RE, Cosimo
RE, Cosimo. – Non si conosce la data di nascita di questo pittore, documentato in Liguria tra il 1459 e il 1471. Figlio del pittore Bernardo Re, attestato a Genova dal 1457 al 1462 (Algeri, 1991; Zanelli, 2015, p. 47 n. 35 con bibl. prec.), e con probabilità discendente del maestro Giovanni Re da Rapallo, attivo nello stesso centro nel corso della seconda metà del XIV secolo (De Floriani, 1991, p. 252; Zanelli, 2015, p. 43 n. 3), il 26 febbraio 1459 Cosimo Re, «major anni XXV» (Alizeri, 1870, p. 289) ed esponente dunque di una consolidata tradizione familiare, accolse la commissione di una pala d’altare affidatagli da Pietro Giovanni da Voltri. L’opera doveva raffigurare l’Incoronazione della Vergine affiancata a destra dall’Adorazione dei Magi e nello scomparto opposto dalla rappresentazione di S. Maria Maddalena e S. Paolo (Alizeri, 1870, pp. 289 s.; De Floriani, 1991, p. 521; Zanelli, 2015, pp. 36, 42 s. n. 1). Il 4 maggio dello stesso anno il maestro ottenne una proroga di due mesi per la consegna del dipinto, che risulta disperso (Alizeri, 1870, p. 291; Zanelli, 2015, pp. 36, 43 n. 2).
Il 12 maggio 1468 Castellino Vignolo, procuratore della comunità di Rossiglione, commissionò al pittore una Maestà con al centro l’immagine di S. Caterina e ai lati le figure di S. Giacomo Apostolo, s. Giovanni Battista, s. Pietro e s. Antonio, oltre ad altri soggetti distribuiti nei registri secondari (Alizeri, 1870, pp. 291-294). La pala, destinata alla chiesa parrocchiale del borgo, doveva presentare numerosi dettagli preziosi, accuratamente descritti nell’atto di commissione (pp. 292 s.), nel quale venne stabilito, inoltre, che per l’esecuzione il pittore doveva utilizzare quale riferimento un dipinto allora esposto nella cappella della famiglia Gentile, collocata a destra dell’ingresso della chiesa genovese di S. Siro (ibid.; Zanelli, 2015, pp. 43 s. n. 10). Lo stesso documento attesta che il padre Bernardo in quell’anno era già defunto, evento avvenuto dunque dopo il 29 maggio 1462, giorno in cui il genitore acconsentì a realizzare una pala per un certo Gaspare Maineri (Alizeri, 1870, pp. 288 s.; Algeri, 1991).
Il 15 maggio 1471 Cosimo Re, «pictor et intaliator lignaminum quondam Bernardi», è citato in un atto unitamente ai colleghi Bartolomeo d’Amico e Cristoforo della Torre e a tre orafi. I maestri dovevano periziare una croce realizzata dal pittore Giovanni Montorfano per la confraternita di S. Maria di Castello di Savona (Zanelli, 2015, pp. 37, 44 n. 13, con bibl. prec.). Allo stesso anno risale la realizzazione della tavola rappresentante S. Tommaso d’Aquino nello studio con una suora domenicana orante e, all’interno di due tondi collocati nella parte superiore della scena, l’Annunciazione (Parrish Art Museum, Water Mill, N.Y., Village of Southampton Collection), in cui è presente la seguente iscrizione: «IHS. PREGATE PER SIMONE LECHAVECA MCCCCLXXI / COSME RE PINXIT» (Natale, 1986, scheda 2, pp. 33, 35 n. 36; Zanelli, 2015, pp. 37-39). A quest’opera è stata accostata per evidenti similitudini linguistiche la S. Anna in trono con la Vergine e il Bambino recante nella finta predella Cristo con i simboli della Passione, una santa francescana (Agnese?), s. Rocco, s. Pantaleo e s. Chiara (Genova, Museo diocesano), proveniente dalla cattedrale di S. Lorenzo di Genova, ma in origine verosimilmente conservata in un convento francescano femminile della città (Natale, 1986, scheda 2, pp. 33, 35 s. n. 38; De Floriani, 1991, pp. 252, 281 n. 56; Zanelli, 2015, p. 45 n. 20, con bibl. prec.).
Si tratta di una composizione che, come la tavola conservata presso il Parrish Art Museum, dipinta su richiesta del genovese Simone Leccavela, esponente di una famiglia locale fortemente legata all’ordine dei predicatori (Zanelli, 2015, p. 40, con bibl. prec.), attesta la riproposizione da parte del maestro di un linguaggio ancora legato alla cultura tardogotica, ma in cui è possibile percepire interessanti componenti meno tradizionali, derivate dalla conoscenza di modelli figurativi più aggiornati, scaturiti dall’attività nel centro portuale di maestri provenienti dal contesto pittorico lombardo.
Nel limitato catalogo del pittore ligure è stata inserita la tavola raffigurante S. Domenico (Genova, coll. privata), scomparto laterale destro di un polittico destinato con probabilità a impreziosire un altare di una chiesa domenicana, come nel caso del S. Tommaso d’Aquino nello studio con una suora domenicana orante del Parrish Art Museum, con il quale la composizione recentemente emersa palesa numerose affinità stilistiche che consentono di ascrivere anche questo ulteriore tassello all’interno della fase più matura della produzione di Re attualmente nota (Zanelli, 2015, pp. 40 s., 46 n. 31).
Al nome del pittore sono state accostate anche due iniziali miniate raffiguranti S. Tommaso d’Aquino in cattedra e S. Vincenzo Ferrer in cattedra che decorano un antifonario domenicano conservato presso il convento di S. Maria di Castello di Genova (Natale, 1986, scheda 2, pp. 35 s. n. 38). Si tratta di una proposta che non è stata successivamente accolta, a favore di un più cauto riferimento delle raffigurazioni all’attività di un anonimo miniatore genovese del secondo Quattrocento (De Floriani, 1991, p. 281 n. 56, con bibl. prec.).
Non sono emerse ulteriori notizie documentarie relative al pittore dopo il 1471. La sua scomparsa potrebbe essere collocata prima del 1480, anno in cui, secondo l’erudito Giovanni Battista Spotorno (1827), doveva risalire l’elenco dei pittori registrati nella locale Matricola Artis Pictoriae et Scutariae (per una datazione del documento al 1481: De Floriani, 1991, p. 287), dove non compare il nome del maestro (Zanelli, 2015, p. 40).
Fonti e Bibl.: G.B. Spotorno, Matricola Artis Pictoriae et Scutariae, in Giornale Ligustico di scienze, lettere ed arte, II (1827), pp. 208-213; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalle origini al secolo XVI, I, Genova 1870, pp. 285-294; E. Rossetti Brezzi, Per un’inchiesta sul Quattrocento ligure, in Bollettino d’Arte, s. 6, LXVIII (1983), 17, pp. 18, 20; M. Natale, scheda n. 2, in Restauri in provincia di Imperia, a cura di F. Boggero, Genova 1986, pp. 33, 35 s. nn. 36-38; G.V. Castelnovi, Il Quattro e il primo Cinquecento, in La pittura a Genova e in Liguria, I, Genova 1987, pp. 79, 140 s.; G. Gagliano Candela, Re, C., in La pittura in Italia. Il Quattrocento, II, Milano 1987, p. 746; G. Algeri, Re, Bernardo, in Ead. - A. De Floriani, La pittura in Liguria. Il Quattrocento, Genova 1991, pp. 520 s.; A. De Floriani, Verso il Rinascimento, ibid., pp. 252, 281 n. 56, 287; Ead., Re, C., ibid., p. 521; G. Zanelli, Per il pittore Cosimo Re, in Paragone, LXVI (2015), 787-789, pp. 36-49.