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COSTANTINO VII Porfirogenito

di C. Barsanti - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1994)
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COSTANTINO VII Porfirogenito

C. Barsanti

Imperatore bizantino della dinastia macedone, C. nacque nel 905 a Costantinopoli dalla contrastata unione di Leone VI con la quarta moglie Zoe Carbonopsina e, nonostante la sua discussa legittimità, venne incoronato coimperatore già nel 908. Alla morte del padre rimase sotto la tutela dello zio Alessandro (912-913), poi di un consiglio di reggenza presieduto prima dal patriarca Nicola il Mistico (913-914), poi dalla madre (914-918) e da Romano Lecapeno, di cui sposò la figlia Elena nel 919. Proclamato nuovamente coimperatore nel 920, C. ebbe il potere solo nel 945, allorquando Romano venne detronizzato dai figli, e regnò fino alla morte, avvenuta nel 959.Uomo di cultura piuttosto che di governo, di carattere affabile e amabile parlatore, C. fu un grande studioso, incline a delegare ad altri le responsabilità amministrative per dedicarsi ai suoi interessi, che rivelano pienamente il contemporaneo contesto culturale della capitale bizantina. L'epoca di C., caratterizzata da un grande fermento di studi, promosso anche dall'Università istituita un secolo prima dal cesare Barda nel palazzo della Magnaura, fu infatti quella degli enciclopedisti e l'imperatore svolse un ruolo da protagonista nell'ambito di questo movimento.La mentalità accademica e le ricerche rivolte alle antiche tradizioni elleniche in sintonia con l'essenza stessa della cultura bizantina, che si considerava appunto erede e custode di quella civiltà, emergono significativamente dalle opere letterarie legate al nome di C., che costituiscono una multiforme produzione nell'ambito della quale, come sottolinea Lemerle (1971, p. 268ss.), non si possono tuttavia distinguere nettamente quelle da lui stesso scritte da altre da lui ispirate o commissionate: la Vita Basilii, contenuta nella Chronographia di Teofane Continuato, riguardante il fondatore della dinastia macedone; il De caerimoniis aulae Byzantinae, una sorta di compendio del cerimoniale imperiale; il De administrando imperio, un manuale di diplomazia pratica dedicato al figlio Romano II; il De thematibus, un'eterogenea compilazione di carattere storico-geografico sui temi d'Oriente e d'Occidente. Accomuna queste opere di struttura enciclopedica la passione di C. per gli archivi, per le antiche cronache e soprattutto la sua visione di un impero eterno e immutabile, riflesso terreno dell'ordine divino.Un'altra importante impresa enciclopedica a sfondo morale e politico è stata ispirata da C.: le Eklogái (Excerpta), una raccolta, pervenuta purtroppo incompleta, suddivisa in cinquantatré sezioni ordinate per argomento di brani scelti da opere di autori classici i cui manoscritti furono fatti cercare da C. in tutto l'impero. Analoga impronta caratterizza i Geoponica, contenenti ciò che gli antichi avevano scritto sull'agricoltura.Tuttavia C. non fu solo il munifico mecenate e l'anima di un'accolta di artisti e scienziati riuniti alla sua corte: fu egli stesso un artista. Eccelleva nella pittura e si dilettava nell'oreficeria e nella musica, si interessava all'arte di costruire le navi, all'idraulica e alla meccanica; fu presumibilmente allestito dallo stesso C. il trono della Magnaura, un sofisticato congegno meccanico che, innalzandosi tra due leoni ruggenti, enfatizzava l'apparizione imperiale (v. Automa). Anche il portone d'argento e l'arredo del Crisotriclinio, una fontana nel vestibolo della camera da letto imperiale, furono ideati dall'imperatore (Teofane Continuato, Chronographia, 23-24). Tra le attività edilizie promosse da C. si registrano i restauri della chiesa costantinopolitana dei Ss. Apostoli nel sobborgo asiatico di Rufiniane e, sempre a Costantinopoli, di quella dedicata all'apostolo Paolo, il restauro delle terme fondate da Leone VI, nonché del triclinio dei Diciannove letti; per il figlio Romano C. fece costruire palazzi sontuosi ed è documentato un suo intervento nella residenza imperiale di Hieria (Calcedonia) e nel palazzo del Bukoleon a Costantinopoli, che adornò con statue fatte portare da altri luoghi (Teofane Continuato, Chronographia, 20-22, 25-27).C. fu inoltre archeologo, collezionista di curiosità, raccoglitore appassionato di notizie relative a città e monumenti antichi, ai miti e ai primi santuari cristiani; fu studioso di etimologia, epigrafia e numismatica, paziente raccoglitore di reliquie, icone, pietre, stoffe, costumi, vasi e di ogni specie di manufatto antico; significativo a tale riguardo è l'inventario del guardaroba imperiale tramandato dal De caerimoniis (I, 91-97). Proprio questo testo evoca emblematicamente la corte e gli splendori del suo regno, le liturgie imperiali sullo sfondo dei complessi cerimoniali palatini, fornendo peraltro preziose informazioni sulla topografia del Grande Palazzo di Costantinopoli e su quella della città stessa, percorsa dalle solenni processioni imperiali in occasione delle festività civili e religiose.A C. è stato attribuito un ruolo preponderante nell'ambito della c.d. rinascenza macedone, un fenomeno artistico d'impronta neoclassica sul quale si sono confrontate divergenti opinioni della critica, da un lato incline a evidenziarne l'ampia diffusione e la creatività attraverso la rielaborazione e l'aggiornamento dei modelli antichi, dall'altro volta invece a sottolinearne innanzi tutto il carattere elitario, circoscritto peraltro ai manufatti di arte suntuaria, con una palese tendenza a ricopiare pedissequamente e acriticamente i modelli classici. Nessuna delle opere note aiuta tuttavia a mettere a fuoco l'effettivo ruolo svolto da C. nella produzione artistica della rinascenza macedone; parallelamente va osservato che le opere con il suo ritratto, ovvero le emissioni monetarie (Morisson, 1992), due valve eburnee (Mosca, Gosudarstvennyj Muz. A.S. Puškina; Washington, Dumbarton Oaks Research Lib. and Coll.; Weitzmann, 1972) e il frammento dell'icona del mandýlion (S. Caterina sul monte Sinai; Weitzmann, 1972) non rivelano, al di là di una notevole raffinatezza formale, inflessioni stilistiche specificamente classicheggianti.

Bibl.:

Fonti. - Teofane Continuato, Chronographia, a cura di I. Bekker, in CSHB, XLIII, 1838, pp. 211-484; Costantino VII Porfirogenito, De caerimoniis aulae Byzantinae, a cura di S.J. Reiske, ivi, XII-XIII, 1829-1830; id., De thematibus, a cura di I. Bekker, ivi, XIV, 1840, pp. 3-64; id., De administrando imperio, a cura di I. Bekker, ivi, pp. 65-270; Geoponica sive Cassiani Bassi scholastici De re rustica eclogae, a cura di H. Beckh, Leipzig 1895; Excerpta de legationibus, a cura di C. De Boor, 2 voll., Berlin 1903; Excerpta de insidiis, a cura di C. de Boor, Berlin 1905; Excerpta de sententiis, a cura di U.P. Boissevain, Berlin 1906; Excerpta de virtutibus et vitiis, I, a cura di T. Büttner-Wobst, Berlin 1906; II, a cura di A.G. Roos, Berlin 1910; Liutprando da Cremona, Historia gestorum regum et imperatorum sive Antapodosis, in PL, CXXXVI, coll. 787-910: 849-850; id., Legatio Constantinopolitana, ivi, coll. 909-938; Giorgio Cedreno, Historiarum compendium, a cura di I. Bekker, in CSHB, V, 1839, pp. 274-338; Giovanni Zonara, Epitomae historiarum, a cura di T. Büttner-Wobst, ivi, XLIX, 1897, pp. 482-484; Michele Glica, Annales, a cura di I. Bekker, ivi, XVIII, 1836, pp. 556-561.

Letteratura critica. - A. Stránsk'y, Costantino VII Porfirogenito, amante delle arti e collezionista, "Atti del V Congresso internazionale di studi bizantini, Roma 1936" (Studi bizantini e neoellenici, 6), Roma 1940, II, pp. 412-422; P. Lemerle, Le premier humanisme byzantin. Notes et remarques sur enseignement et culture à Byzance des origines au Xe siècle (Bibliothèque byzantine. Etudes, 6), Paris 1971; K. Weitzmann, Ivories and Steatites, in Catalogue of the Byzantine and Early Medieval Antiquities in the Dumbarton Oaks Collection, a cura di M.C. Ross, K. Weitzmann, III, Washington 1972, pp. 58-60 nr. 25, tavv. 5, XXXVI; A. Toynbee, Constantine Porphyrogenitus and his World, London 1973 (trad.it. Costantino Porfirogenito e il suo mondo, Firenze 1987); C. Mango, Storia dell'arte, in La civiltà bizantina dal IX all'XI secolo. Aspetti e problemi, Bari 1978, pp. 241-323: 274-284; A.P. Kazhdan, s.v. Constantine VII Porphyrogenitos, in Dictionary of the Middle Ages, III, New York 1983, pp. 546-548; A. Cutler, J.W. Nesbitt, L'arte bizantina e il suo pubblico, Torino 1986, I, pp. 122-143; A. Kazhdan, A. Cutler, s.v. Constantine VII Porphyrogenitos, in The Oxford Dictionary of Byzantium, I, Oxford 1991, pp. 502-503; C. Morisson, in Byzance. L'art byzantin dans les collections publiques françaises, cat., Paris 1992, pp. 402-403 nr. 312.C. Barsanti

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