COSTANTINO di Rosato (Costantinus Rosati Spallette)
Nato a Migiana di Monte Malbe nel contado di Perugia verso il 1532, si trasferì giovanissimo in città, dove all'età di ventisei anni esercitava "l'arte de l'invedriate", come detto in una supplica sua del 12 marzo 1559, con la quale chiese la cittadinanza perugina, "con desiderio et intentione ... di mantenere secondo comportano le poche forze sue la dett'arte in detta città". Ottenuto tale privilegio, lo presentò al catasto il 5 aprile successivo, quando venne iscritto sotto Porta San Pietro, nella parrocchia di S. Croce, con la qualifica di "faber vitriaturarum" e successivamente di "magister invetriatarum". È probabile apprendesse il mestiere da un altro maestro di vetrate vissuto in Perugia nella prima metà del secolo XVI, fra' Bonaventura da Cibottola (Nessi).
Nel 1562 venne pagato per la fattura di due lanternoni di vetro e "per haver rassettato la rete di ferro nel gioco della palla" nel palazzo dei Priori di Perugia, per conto della Reverenda Camera apostolica che vi aveva sede. Nell'anno 1565 eseguì la vetrata per la cappella di S. Bernardino in duomo (Predica di s. Bernardino) commissionata dal nobile Collegio della mercanzia, unica opera pervenutaci, in cui l'artista tradusse in vetro il cartone di Arrigo van der Broeck, pittore di Malines, a quei tempi largamente operante in Umbria e particolarmente in Perugia, con il quale sembra C. abbia collaborato anche altre volte. In ogni modo C. ritirò il prezzo di tutto il lavoro, e nell'opera, accanto alla sigla del pittore, mise pure le sue iniziali. Per la stessa cattedrale perugina, in epoca imprecisata, eseguì altra vetrata, in cui era raffigurata l'Ultima cena, purtroppo non pervenutaci. Per la Cancelleria priorale, sempre in Perugia, eseguì una vetrata nel 1566; l'anno dopo restaurò varie finestre nello stesso palazzo; e ancora nel 1568 venne pagato per un "occhio de invetriata", sempre per la cappella del palazzo. Nel 1571, per il santuario di Mongiovino (presso Città di Castello), mise in opera una vetrata con l'Annunciazione, eseguita su disegno di Arrigo van der Broeck, che lavorava per la stessa chiesa. Il 12 settembre denunciò un aumento di beni all'ufficio del catasto, ed altre variazioni le apportò negli anni 1574 e 1576. Nel 1578, il 22 novembre, venne pagato per una finestra ad "occhi" eseguita per il coro delle monache clarisse di S. Leonardo di Montefalco, e nell'annotazione venne ricordato: "Detto maestro alcuni anni sono fece le vitriate nella chiesa nostra de Santo Agustino". Negli anni 1578-79 restaurò alcune finestre nel palazzo dei Priori di Perugia. Soltanto nel 1582 loritroviamo alle prese con un lavoro artistico, sempre nel santuario di Mongiovino (dove è da credere abbia operato molto): infatti viene pagato per una Sacra Famiglia dipinta su vetro. Quando nel 1593, il 12 maggio, il procuratore di Ludovico, figlio ed erede dell'artista, apportò una variazione al catasto, certamente C. era già morto, forse da non molto tempo.
C. non fu pittore, quindi a torto fu inserito il suo nome fra i pittori e i miniatori dell'Umbria (Gnoli). Fu soltanto un abilissimo artigiano del vetro, che però in poche occasioni ebbe modo di eseguire vetrate colorate, attenendosi ai bozzetti che gli venivano forniti, anziché le usuali finestre ad "occhi" legati col piombo. In ogni modo bisogna dire che l'unica opera artistica pervenutaci, la vetrata del duomo di Perugia in cui è raffigurata una Predica di s. Bernardino da Siena (abilmente restaurata alla fine del secolo XIX da Francesco Moretti ed Eliseo Fattorini), è quanto di più raffinato abbia saputo produrre nel campo l'arte rinascimentale, e che con essa si conclude e si esaurisce la tradizione medievale delle vetrate dipinte, che ebbe in alcune località dell'Umbria (Assisi, Orvieto, ecc.) una intensa vitalità.
Fonti e Bibl.: Arch. di St. di Perugia, Arch. del Comune di Perugia, Catasti, II gruppo, n. 3, c. 422; n. 24, cc. 512r ss.; Ibid., Arch. del Collegio della Mercanzia, Libro verde, c. 67; Montefalco, Arch. del monastero di S. Leonardo, 1, Libro de' moricci e bonificamenti, cc.40v, 84; S. Siepi, Descriz. topologico-istorica della città di Perugia, Perugia 1822, p. 66; L. Fumi, Inv. e spoglio della Tesoreria apost. di Perugia e Umbria, Perugia 1901, pp. 200, 211; W. Bombe, Un pittore fiammingo nell'Umbria (Arrigo van der Broeck), in Rass. d'arte umbra, I (1909), p. 17; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto 1923, p. 88; W. Bombe, Pittori non perugini nel Cinquecento a Perugia, in Boll. della Deputaz. di storia patria per l' Umbria, XXIX(1926), pp. 31-32; S. Nessi, Storia e arte delle chiese francescane di Montefalco, in Misc. francescana, LXII (1962), pp. 289, 309; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 53.