COSTANTINO Rodio (Κωνσταντῖνος ‛Ρόδιος)
Poeta bizantino del sec. X. Nato a Lindo (Rodi) diventò segretario dell'influente patricio Samona, per istigazione del quale scrisse un libello contro l'imperatore Leone VI. Tuttavia fu ammesso al servizio della corte, e, morto Leone (912), fu nominato a secretis di Costantino VII Porfirogenito. Ascritto al clero palatino, compì felicemente missioni diplomatiche.
La principale opera di C. è la descrizione della chiesa dei SS. Apostoli di Costantinopoli in 981 trimetri giambici, che, oltre a fornire importanti elementi per l'architettura della basilica, colma una lacuna nella storia dell'arte con la descrizione dei mosaici che la decoravano. La poesia, scritta in gran fretta per commissione di Costantino Porfirogenito, ci è pervenuta incompleta come primo abbozzo, in cui alcune parti (come la descrizione delle sette meraviglie di Costantinopoli) erano terminate, altre no. L'esposizione è nella parte tecnica diffusa e poco chiara: la lingua ricercata e monotona. Abbiamo di lui alcuni epigrammi nell'Antologia Palatina, libro XV (i nn. 15-16, per una croce da lui eretta a Lindo) e due invettive in giambi: l'una contro Leone Choirosphaktes, mostruoso concentrato di contumelie d'imitazione aristofanesca, l'altro, a botta e risposta, contro l'eunuco Teodoro Paflagone.
Edizioni: La descrizione dei SS. Apostoli pubblicata da E. Legrand, in Revue des Études grecques, IX (1896), pp. 32-65, con commento archeologico di Th. Reinach, ivi, pp. 66-103; cfr. anche O. Wulff, in Byzantinische Zeitschrift, VII (1897), pp. 316-331 e A. Heisenberg, Die Apostelkirche, Lipsia 19o8, passim. Le invettive presso Matranga, Anecdota graeca, Roma 1850, pp. 624-632.
Bibl.: K. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, 2ª ed., Monaco 1897, pp. 723-725; S. Menardos, Κωνοταντινος Ποδιος, in Byzantinisch-Neugriechische Jahrbücher, V (1927), pp. 419-422.