COSTANZA (Constantia) o Costantina (Costantina)
Figlia maggiore di Costantino il Grande, nata probabilmente dopo Costantino II, forse nel 318. La forma esatta del nome è dubbia. Nel 335 andò sposa al cugino Annibaliano, cesare e rex regum Ponti, che morì due anni dopo nelle stragi di Costantinopoli seguite alla morte di Costantino il Grande. C. ricomparve sulla scena politica nel 350, dopo l'uccisione del fratello Costante per parte dell'usurpatore Magnenzio (v.). Secondo lo storico ariano Filostorgio, essa avrebbe persuaso il vecchio generale Vetranione a prendere in Pannonia il titolo di augusto, intralciando così i piani di Magnenzio. Quest'ultimo, a sua volta, chiese all'imperatore Costanzo II (l'unico figlio superstite di Costantino) la mano di C., ma ebbe un reciso rifiuto. L'imperatore, giunto dalla Siria in Pannonia per muovere contro Magnenzio, depose Vetranione, creò cesare il cugino Gallo, fratello di Giuliano l'Apostata, e diede a lui in sposa C. (15 marzo 351). Essa partì col marito per Antiochia, dove ebbe una figlia, di cui non sappiamo il nome. Quando gli eccessi compiuti da Gallo nel governo delle provincie orientali indussero Costanzo a richiamarlo in Occidente per punirlo, C. precedette il marito per intercedere in suo favore presso il fratello, ma, giunta nel villaggio di Coenos Gallicanos, in Bitinia, morì di febbre nel 354. La sua salma fu più tardi seppellita a Roma, sulla via Nomentana, nel battistero-mausoleo detto di S. Costanza.
Bibl.: O. Seeck, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, coll. 958-59, id., Geschichte des Untergangs der antiken Welt, IV, Berlino 1911, pp. 7, 97-99, 102, 108, 123-26, 131-33; J. Burckhardt, Die Zeit Constantins des Grossen, 5ª ed., II, Berlino 1929, pp. 279-284.