.B., in " Arch. stor. ital. " LXXVI (1918) 84-135; N. De Blasi, B.C., in Dizion. biogr. degli Ital.. VI (1964) 562-563.