PITTEI, Costantino
PITTEI, Costantino. – Nacque a Prato l’8 settembre 1839, primogenito di Riccardo, possidente, e di Caterina Pelagatti. Compì gli studi primari e secondari nella città natale, frequentando il collegio vescovile e il liceo Cicognini. Alla fine del 1857 fu ammesso all’Università di Pisa, dove studiò matematica con Enrico Betti. Conseguita la laurea in fisica e matematiche applicate il 1° luglio 1861, passò all’insegnamento della matematica prima nel collegio militare di Firenze (1861-64) e, alla sua soppressione, nelle scuole comunali di Loreto, la scuola tecnica (1864-66) e il ginnasio (1865-66).
Nel 1866 Betti suggerì il nome di Pittei a Giovan Battista Donati, direttore dell’osservatorio astronomico di Firenze. Assunto come aiuto alla cattedra di astronomia dell’Istituto di studi superiori nell’ottobre di quell’anno, Pittei coadiuvò Donati nelle osservazioni (fra cui quelle della cometa 9P/Tempel nel 1867), nei calcoli teorici di orbite cometarie ed eclissi solari, e nelle misure geodetiche.
Pittei fu promosso assistente per la meteorologia nell’ottobre 1870, in supporto alle attività meteorologiche dell’osservatorio, fra le quali quelle relative al servizio presagi dell’Ufficio centrale meteorologico della Marina, di cui Donati era direttore dal 1868. Dopo il trasferimento dell’osservatorio astronomico ad Arcetri nel 1872, gli strumenti meteorologici rimasero nell’edificio della vecchia specola per garantire la continuità delle osservazioni.
Alla notizia dell’improvvisa morte di Donati nel settembre 1873, il ministero della Marina nominò Pittei facente funzione di direttore dell’Ufficio centrale, mentre l’osservatorio di Arcetri fu affidato all’aiuto per l’astronomia Domenico Cipolletti. Morto anche Cipolletti, nel maggio 1874, Pittei ebbe la custodia dell’osservatorio di Arcetri fino all’arrivo dell’astronomo Wilhelm Tempel nel gennaio 1875. Contemporaneamente, l’osservatorio astronomico fu definitivamente separato da quello meteorologico. Pur rimanendo formalmente assistente, Pittei fece le funzioni di direttore anche di quest’ultimo, e si adoperò per migliorarne la strumentazione in accordo con gli standard definiti nel primo Congresso meteorologico internazionale di Vienna del 1873.
Il Congresso spronò gli scienziati italiani a unificare e razionalizzare i servizi meteorologici istituiti dai vari ministeri. Pittei prese parte a questo processo rappresentando, insieme al comandante Giovan Battista Magnaghi, il ministero della Marina. Nel settembre 1875, durante il Congresso degli scienziati italiani di Palermo, Pittei fu segretario delle riunioni di una commissione meteorologica, le cui indicazioni portarono all’istituzione dell’Ufficio centrale di meteorologia di Roma e del Consiglio direttivo della meteorologia. Pittei ne fece parte dal 1877 al 1887. Per il Consiglio, Pittei ispezionò nel 1877 varie stazioni meteorologiche sulle coste dell’Italia centrale. Nell’aprile 1879 partecipò al secondo Congresso meteorologico internazionale di Roma.
Nel luglio 1880 l’Uffico meteorologico della Marina di Firenze venne chiuso e il servizio unificato all’Ufficio centrale di Roma. L’osservatorio meteorologico di Firenze divenne un osservatorio di coordinamento provinciale e finalmente Pittei ne fu nominato direttore, incarico che mantenne fino al pensionamento. Insieme a questo, l’Istituto di studi superiori gli affidò nel 1894 l’incarico di vicedirettore del museo degli strumenti antichi di fisica e di astronomia, che si trovava nello stesso edificio dell’osservatorio meteorologico.
Pittei insegnò inoltre matematica all’Istituto tecnico Galileo Galilei di Firenze, collaborandovi prima con incarichi straordinari e poi venendo assunto di ruolo nel 1882. Apprezzato per le sue capacità didattiche, ebbe come allievi il matematico Alberto Conti e il fisico Lavoro Amaduzzi.
Dopo il suo pensionamento, nell’aprile del 1910, i colleghi dell’Istituto di studi superiori vollero attestare ufficialmente a Pittei con un voto della facoltà di scienze il loro apprezzamento per la sua dedizione all’osservatorio e il contributo alla riorganizzazione della meteorologia italiana. Nel 1910 venne nominato ufficiale della Corona d’Italia (era cavaliere dal 1879).
Morì a Firenze, celibe, il 5 giugno 1912.
Ricco, fu probabilmente ritenuto avaro, tanto che Vincenzo Messeri, collaboratore di Pittei all’osservatorio per oltre quarant’anni ed estensore dei suoi necrologi, ne giustificò la parsimonia e descrisse le elargizioni fatte agli alunni più meritevoli e i lasciti testamentari ad alcune istituzioni benefiche di Prato. Dopo la morte, i suoi libri e le sue carte furono donati alla Biblioteca Roncioniana di Prato. Altri nuclei documentari sono conservati nell’archivio storico del Museo Galileo e dell’Università di Firenze.
Opere. Poche furono le pubblicazioni di Pittei, una scarsità dovuta, sempre secondo Messeri, sia alle molteplici incombenze – dall’osservatorio venivano emanati quotidianamente bollettini meteorologici – sia alla ritrosia di diffondere lavori ritenuti non perfettamente compiuti.
Le principali pubblicazioni concernono l’ordinamento della meteorologia e risalgono al periodo in cui fu direttore dell’Ufficio della Marina. Nel Congresso meteorologico di Vienna (Firenze 1874), riassunse le principali deliberazioni dei meteorologi. In Rapports présentés au deuxième Congrès météorologique international de Rome (Firenze 1879), presentò un rapporto sull’utilizzo della telegrafia per la meteorologia marittima in Italia, commissionatogli dal Consiglio direttivo della meteorologia in preparazione al Congresso di Roma. Vi incluse inoltre una sua proposta ai delegati del Congresso per la redazione di un dizionario meteorologico multilingue, al fine di evitare ambiguità nella descrizione dei fenomeni atmosferici nelle comunicazioni internazionali. Il Congresso internazionale di meteorologia a Roma (Roma 1879) è un verbale delle questioni sollevate durante le varie giornate dei lavori. Allo stesso periodo risale la traduzione in italiano dell’opera Weather charts and storm warnings del meteorologo inglese Robert H. Scott, apparsa in più numeri della Rivista marittima nel 1878-79 e poi pubblicata separatamente (R.H. Scott, Carte del tempo ed avvisi di tempesta, Roma 1879).
Un testo di carattere più propriamente scientifico è Terremoto del 18 maggio 1895: breve relazione e curve sismografiche (Firenze 1895), dove descrisse le osservazioni realizzate con alcuni strumenti sismografici che aveva fatto installare nell’osservatorio meteorologico. Si conoscono poi solo due altre brevi note (La inaugurazione del nuovo Osservatorio astronomico di Arcetri presso Firenze, Ancona 1872; Ricordo del prof. G.B. Donati, Firenze 1873), entrambe estratte dalla Rivista marchigiana, e il testo di un discorso tenuto nell’Istituto tecnico di Firenze in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico 1892-93 – Dell’origine diffusione e perfezionamento del sistema metrico decimale, Firenze 1892 –, dove tracciò una storia dell’utilizzo del sistema metrico decimale dalla sua definizione fino ai primi lavori del Bureau international des poids et mesures.
Fonti e Bibl.: Prato, Biblioteca Roncioniana, Manoscritti Roncioniani-Carte Pittei, U-VIII-12; Firenze, Archivio storico dell’Università, Carteggi della Soprintendenza, f. 103 (anno 1877), 77 (1894), 221 (1895), 243 (1910); Verbali delle adunanze del consiglio direttivo, 20 marzo 1911.
G.B. Donati, Osservazioni della cometa II 1867, in Astronomische Nachrichten, LXIX (1867), pp. 191 s.; L. Palazzo, Meteorologia e Geodinamica, in Cinquanta anni di Storia Italiana, II, Milano 1911, pp. 1-51; V. Messeri, C. P., in Bollettino della società sismologica italiana, XVI (1912), pp. 142-146; V. Messeri, In memoria di C. P., in Bollettino di matematica, XI (1912), pp. 200-203; G. Bensi, Il giovane Lavoro Amaduzzi dedica ‘gli uomini illustri di Gaggio’ al suo professore C. P. di Prato, in Gente di Gaggio, storia e luoghi d’Appennino, XXI (2010), 41, pp. 119-128.