COSSUZIO
. Architetto romano, noto per un'opera eseguita in Atene al tempo di Antioco Epifane (175-164 a. C.), cioè il tempio di Zeus Olimpio, cominciato all'epoca dei Pisistratidi dagli architetti Antimachide, Antistate, Callescro e Pormo o Porino (Vitr., VII, praef., 15 e 17). C. lo eseguì in ordine corinzio; ma, per la morte del re, anche questa volta l'opera rimase incompiuta. In prossimità dell'Olympieion fu scoperta un'iscrizione dell'età repubblicana: Δέκμος Κοσσούτιος Ποπλίου ‛Ρωμαῖος (Corp. Inscr. Att., III, 561), che giustamente è stata riferita all'architetto costruttore del tempio e ritenuta come appartenente a una sua statua.
Bibl.: C. Promis, Gli architetti e l'architettura presso i Romani, in Memorie della R. Accademia delle scienze di Torino, s. 2ª, XXVII (1871); H. Brunn, Gesch. d. griech. Künstler, II, Stoccarda 1889; W. Judeich, Topographie von Athen, Monaco 1905; R. Pagenstecher, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VII, Lipsia 1912, p. 514.