PORTA, Costanzo
Musicista, nato circa il 1530 a Cremona, morto il 26 maggio 1601 a Padova.
Studiò a Venezia sotto la guida di A. Willaert, ed ebbe forse condiscepoli. G. Zarlino e C. Merulo. Entrato nell'ordine francescano (conventuali), fu maestro di cori in varie cappelle di chiesa: dal 1552 al '64 a Osimo, dal 16 dicembre '64 al '67 a Padova (S. Antonio), dal '67 al '75 a Ravenna (cattedrale), dal '75 all'85 a Loreto (nella cui basilica servì alla cappella della S. Casa), dal '95 fino alla morte (ma già da 10 anni era tornato a Padova) nuovamente alla basilica antoniana.
Compose specialmente musica sacra, ma anche pagine profane (Madrigali) che ebbero anch'esse diffusione. In ordine di pubblicazione vanno citate le seguenti opere: 1555: 1° libro di Mottetti a 4 voci, 1° libro di Madrigali a 5; 1566: Musica in Introitus Missarum, ecc. (37 elaborazioni a 5 voci di canti liturgici [2ª serie, di 55, nel 1588]); 1571: 1° libro di Mottetti a 6 voci; 1573: 3° libro di Madrigali a 5 (non si conosce il 2° libro); 1578: 1° libro di Messe, 7 a 4 voci, 2 a 5, 3 a 3; 1580: Liber quinquaginta duorum Motettorum a 4, 5, 7, 8 voci; 1583: 3 Mottetti in Harmoniae miscellae pubblicate da L. Lechner, editore in Norimberga; 1585: 3° libro di Mottetti a 6 voci, 4° libro di Madrigali a 5. Oltre alle citate Harmoniae del Lechner, accolsero musica del P. anche altre raccolte ed opere collettive: Li amorosi ardori, I lieti amanti, Sdegnosi ardori, Madrigali pastorali, Il trionfo di Dori, quest'ultimo lavoro pubblicato nello stesso anno 1592 nel quale uscì anche la Psalmodia vespertina cum cantico B. Virginis, cui il P. collaborò con altri insigni musicisti per onorare il "... celeberrimum ac praestantissimum in arte musica Coriphaeum D. Jo. Petrum Aloysium Praenestinum". Postume le due pubblicazioni: Hymnodia sacra totius per anni circulum, a 4 voci (1602) e Psalmodia vespertina cum 4 canticis B. V., a 8 (1605). In ms.: Lamentazioni a 5, Madrigali a 4. Di queste musiche sono state riedite, attraverso i tempi, alcune particolarmente significative per lo stile del P., a cura del padre G. B. Martini, K. Proske, R. G. Kiesewetter, S. W. Dehn, J. Hawkins, L. Torchi, H. Leichtentritt. Attenzione singolare ottengono tra esse: il mottetto Diffusa est Gratia, a 7 voci, delle quali 2 canonizzano per moto retto e 2 per moto contrario, mentre le altre 3 svolgono un fugato; il mottetto Vobis datum est a 4 voci, canonizzabile mediante mutamento di chiavi; le messe, composte, dietro commissione del dedicatario card. Giulio della Rovere arcivescovo di Ravenna, con speciale cura di brevità e di chiara declamazione: effetto (quale si ritrova nelle coeve di V. Ruffo, di M. A. Ingegneri e di G. Pierluigi da Palestrina) delle disposizioni del concilio di Trento.
Il P. è lodato, per la sua maestria contrappuntistica, da musicisti e studiosi contemporanei e posteri, tra i quali C. Merulo, F. Arisio, e i citati Martini, C. Burney, Proske, Kiesewetter, Dehn, Hawkins, Leichtentritt. Ed infatti il P. va considerato soprattutto un polifonista, abile nell'impostare e nel risolvere con viva espressione d'arte i più complessi problemi contrappuntistici. Congenito è in lui l'amore per siffatte elaborazioni: il canone si sviluppa sotto la penna del P., con naturale scioltezza; alla messa breve e semplice, intesa alla dizione verbale, il P. non giunge se non attraverso un triennale faticoso travaglio di rinnovamento, iniziato per impulso estraneo. Artista minore, per lirico estro, del suo conterraneo M. A. Ingegneri; assai minore d'un Palestrina, egli subisce, più che non domini, il travaglio delle generazioni ancor ricche di fiamminghi sensi polifonici, e già sollecitate dalle esigenze d'un mondo che di tali sensi è ormai saturo e prossimo all'insofferenza. Maestro non solo come compositore ma anche come insegnante, lasciò in manoscritto un lavoro didattico: Instruzioni di contrappunto. Tra i musicisti da lui educati sono: O. Colombani, il Bagnacavallo, P. G. Ghizzolo, G. Diruta, C. Gabussi, G. A. Piccioli.