RETA, Costantino
Giornalista e uomo politico, nato a Genova nel 1814, morto a Ginevra nell'aprile del 1858. Dedicatosi giovanissimo al giornalismo, il R., andato a Torino, si fece dapprima notare come brioso scrittore di strenne (Ubique, La strenna piemontese), quindi collaborò all'Eridano di F. Predari, e nel 1843 fu condirettore del Telegrafo, insieme con L. Re e L. Rocca, durato appena un anno. Quando Carlo Alberto concesse le riforme per la stampa periodica, il R., che nel frattempo si era fatto iniziatore d'una Società della Lega italica, s'adoprò a fondare un periodico intonato a quelle riforme, ma poi dovette acconciarsi ad entrare in qualità di segretario in quello che sorgeva per iniziativa specialmente di C. Balbo, e del Risorgimento fu attivo collaboratore, fino a quando, per malumori sorti tra lui e il conte di Cavour, ai quali diede origine una soverchia inframettenza del R. nella direzione del periodico, ne uscì nel marzo del 1848, riuscendo per poco tempo ad assumere la direzione del Mondo illustrato. Concesso lo statuto, il R., che fino allora si era schierato nel partito moderato, s'accostò a quello più avanzato nelle idee politiche, e fu segretario del circolo politico nazionale di Torino. Eletto deputato alla I legislatura della Camera subalpina, prese spesso parte alle discussioni parlamentari, e dopo il disastro di Novara accorse a Genova che era insorta, e colà fece parte del Governo provvisorio, insieme con G. Avezzana e con D. Morchio. Sedata la ribellione, il R. andò in esilio a Ginevra, mentre il Governo sardo lo condannava a morte in contumacia. Visse colá dando lezioni di lingua italiana.
Bibl.: L. Chiama, Inizio del giornale "Il Risorgimento", in Nuova Antologia, 16 giugno 1917; G. Bustico, C. R., in Il Risorgimento italiano, 1922; id., C. R. e il giornale "Il Telegrafo", in Torino 1933.