PERAZZI, Costantino
PERAZZI, Costantino. – Nacque a Novara il 25 settembre 1832, da Ambrogio, ragioniere e segretario del comune di Grignasco (Novara), e Francesca Bianchi. Dopo aver conseguito nell’agosto 1854 il diploma di ingegnere idraulico e architetto civile presso l’Università di Torino, la sua formazione – a seguito della nomina, a dicembre dello stesso anno, ad allievo ingegnere soprannumerario nel Corpo tecnico delle miniere – proseguì con una borsa di studio ministeriale alla prestigiosa École des mines di Parigi. Fu in quel vivace ed esclusivo contesto accademico d’Oltralpe che ebbe modo di conoscere Quintino Sella, l’uomo che per tutta la vita gli sarebbe stato mentore e amico.
Divenuto allievo ingegnere effettivo con decreto 5 dicembre 1855, in quel torno di tempo poté prendere contatto con la realtà scientifica e industriale più avanzata grazie alla partecipazione all’Esposizione di Parigi in veste di rappresentante dell’Istituto tecnico di Torino. Come allievo dell’École, nel 1856 fece il suo primo viaggio di studio: fu inizialmente in Belgio, dove ebbe occasione di visitare le miniere di carbone e gli stabilimenti per la produzione del coke nelle zona di Charleroi; poi, seguiti i lavori di derivazione della Mosa con lo studio delle miniere di ferro e carbone nei dintorni di Liegi, si trasferì nella Francia del Sud, ad Alais, per osservarne i bacini carboniferi. Il tour formativo si chiuse a Marsiglia con la visita agli stabilimenti metallurgici Luce e Rostan. Terminata la formazione a Parigi con l’ottenimento del brevetto, l’8 ottobre 1857 venne nominato ingegnere di seconda classe nel Corpo tecnico delle miniere. Già reggente del distretto minerario di Cuneo, nel 1858 compì un secondo viaggio di studio in Germania al fine di approfondire le tematiche relative alla produzione di materiali non ferrosi e alla deforestazione. Nominato ingegnere di seconda classe nel Corpo reale del genio civile il 30 dicembre 1859, e poi ingegnere di prima classe nel Corpo reale delle miniere il 3 ottobre 1861, la sua preparazione in campo tecnico e scientifico ebbe modo di esprimersi in alcune importanti consulenze e pubblicazioni: fu incaricato dalla Società metallo-tecnica presieduta dal marchese Cosimo Ridolfi della valutazione sullo sfruttamento economico e industriale dei filoni di galena argentifera, piombo, blenda e lignite delle miniere di Poggio al Montone (Agli onorevoli signori presidenti ed azionisti della Società metallo-tecnica. Relazione di Costantino Perazzi ingegnere delle miniere del distretto di Genova, Firenze 1859); si interessò quindi dei giacimenti della Liguria orientale (Catalogo delle rocce ofiolitiche della Liguria Orientale e delle Nettuniane da esse modificate non che dei filoni e vene cuprifere che le attraversano, Torino 1861), e dell’Italia centrale (Intorno ai giacimenti cupriferi contenuti nei monti serpentinosi dell’Italia centrale: nota di Costanti Perazzi, Torino 1864). Il lavoro sui filoni cupriferi della Liguria, presentato all’Esposizione italiana di Firenze del 1861, gli valse una nota di merito nella classe VI (mineralogia e metallurgia).
Già ingegnere responsabile dei distretti minerari per le province di Genova, Novara e Torino, nel 1862 venne scelto dal governo quale commissario all’Esposizione internazionale di Londra nella sezione I (Mining, quarrying, metallurgy and mineral products). Fu in tale occasione che ebbe l’opportunità di conoscere i tipografi De La Rue, leader nella stampa di precisione. Il contatto gli tornò utile quando Sella, ministro delle Finanze sotto il primo governo Rattazzi, nell’ambito della riforma del sistema postale italiano, ebbe bisogno di raccogliere informazioni in merito alla circolazione dei valori bollati. Perazzi fu incaricato di studiare il sistema di fabbricazione dei francobolli inglesi in cui la società De La Rue era impegnata. Ancora sotto il ministero di Marco Minghetti, subentrato a Sella alla direzione delle Finanze, l’ingegnere proseguì la sua opera fino alla firma del contratto del governo con i De La Rue e alla presentazione, nell’ottobre 1863, della prima serie definitiva di francobolli italiani. Il soggiorno londinese fu anche finalizzato a comprendere le modalità di impianto in Italia di un’officina governativa di carte valori. Sfumata la possibilità che fosse ancora la società inglese a gestire direttamente l’impresa, Sella, ritornato ministro delle Finanze nel 1864 con il governo La Marmora, decise per lo stabilimento di un’industria statale che avesse alla guida Perazzi. Regolamentata l’impresa, a Perazzi, primo direttore dell’officina, vennero conferite il 31 maggio 1865 le insegne di commendatore dell’ordine mauriziano per «le cure, la capacità e l’abnegazione con cui [aveva] disimpegnato il difficile incarico che gli era stato affidato di studiare in Inghilterra i migliori metodi per la fabbricazione dei francobolli e delle marche da bollo». Il governo si trovava ora nella condizione di intraprenderne la produzione con «proprie officine […] com’era richiesto dall’interesse non meno che dal decoro del paese» (Museo centrale del Risorgimento di Roma, Fondo Perazzi, 908/1, 5a). L’officina aprì ufficialmente a Torino il 1° ottobre 1865, con alla sua guida però un altro direttore, l’ingegner Giacinto Berruti: Perazzi, nel frattempo nominato ispettore generale nell’Amministrazione centrale delle Finanze, era stato incaricato da Sella di un’altra missione a Londra.
In Gran Bretagna approfondì la situazione contabile pubblica locale – in vista della presentazione in Italia della legge sulla contabilità dello Stato – e le problematiche relative alla circolazione bancaria. A quest’ultimo punto era legata la questione dell’introduzione nel regno del corso forzoso, che prevedeva un aumento esponenziale della produzione di banconote, specialmente di piccolo taglio, e la riorganizzazione dell’emissione. Caduto Sella, Perazzi mantenne la fiducia governativa: dapprima, il 15 aprile 1866, fu nominato segretario generale del ministero dell’Agricoltura, industria e commercio dove ebbe la possibilità di supplire il ministro ad interim Domenico Berti, impegnato sul fronte dell’Istruzione pubblica; poi, sotto il secondo governo Ricasoli, fu richiamato il 30 giugno 1866 alla carica di ispettore generale delle Finanze nel ministero presieduto da Antonio Scialoja. Fu l’economista napoletano a incaricarlo di una ennesima missione a Londra per lo studio del sistema di inconvertibilità dei biglietti nella storia inglese. Venne inoltre autorizzato, nel quadro dell’aumento della circolazione monetaria indotto dal corso forzoso, all’impianto di un piccolo stabilimento per la fabbricazione delle banconote da cinque lire. Nominato segretario generale del ministero delle Finanze il 31 marzo 1867 nel dicastero presieduto da Agostino Depretis – subentrato a Scialoja sempre nel secondo gabinetto Ricasoli – mantenne l’incarico anche nel successivo esecutivo guidato da Urbano Rattazzi. Nella vana speranza che Sella tornasse alla guida delle Finanze, Perazzi rassegnò le sue dimissioni il 21 novembre 1867 mantenendo però il ruolo di ispettore generale. Pochi mesi dopo, nel luglio 1868, venne varata l’imposta sul macinato alla cui elaborazione contribuì ampiamente, anche nella progettazione del congegno per il calcolo dei giri di macina. Richiamato Sella al dicastero delle Finanze nel governo Lanza, Perazzi tornò a occupare il ruolo di segretario generale, carica che detenne dal 21 dicembre 1869 al 29 giugno 1873. Strettissimo collaboratore del ministro, intraprese anche la carriera politica e il 2 gennaio 1870 venne eletto deputato. Alla Camera sedette dalla X alla XIV legislatura in rappresentanza del collegio di Varallo e nella XV del collegio di Biella (Novara II). Già consigliere nella Corte dei conti dal 29 giugno 1873, divenne membro del Consiglio di Stato dal 9 giugno 1874.
Oltre all’impegno nazionale, gli anni Settanta furono all’insegna anche di un interesse per la terra d’origine con l’ingresso nel consiglio provinciale di Novara nel 1877 e la nomina a suo presidente nel 1884. Ebbe pure modo di praticare l’alpinismo: già socio fondatore del Club alpino italiano, il 2 agosto 1884 ascese il monte Lyskamm, nel massiccio del Monte Rosa, aprendovi una nuova via (Punta Perazzi). Scomparso Sella, venne considerato da molti come l’erede dello statista biellese e degno rappresentante della finanza rigorosa. Nominato senatore il 26 novembre 1884, nella speranza di un riassetto finanziario che arginasse il crescente disavanzo, il 29 dicembre 1888 fu scelto da Francesco Crispi come titolare del ministero del Tesoro in sostituzione di Agostino Magliani. L’esperienza però si concluse dopo pochi mesi con le dimissioni rassegnate il 9 marzo 1889: nel discorso sull’esposizione finanziaria, troppo dura era parsa «la parola franca dell’alpigiano e precisa dell’ingegnere» (AP, Camera, 3 febbraio 1889). Dopo la nomina a presidente della sezione finanze del Consiglio di Stato il 14 maggio 1891, la sua esperienza politica si chiuse con un altro effimero incarico nel governo di Rudinì in veste di ministro dei Lavori pubblici, dal 10 marzo all’11 luglio 1896. Sposato dal 1872 con Giuseppina Fontana (1843-1913), sorella del senatore Leone – da cui ebbe una figlia, Lina – si spense a Roma il 28 ottobre 1896. La città di Novara gli dedicò un monumento, opera di Pietro Canonica, inaugurato il 29 ottobre 1901.
Fonti e Bibl.: Roma, Museo centrale del Risorgimento di Roma, Fondo Perazzi, bb. 901-909; E. Morelli, I fondi archivistici del Museo Centrale del Risorgimento. Le carte di C. P., in Rassegna storica del Risorgimento, 1967, f. IV, pp. 641-645; moltissimi i riferimenti in Epistolario di Quintino Sella, a cura di G. e M. Quazza, I-IX, Roma 1980-2011, ad indicem.
V. Ricci, C. P. Cenni storici biografici, Torino 1899; A. Moscati, I Ministri del Regno d’Italia, vol. V, Napoli 1966, pp. 107-116; D. Brianta, Europa mineraria. Circolazione delle élites e trasferimento tecnologico (secoli XVIII-XIX), Milano 2007, ad ind.; F. Grassi Orsini, E. Campochiaro, Repertorio biografico dei senatori dell’Italia liberale, Napoli 2009, ad nomen; E. C. Colombo, C. P. Tecnologia, localismo e partito valsesiano nel processo di unificazione italiana, Torino 2011.