CONCINI, Cosimo
Figlio di Giovan Battista e di Camilla d'Antonio Miniati, nacque a Firenze intorno al 1570. Compì una brillante carriera ecclesiastica e diplomatica grazie soprattutto all'influenza presso la corte medicea del padre e del nonno Bartolomeo, che ricoprirono successivamente la carica di primo segretario presso i granduchi Cosimo I, Francesco I e Ferdinando I. La prima occasione di farsi apprezzare presso la corte si presentò al C. con la morte del granduca Francesco I (1587), per il quale compose un'orazione funebre. Abbracciato lo stato ecclesiastico, ottenne quindi il titolo di referendario apostolico sotto il pontificato di Clemente VIII.
La carriera diplomatica del C. iniziò il 17 nov. 1595, quando fu inviato come ambasciatore residente del granduca presso la corte cesarea. Certamente nel procurare questo incarico al C. fu decisiva l'influenza che il padre Giovan Battista continuava a mantenere presso i Medici.
Durante la sua missione il C. soggiornò soprattutto a Praga. Qui ebbe contatti con l'astronomo danese Tycho Brahe che aveva progettato di inviare il figlio in Toscana per compiere osservazioni astronomiche e si rivolse al C. perché fosse concesso al figlio il permesso di soggiorno a Firenze. Nonostante le insistenze del C. presso Ferdinando I e presso il suo segretario Belisario Vinta, tale permesso venne rifiutato a causa della fede protestante dell'astronomo. Il C. poté, comunque, essere ugualmente utile al Brahe in quanto gli permise di allacciare contatti epistolari con Galileo Galilei, come testimonia la corrispondenza di quest'ultimo.
Nell'ott. 1601 fu esonerato dall'incarico di ambasciatore imperiale e fece ritorno a Firenze. Il 12 ott. 1602 fu nominato residente in Spagna. Raggiunse Valladolid il 29 novembre e fu ricevuto dal sovrano il 14 dicembre. Poco tempo dopo l'arrivo in Spagna si ammalò. La sua corrispondenza del 1603 documenta chiaramente le difficoltà economiche crescenti, rese più acute dall'aggravarsi della malattia.
Morì in Spagna nel 1604.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Mediceo del Principato, 4353, 4356, 4361, 4932; Ibid., Miscellanea Medicea, 44; Ibid., Carte Strozziane, S. I, XXI, cc. 38 ss.; Firenze, Biblioteca Riccardiana, Manoscritti, 1210, n. IX, cc. 87-94; G. Galilei, Le opere (ed. naz.), X, pp. 23, 24, 29, 79; XX, p. 423; A. Favaro, Ticone Brahe e la corte di Toscana, in Archivio stor. ital., s. 5, III (1889), pp. 215 ss.; B. Katterbach, Referendarii utriusque signaturae a Martino V ad Clementem IX, Città d. Vaticano 1931, p. 215; M. Paiter, Toscani alla corte di Maria de' Medici regina di Francia, in Arch. stor. ital., s. 8, XCVIII (1940), pp. 84 ss.; M. Del Piazzo, Gli ambasciatori toscani del Principio (1537-1737, Roma 1953, pp. 82, 111, 137; P. Litta, Le famiglie celebri ital., s. v.