LASCARIS, Costantino (Λάσκαρις Κωνσταντῖνος)
Umanista bizantino, nato a Costantinopoli nel 1434, morto a Messina nel 1501. Fatto prigioniero nella presa della capitale (1453), riuscì a fuggire, vagando qualche tempo a Rodi e a Creta. Venuto in Italia, acquistò rinomanza come maestro di greco. Alla corte di Francesco Sforza insegnò il greco alla principessa Ippolita, per la quale compilò l'Epitome delle otto parti del discorso, che è il primo libro stampato in greco (Milano 1476) ed ebbe molte edizioni e rifacimenti sino al 1800. Il L. seguì la discepola a Napoli, quando andò sposa al principe ereditario Alfonso. Nel 1466 andò a Messina a insegnare greco ai monaci basiliani. Benché mancasse di compagni di studio, di libri e di denaro, rimase 35 anni in quella città, dove molti (fra cui P. Bembo) accorrevano per imparare da lui il greco. Alla sua morte i suoi manoscritti passarono all'università di Messina, donde nel 1712 furono incorporati nella biblioteca nazionale di Madrid.
Il L. attese indefessamente a salvare per sé e per gli altri i testi classici, che egli vedeva sempre più esposti al pericolo di perire, dopo la rovina dell'impero bizantino: specialmente metteva insieme raccolte di autori affini, formando varî corpi di retori, di epistolografi, di poeti e anche di singoli autori. Le sue opere greche e latine sono raccolte in Migne, Patrol. Lat., CLXI, coll. 913-970.
Bibl.: É. Legrand, Bibliographie hellénique aux XVe et XVIe siècles, I (1885), pp. lxxi-lxxvii e 1-5; V. Labate, Per la biografia di C. L., in Archivio storico siciliano, 1901, pp. 220-240; H. Rabe, K. L., in Zentralblatt für Bibliothekswesen, XLV (1928), pp. 1-7.