DE' SERVI, Costantino
Figlio di Francesco, nobile, nacque nel 1554 a Firenze, dove la famiglia risulta iscritta al catasto fin dal 1457. Lavorò come pittore, scultore e architetto. Il Baldinucci ne dà una biografia assai circostanziata nelle date, che si è avvalsa senz'altro dell'abbondante corrispondenza tenuta dal D., durante i suoi viaggi, coi segretari del granduca, Belisario Vinta e Andrea Cioli (conservata nell'Archivio di Stato di Firenze, Mediceo del Principato; cfr. Gaye, 1840, e Gargano, 1923, gli unici ad averla un poco sfruttata). Il Baldinucci trascrive anche un frammento di autobiografia del 1612 in cui il D. dice di aver cominciato le sue peregrinazioni a soli quattordici anni, e precisamente il 10 dic. 1568, andando in Mugello dove dipinse per la zia di cui era ospite, Francesca Della Casa nata Spinelli, una Nunziata per la loro cappella in S. Cassiano (la pieve di S. Cassiano in Padule presso Vicchio) o, secondo fonti posteriori (Niccolai, 1914) nella cappella di S. Romolo a Pilarciano: quadro oggi non rintracciato.
Nel 1570 fu a Montaione e a Gambassi, nel 1572 in Sassonia, nel 1573 a Vienna e Praga per quattro anni. Appena ritornato a Firenze, ripartì nel 1578 per la Spagna con don Piero di Cosimo I de' Medici, con cui fu poi a Roma e, nel 1580, a Innsbruck. Dal 1582 al 1589 sembra esser stato, sia pure con interruzioni (Roma 1585; Napoli 1586) a Firenze, e infatti sono di questo periodo le sue opere più documentate: due ritrattini della Galleria degli Uffizi (inv. 1890, nn. 4533 e 4529) raffiguranti Eleonora di Francesco I, duchessa di Mantova, e sua cognata Cristina di Lorena, granduchessa di Toscana. Entrambi sono citati in Tribuna fin dal 1589 insieme ad altri piccoli ritratti dipinti (un'Eleonora di Toledo) o a bassorilievo in stucco (il Duca e la Duchessa di Mantova). In seguito i documenti della Guardaroba ricordano l'esecuzione parziale, nel 1603, di due ritratti - oggi non identificati - di Eleonora e Caterina di Ferdinando I in cui il D. fece le teste e Valerio Marucelli le vesti. Esiste invece un'opera non documentata, un tondo vistosamente firmato "opus Ghostantini de Servis", nel Museum of art di Cleveland: una Madonna col Bambino, con un paesaggio nello sfondo, eseguita su un precedente dipinto peruginesco, che si ispira ingenuamente sia al "tondo Doni" di Michelangelo sia alla Madonna del Sacco di Andrea del Sarto, ed è probabilmente giovanile.
Sono state avanzate in via del tutto ipotetica altre attribuzioni al D.: di una medaglia di Papa Sisto V (sul verso: S. Francesco cheregge la chiesa crollante) siglata "C.S." (cfr. Forrer, 1912), di una cera del Museo nazionale del Bargello raffigurante le Marie alsepolcro (Rossi, 1893; illustrata in M. Casarosa Guadagni, Ritrattini in cera d'epoca neoclassica, Firenze 1981, p. 166, n. VIII), della statua bronzea (1585-86) di S. Paolo sulla colonna Antonina a Roma, che peraltro lettere dello stesso D. dicono iniziata ma toltagli per i maneggi di Domenico Fontana.
Nei ritrattini il D., come aveva visto il Baldinucci in suoi ritratti di "principi oltramontani" conservati da Girolamo Pieralli (figlio del genero del D.), si conferma allievo forse di Santi di Tito e influenzato da Fr. Pourbus, ma è chiaro che i suoi molteplici talenti (inficiati però da un carattere diffidente, maneggione e avido) non furono tanto di artista quanto di imprenditore e organizzatore, capace di esecuzioni di buon livello anche se non particolarmente originali.
Fra il 1589 e il 1590 il D. fu a Parma, Mantova e Bologna; nel 1600 in Francia (a Lione, Parigi e altrove), dal 1603 al 1605 di nuovo alla corte di Praga, nel 1606 in Germania e Austria, donde tornò attraverso Trento, Mantova e Modena. Nel 1609 il granduca, che lo aveva nominato sovraintendente ai lavori della galleria e cappella, lo spedì addirittura alla corte di Persia; ma alla fine del 1610 era già di ritorno. Questi viaggi d'altronde servivano anche al rifornimento di pietre dure per i "commessi" dell'Opificio per cui Firenze era già celebre. Da Parigi, nel maggio 1611 il D. passò in Inghilterra (dove procurerà un impiego di paggio al figlio Giovan Domenico) anche con compiti di ingegneria civile e militare; è inoltre documentato autore di ritratti e ritrattini della regina (e gliene dette anche uno raffigurante Concino Concini), della principessa Elisabetta e di Enricoprincipe di Galles, la cui morte precoce il 6 nov. 1613 bloccò più grandi progetti per lui (un palazzo, una cavallerizza). Nel 1613 partecipò agli apparati per le nozze di Elisabetta con l'elettore palatino (febbraio) e del conte di Somerset con l'ex contessa di Essex (dicembre), ma con poco successo.
A metà del 1615 era in Olanda al servizio di Maurizio di Nassau (nel 1616 A. Bloemart gli fece un ritratto inciso), nel 1618 in Sassonia. Di lì a poco dovette tornare e lasciare la pratica attiva dell'arte (aveva avuto forti dissapori con l'architetto e l'economo dei lavori di pietre dure) e, poiché aveva già esperienza di "diversi governi e civili iusdicenze" svolti nell'ultimo decennio del '500, fu nominato vicario a Lucignano (Arezzo), dove morì nel 1622.
Fonti e Bibl.: Firenze, Archivio Gallerie fiorentine: ms. 71: Inventario della tribuna, cc. 6a, 10, 11; F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno [1681-1728], III, Firenze 1846, pp. 207-229, 540, 670, 673; F. Milizia, Memorie degli architetti antichi e moderni, Bassano 1785, II, p. 125; G. Gaye, Carteggio ined. d'artisti dei secc. XIV, XV, XVI, III, Firenze 1840, pp. 473-76; U. Rossi, Il Museo naz. di Firenze nel triennio 1889-1891, in Arch. stor. dell'arte, VI (1893), p. 22; P. Reyher, Les masques anglais, Paris 1909, p. 77 nota; L. Forrer, Biographical Dictionary of medallists, V, London 1912, p. 479; F. Niccolai, Mugello e Val di Sieve, Borgo San Lorenzo 1914, p. 542; G. S. Gargano, Scapigliatura italiana a Londra sotto Elisabetta e Giacomo I, Firenze 1923, pp. 135-164; L. von Pastor, Storia dei papi, X, Roma 1955, p. 451; E. Croft Murray, Decorative painting in England 1537-1837, I, London 1962, p. 214; L. Ferrarino, Dizionario degli artisti italiani in Spagna, Madrid 1977, p. 85; Pittura francese nelle collezioni pubbliche fiorentine (catal.), Firenze 1977, pp. 251 s., nn. 190 s., ill.; A. M. Giusti, in La cappella dei principi e le pietre dure a Firenze, Milano 1979, p. 292; Palazzo Vecchio: committenza e collezionismo medicei (catal.), Firenze 1980, p. 199 nn. 374, 375; K. Langedijk, The portraits of the Medici, I, Firenze 1981, pp. 134, 342, 667 s., 679, 685, 702; European paintings of the 16th, 17th, and 18th centuries. The Cleveland Museum of Art (catal.), III, Cleveland 1982, pp. 413 ss., n. 181, ill.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXX, pp. 527 s. (sub voce Servi, Costantino de').